Berlino, dove lo sport è leggenda
Olympiastadium Berlin - pxhere.com Berlino

Berlino, dove lo sport è leggenda

di Andrea D’Addio

Dall’Olimpiastadion al club dove ha festeggiato i due record Usain Bolt, passando per il set di Bastardi senza gloria: come Berlino si lega allo sport

Sacro e profano, maestosità e cultura underground. Berlino è una città complessa come la storia che l’ha caratterizzata nel ventesimo secolo. Le sue mille sfaccettature si ritrovano anche quando si parla di sport, soprattutto in queste settimane di Europeo. Le partite di calcio sono le regine del momento in città, ma ci sono altri luoghi entrati nel tempo nell’immaginario collettivo grazie allo sport e alle storie che hanno narrato.

Partiamo da dove nascono molte delle leggende sportive legate alla capitale tedesca. Per noi italiani Olympiastadion significa prima di tutto vittoria del Mondiale del 2006. Da un punto di vista storico però la sua forza evocativa è ancora più forte. Qui vinse quattro medaglie d’oro Jesse Owens alle Olimpiadi del 1936, quelle che dovevano servire da vetrina propagandistica del Terzo Reich e si ritrovarono invece a celebrare un atleta afroamericano.

C’è anche un altro aspetto che fa di questo luogo un posto straordinariamente importante: assieme a tutta l’area intorno è uno straordinario esempio di architettura nazista e quindi funzionalità mista a elementi neoclassici. Tutto è dominato da simmetria e linee pulite a partire dall’anello di colonnati che circonda lo stadio, un modo per enfatizzare potenza e desiderio di eternità legandosi al contempo allo stile degli stadi classici greci e romani. Passeggiarci significa immergersi in un passato tanto maestoso quanto simbolicamente drammatico. Lo si può fare sia liberamente (ma non si può entrare nelle strutture sportive) che partecipando ai diversi tour guidati che, ogni giorno, vengono organizzati in varie lingue per i turisti di tutto il mondo.


Con la guerra e la divisione della città in due, tutta questa area rimase ad ovest. Berlino Est costruì un grande stadio proprio nel centro cittadino (rimasto nella parte orientale), lo Stadion der Weltjugend (Stadio della gioventù mondiale). Divenne leggendario anche questo, ma appena caduto il Muro fu raso al suolo così come tanti altri simboli del regime socialista. Ora al suo posto c’è il quartier generale dei servizi segreti tedeschi, un edificio immenso di 260.000 metri quadrati sulla Chausseestraße che mette sull’attenti appena ci si avvicina. È firmato dagli architetti Kleihues + Kleihues. 

Dagli stadi ai luoghi dove celebrare le imprese sportive: la Clärchens Ballhaus

Basta continuare la passeggiata lungo il quartiere Mitte per arrivare alla Clärchens Ballhaus, iconica sala da ballo e ristorante di Berlino in cui spesso si festeggiano vittorie sportive, dalle maratone (quella di Berlino è tra le più veloci al mondo) a quelle calcistiche (si dice che qui Philipp Lahm e compagni di squadra celebrarono al ritorno dal Brasile la vittoria del Mondiale 2014). Inaugurata nel 1913, all’estero ha una straordinaria e romantica terrazza e, internamente, al primo piano, la Spiegelsaal”, una sala degli specchi così bella che Tarantino l’ha usata per la scena del cinema di Bastardi senza gloria, anche se la storia in quel momento era ambientata a Parigi. 

Clärchens Ballhaus © Clärchens Ballhaus
Clärchens Ballhaus © Clärchens Ballhaus
Clärchens Ballhaus © Clärchens Ballhaus

Usain Bolt e un locale ormai entrato nella leggenda come i suoi record: lo YAAM

Rimaniamo in tema celebrazioni sportive. Il giamaicano Usain Bolt è conosciuto come uno dei più grandi velocisti di sempre, ma a Berlino fece una delle sue prime apparizioni pubbliche come dj. Accade a fine agosto 2009, quando per festeggiare le tre medaglie d’oro e i due record del mondo, 100 e 200, del Mondiale di atletica, organizzò una mega festa allo YAAM, popolarissimo club e centro sociale sul fiume Sprea inaugurato nel 1994 da un gruppo di attivisti per celebrare la cultura africana a Berlino, ma con il tempo identificato anche come luogo di ritrovo dei giamaicani, tanto che un celebre striscione poco dopo l’entrata recita la scritta Yaamaica. Che sia per una serata reggae o afrobeats, o un mercatino etnico pomeridiano, è una tappa obbligata di ogni visita di Berlino. 

Yaam © Yaam
Yaam © Yaam

Dal calcio al cibo turco: l’evoluzione di Lukas Podolski

Siamo al confine tra est ed ovest. Lo Yaam sorge a poche decine di metri da dove un tempo passava il Muro. Basta oltrepassare quel confine, ormai immaginario da 35 anni (a novembre l’anniversario) e avventurarsi così nel quartiere Kreuzberg per scoprire un altro luogo legato a doppio filo con lo sport. Si tratta del Mangal Döner, kebabbaro aperto a marzo 2024 da un’ex stella del calcio tedesco, Lukas Podolski, anche lui campione del mondo 2014. Nessuna origine turca per il calciatore (che, anzi, è nato in Polonia e solo dopo è stato naturalizzato), solo una grande passione per una pietanza ormai diventata simbolo anche della Germania. I prezzi dei panini partono da 8.90€, tanto per il quartiere simbolo della coesistenza tra la comunità turca ed artisti da ogni parte del mondo, ma fuori finora c’è spesso la fila.


La street art di Berlino celebra i fratelli Boateng

Chissà che un giorno Berlino non dedicherà un murale anche a lui come fatto ai tre fratelli Boateng, nati un po’ più a nord, quartiere Wedding, e ora ritratti in un iconico ed enorme graffito con un’emblematica scritta che tanto dice sulla zona: “Cresciuti nel calcestruzzo”. Se vi chiedete perché tre, è perché oltre a Jerome e Kevin-Prince, chiunque a Berlino sa che ce n’è un altro, il più grande. Si chiama George ed è un ex promessa del calcio non mantenuta tanto che ormai è più attivo come rapper che nello sport. Ogni luogo qui ha un qualche riferimento con la loro infanzia, ma uno più di altri: il canale conosciuto come Panke, un corso d’acqua tanto piccolo quanto in grado di diventare nel tempo il centro nevralgico del quartiere tra locali (l’omonimo Panke è luogo cult della scena musicale underground berlinese), negozi, ristoranti e, per l’appunto, piccoli campi di calcio in cemento.

Insomma, se a Berlino cercate un itinerario fuori dal comune, scegliere lo sport come fil rouge vi porterà a scoprire una delle anime più profonde, ed originali, della città.