La hall dell'Hotel New York di Rotterdam, terminal strategico per intercettare volti e racconti di turisti e avventori (Mattia Balsamini)
Il New York Hotel di notte, tra il World Port Center di Norman Foster (a sinistra) e il Montevideo firmato Mecano (Mattia Balsamini)
Vista dell'Hotel New York (Mattia Balsamini)
Un particolare degli interni dell'Hotel New York (Mattia Balsamini)
Gli indirizzi di Nathalie Maghtez. Nata a Parigi 49 anni fa, ha trascorso l’adolescenza a Bamako. È figlia di una provenzale che l’ha abbandonata in fasce e di un vietnamita che non ha mai conosciuto. È stata photo editor di FrancePress. Oggi, studia arte ad Amsterdam e dipinge. «Rotterdam m’ispira sempre», ammette (Mattia Balsamini)
Il primo indirizzo suggerito da Nathalie è Jordy’s, al Fenix Food Factory: tappa irrinunciabile per croissant e pane fresco (Mattia Balsamini)
Il secondo indirizzo di Nathalie è il Museum Bojimans Van Beuningen «dove ho visto le migliori videoinstallazioni della mia vita», dice. Qui, una performance al Boijmans, tra i capolavori di Bosch, Rembrandt e Dalí (Mattia Balsamini)
Terzo indirizzo di Nathalie: il Posse Espressobar, dove gustare un ottimo brunch (Mattia Balsamini)
Caffè e mostra fotografica nel Posse Espressobar, al 13 di Veerlaan, lungo la banchina che si scorge sul lato sinistro dell’hotel (Mattia Balsamini)
Il quarto indirizzo di Nathalie è il De Kaapse Brouwers, dove poter scegliere tra 20 diverse birre rare. La sua preferita è la Motueka, una lager da 8 gradi al gusto lime (Mattia Balsamini)
Gli indirizzi di Malou Van Der Molen, che si reca a Rotterdam ogni febbraio per la Art week «che ha superato quella di Amsterdam». 30 anni, curatrice e artista, ha appena vinto una borsa di studio finanziata dal Mondriaan Fund. «Vengo a Rotterdam per i musei, spesso più sperimentali di quelli che si trovano nella capitale», dice (Mattia Balsamini)
Il primo indirizzo di Malou è il Garage Rotterdam, specializzato in arte contemporanea e artisti emergenti, «dove a ogni inaugurazione vengono abbinate cene sperimentali, spesso vegetariane, coi tavoli sistemati sotto le opere», spiega (Mattia Balsamini)
L’ingresso del Garage Rotterdam (Mattia Balsamini)
Il secondo suggerimento di Malou è il Bar-Bar, dove i deejay riescono a miscelare musica elettronica e standard americani degli anni Quaranta e Cinquanta (Mattia Balsamini)
Il terzo indirizzo di Malou è il Van Nelle Fabriek, ex fabbrica di tabacco e chewing gum e capolavoro del costruttivismo, patrimonio Unesco dal 2014 trasformata in spazio espositivo. Qui un'installazione (Mattia Balsamini)
Gli indirizzi di Maud Mentink, 25 anni, che si consola dopo un periodo difficile con una gigantesca torta alle carote al tavolo dell’Hotel New York. Legge poesie del belga Martjin Teerlinck. A Maud piace il cibo sperimentale. E l’architettura che riesce a stargli dietro (Mattia Balsamini)
Il primo indirizzo di Maud è il ristorante Food Labs, dello chef stellato François Geurds (Mattia Balsamini)
Le cucine aperte di Food Labs (Mattia Balsamini)
Il secondo suggerimento di Maud è il Markthal, il mercato coperto inaugurato a ottobre davanti alle cube houses di Piet Blom. È un arco di 40 metri, decorato all’interno con un murales su alluminio forato. Un food market ma allo stesso tempo un condominio con terrazze digradanti, secondo un concetto unico in Europa (Mattia Balsamini)
Il terzo indirizzo di Maud: il Nhow bar, nell’hotel omonimo, con vista sull’Erasmus Bridge (Mattia Balsamini)
