Nel classico stile coloniale al centro di Santo Domingo, o resort esclusivi al nord dell’isola, con vedute mozzafiato e golf sull’oceano: ecco quali sono i migliori hotel dove soggiornare in Repubblica Dominicana

Per chi è alla ricerca della natura incontaminata, e al riparo dalle masse vacanziere, e per chi vuole immergersi nella cultura della ciudad colonial a Santo Domingo: le opzioni tra le quali scegliere, in Repubblica Dominicana, sono molteplici.

Chi vuole esplorare una zona dell’isola che sta vivendo una seconda primavera, va al Nord, a Puerto Plata, area di grande pregio per il turismo decine di anni fa, e che ora, grazie a nuove infrastrutture, sta tornando all’apice delle preferenze. Il resort dove fermarsi è Casa Colonial, l’unico (fino ad ora) membro del rinomato e ristretto gruppo degli Small Luxury Hotels of the World nel paese. Progettato da Sarah Garcia, architetto responsabile anche del Cecil’s, nuovo locale di culto ad Harlem e del Minton’s, uno dei locali simbolo del jazz a New York che ha ristrutturato, il posto è arredato nel classico stile coloniale, lasciando ampio spazio a giardini e laghi naturali, con la piscina posizionata sul tetto, con vista sulla baia di 13 km e ha avuto tra i suoi ospiti famiglie della moda come Ferragamo e Versace, ed ex presidenti come Jimmy Carter. Ideale per chi ama essere a contatto della natura in solitudine e però circondato da un raffinato lusso.

Sempre a nord, nella zona di Playa Grande, ha aperto da sei mesi Amanera, resort della catena Aman: circondata da 2,170 acri di pura giungla caraibica, è la destinazione più ricercata per chi, al totale isolamento in una delle strutture più belle del paese, vuole unire gli sport acquatici più disparati, kayak, kiteboarding, paddleboard e soprattutto il golf, con uno dei campi più grandi del paese, di cui 10 buche danno direttamente sull’Oceano, progettato da Sir Robert Trent Jones, famoso golfista, e ristrutturato da suo figlio, Rees.

Chi invece vuole immergersi nella cultura della capitale, deve restare al centro della Ciudad Colonial, primo insediamento nel paese di Cristoforo Colombo, che ci arrivò sei anni dopo la scoperta dell’America nel 1492, costruendo le prime cattedrali, università e ospedali. Patrimonio dell’Unesco dal 1990, ospita dal 2014 il Billini Hotel, così chiamato in onore della famiglia Billini, dalle lontane origini italiane, che possedeva il palazzo in origine. L’architettura più moderna si fonde così con la vegetazione tipica dell’isola, giardini interni lussureggianti, pavimenti in marmo o legno brasiliano, in sole venti camere, che dispongono di balconi privati con vista sui cortili spagnoli.