Lo Stetson compie 150 anni: da Paul Newman alla versione indie di Pete Doherty, passando per Robert Redford e Heath Ledger, ecco chi lo ha reso iconico

Diventato leggenda, e nato quasi per caso: è questa la storia dello Stetson, il modello di cappello divenuto sinonimo del cappello da cowboy.

Il marchio, fondato da John B. Stetson, compie quest’anno il 150esimo anniversario, senza aver perso nulla in fascino, quel potere evocativo e suadente che, al solo nominarlo, riporta alla mente storie di esploratori e avventurieri.

Eppure John aveva smesso di fare il cappellaio, aiutando il padre nella piccola azienda di famiglia, a causa di una diagnosi di tubercolosi che, secondo i medici, gli lasciava pochi mesi di vita, mesi che aveva scelto di impegnare alla scoperta del West, pensando sarebbe stata la sua unica possibilità di visitarlo. La diagnosi si rivelò fortunatamente sbagliata, e dette a John l’occasione di osservare i cercatori d’oro, vessati dai loro cappelli in pelle di procione, infestati dalle pulci. Da lì nacque l’idea, nel 1865, di realizzarne uno in feltro, leggero, durevole e resistente all’acqua. Il modello, chiamato ‘Boss of the Plains‘ riscosse successo immediato, tanto da essere da subito adottato in massa. Una qualità non solo decantata, ma anche comprovata molti anni dopo, quando, nel 1912, venne ripescato nell’Oceano di fronte alla Florida, un battello statunitense, l‘USS Main, esploso misteriosamente 14 anni prima vicino L’Havana. Sul fondo, un cappello Stetson, che, ripulito dalla polvere e dai detriti marini, si presentava come nuovo.

Presidenti americani come Reagan e Nixon, corpi forestali e leggende del West, da Buffalo Bill a Calamity Jane, Johnny Depp e Frank Sinatra, tutti uniti dallo Stetson, frutto di 200 passaggi a mano, tra cui taglio, tintura e stiraggio. A renderlo però iconico, la sua presenza nell’abbondante filmografia che ha aiutato a generare, indosso a uomini del calibro di James Stewart (Winchester ’73 del 1950) e Paul Newman (Per una manciata di soldi). Una fama che ha trovato una seconda giovinezza anche negli ultimi vent’anni, complice Brad Pitt, che, nel film che l’ha lanciato, Thelma e Louise del 1991, indossava uno Stetson bianco. Sinonimo non solo del selvaggio West, ma anche della mascolinità statunitense, è paradigmatico indosso ai due cowboy omosessuali Jake Gyllenhaal e Heat Ledger ne I segreti di Brokeback Mountain, mentre Matthew McCounaghey lo ha indossato con ironia tagliente in Magic Mike, interpretando il proprietario di un club per donne nel quale, con i suoi ‘impiegati’ si esibisce in striptease. Una pellicola che ha riscosso talmente successo, che presto arriverà nelle sale il suo attesissimo sequel. Ad indossarlo nella vita, rendendolo sinonimo dell’indie rock anni 2010, il rocker Pete Doherty: privo di bottoni o fasce decorate, con la falda più stretta, calato in testa di tre quarti a mo’ di Borsalino (a ricordare il leggendario Robert Redford, che così lo indossava in Butch Cassidy). Ancora, e per sempre, simbolo di sperimentazione, dopo 150 anni.

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