Per chi è a caccia di vip durante la Mostra del Cinema, ecco i locali più frequentati (anche negli anni passati) dai divi del grande schermo e non solo

Per chi fosse a Venezia per la Mostra del Cinema (27 agosto – 6 settembre) ci sono tre locali storici, dichiarati patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali, che non può mancare se vuole godere anche di un pizzico di mondanità.

Il Caffè Florian 
Considerato il primo caffè italiano, Il Caffè Florian è anche uno dei locali più noti di Venezia. Aperto nel 1720 con il nome “Alla Venezia Trionfante” ha da sempre vantato una clientela illustre, da Carlo Goldoni a Giacomo Casanova a Gabriele d’Annunzio. Oggi, tappa fissa per il jet set internazionale, sia per la Mostra del Cinema che semplicemente per una visita, il locale conserva ancora il suo fascino con sale riccamente decorate, quali quella del Senato, la Cinese, l’Orientale e degli Uomini. A San Marco, tra i tavoli che hanno visto Matt Damon, Gwyneth Paltrow e Jude Law, mentre il regista e premio Oscar Paolo Sorrentino stava riprendendo il suo ciak veneziano sullo sfondo della musica che proveniva dall’orchestra dello storico bar, è stato notato anche l’attore inglese Michael Caine.

Gran Caffè Quadri 
Lo storico Gran Caffè Quadri dal 1775 si è conquistato uno spazio di rilievo tra i diversi locali di piazza San Marco con una tradizione che dura da più di tre secoli, da solo un paio d’anni rinnovata da fratelli Alajmo, gli stellati Michelin delle Calandre. Nel libro degli ospiti figurano Stendhal, Lord Byron, Alexandre Dumas, Wagner, Marcel Proust. Più recentemente Woody Allen e Sting.

Harry’s Bar 
Una volta era frequentato da Arturo Toscanini, Guglielmo Marconi, Charlie Chaplin, Orson Welles, Lady Diana. Oggi è il buen retiro di numerosi divi, tra i quali George Clooney, Leonardo Di Caprio, Sharon Stone. È l’Harry’s Bar, sorto da un vecchio magazzino in zona Piazza San Marco, che deve il nome allo studente americano Harry Pickering. Il giovane, aiutato economicamente a rientrare in patria dal Giuseppe Cipriani, per gratitudine donò all’ideatore del cocktail Bellini una parte della cifra che gli servì per aprire il locale nel 1931 e che dal 2001 è stato dichiarato patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali.