Dal nord al sud, per chi sogna isole deserte e spiagge assolate, senza trascurare il design: ecco quali sono i quattro hotel da scegliere a Mauritius

Scoperta dagli olandesi, colonizzata da francesi prima, e inglesi poi. Su Mauritius, l’isola di fronte al Madagascar tra le mete preferite degli italiani durante le vacanze natalizie, prima dell’arrivo dell’uomo, non c’era nessuno. Nessuna popolazione autoctona, nessuna fauna tipica, tranne il dodo, l’uccello simbolo epperò estinto da quasi duecento anni. Solo sterminate foreste, terre cosparse di colori accesi, si suppone per l’origine vulcanica, e chilometri di spiagge. Un paradiso terrestre che oggi è rimasto molto vicino alla sua versione originale, almeno sulla costa, con delle strutture che ne hanno valorizzato scorci e origine storica.

Un esempio è l’Oberoi: a solo 15 km dalla capitale, Port Louis, a nord-ovest dell’isola, è circondato da 20 acri di giardini tropicali, una varietà che è solo una minima parte di quella presente nei giardini botanici di Pamplemousse, poco più a nord. La sua posizione sulle coste della Turtle Bay è protetta, al punto che le acque fanno parte di un parco marino con barriera corallina annessa. Al suo interno vi sono quattro monumenti nazionali che testimoniano il periodo della colonizzazione. Quella che oggi si chiama Gunpowder room e viene usata per le degustazioni di rhum, inizialmente era una struttura usata per conservare la polvere da sparo. L’approccio zen (la catena di luxury resort è indiana) si estende a tutto, dalla SPA ai corsi di yoga e tai-chi svolti al tramonto di fronte al mare.

Ancora più a nord è il Trou-aux-Biches, il primo resort eco-friendly dell’isola: protetto dagli alisei e con lo sguardo al tramonto, il suo plusvalore è appunto nell’attenzione all’ambiente, con pannelli solari, processi di compostaggio e raccolta delle acque reflue. Tennis e golf, ma non solo: sulla spiaggia al suo interno si può fare kayak, paddleboarding, surf e windsurf. L’alternativa è godersi il clima sempre ottimale (anche a febbraio, nel picco massimo dell’estate, non si superano i 36° gradi) all’interno della propria villa, nascosta alla vista dalla vegetazione, con doccia esterna e piscina privata in ardesia.

Sulla costa est si trova invece Le Touessrok, della catena orientale Shangri-La: nelle acque calme della Baia di Eau Douce ci si rilassa, dedicandosi a sport acquatici. Il plus è a soli cinque minuti di barca e si chiama Ilôt Mangenie: un’isoletta privata di proprietà del resort, attrezzata con un ristorante sulla spiaggia (e con lo stesso wi-fi del resort), dove andare a rilassarsi,e camminare fino alla poco distante Isola dei Cervi, che oggi ospita uno dei più rinomati campi da golf dell’isola.

Per chi infine desidera sentirsi come un novello Robinson Crusoe, la catena Lux* ha pensato a Ile des deux Cocos: nella blue Bay, nella parte meridionale dell’isola, una delle zone considerate di maggiore bellezza, c’è un’isolotto raggiungibile con dieci minuti di barca. Sulla spiaggia attrezzata i turisti arrivano per una scampagnata giornaliera. Ma, appena dopo pranzo, quando parte l’ultima barca, chi ci può rimanere è solo chi ha riservato la villa, tre camere da letto, arredamento che ricorda il lontano Oriente, e terrazzo con vista sulla barriera corallina. Per godersi il privilegio di un’isola deserta. Con tutti gli agi della modernità.