Gli indirizzi di Pascal Bannink, 42 anni. E' il parrucchiere al New York Barbershop, appassionato d’auto d’epoca (la sua Volvo del 1964 è sempre parcheggiata fuori dal negozio) e vintage deejay (Mattia Balsamini)
Il primo indirizzo di Pascal è il V11, nave-faro dove ballare lo swing e provare una favolosa cucina british (Mattia Balsamini)
Il secondo indirizzo irrinunciabile per Pascal è, ovviamente, il New York Barbershop dove lavora, situato al piano interrato dell'hotel (Mattia Balsamini)
Pascal al lavoro nel New York Barbershop, da 130 anni in mano alla famiglia Lagerman (Mattia Balsamini)
Siamo stati nella hall dell’esclusivo Hotel New York per raccogliere i suggerimenti di quattro turisti illustri. Che ci hanno svelato insoliti indirizzi
La hall dell’Hotel New York di Rotterdam, terminal strategico per intercettare volti e racconti di turisti e avventori (Mattia Balsamini)
1 / 24
Rotterdam
Il New York Hotel di notte, tra il World Port Center di Norman Foster (a sinistra) e il Montevideo firmato Mecano (Mattia Balsamini)
2 / 24
Rotterdam
Vista dell’Hotel New York (Mattia Balsamini)
3 / 24
Rotterdam
Un particolare degli interni dell’Hotel New York (Mattia Balsamini)
4 / 24
Rotterdam
Gli indirizzi di Nathalie Maghtez. Nata a Parigi 49 anni fa, ha trascorso l’adolescenza a Bamako. È figlia di una provenzale che l’ha abbandonata in fasce e di un vietnamita che non ha mai conosciuto. È stata photo editor di FrancePress. Oggi, studia arte ad Amsterdam e dipinge. «Rotterdam m’ispira sempre», ammette (Mattia Balsamini)
5 / 24
Il primo indirizzo suggerito da Nathalie è Jordy’s, al Fenix Food Factory: tappa irrinunciabile per croissant e pane fresco (Mattia Balsamini)
6 / 24
Rotterdam
Il secondo indirizzo di Nathalie è il Museum Bojimans Van Beuningen «dove ho visto le migliori videoinstallazioni della mia vita», dice. Qui, una performance al Boijmans, tra i capolavori di Bosch, Rembrandt e Dalí (Mattia Balsamini)
7 / 24
Rotterdam
Terzo indirizzo di Nathalie: il Posse Espressobar, dove gustare un ottimo brunch (Mattia Balsamini)
8 / 24
Rotterdam
Caffè e mostra fotografica nel Posse Espressobar, al 13 di Veerlaan, lungo la banchina che si scorge sul lato sinistro dell’hotel (Mattia Balsamini)
9 / 24
Rotterdam
Il quarto indirizzo di Nathalie è il De Kaapse Brouwers, dove poter scegliere tra 20 diverse birre rare. La sua preferita è la Motueka, una lager da 8 gradi al gusto lime (Mattia Balsamini)
10 / 24
Rotterdam
Gli indirizzi di Malou Van Der Molen, che si reca a Rotterdam ogni febbraio per la Art week «che ha superato quella di Amsterdam». 30 anni, curatrice e artista, ha appena vinto una borsa di studio finanziata dal Mondriaan Fund. «Vengo a Rotterdam per i musei, spesso più sperimentali di quelli che si trovano nella capitale», dice (Mattia Balsamini)
11 / 24
Il primo indirizzo di Malou è il Garage Rotterdam, specializzato in arte contemporanea e artisti emergenti, «dove a ogni inaugurazione vengono abbinate cene sperimentali, spesso vegetariane, coi tavoli sistemati sotto le opere», spiega (Mattia Balsamini)
12 / 24
Rotterdam
L’ingresso del Garage Rotterdam (Mattia Balsamini)
13 / 24
Rotterdam
Il secondo suggerimento di Malou è il Bar-Bar, dove i deejay riescono a miscelare musica elettronica e standard americani degli anni Quaranta e Cinquanta (Mattia Balsamini)
14 / 24
Rotterdam
Il terzo indirizzo di Malou è il Van Nelle Fabriek, ex fabbrica di tabacco e chewing gum e capolavoro del costruttivismo, patrimonio Unesco dal 2014 trasformata in spazio espositivo. Qui un’installazione (Mattia Balsamini)
15 / 24
Rotterdam
Gli indirizzi di Maud Mentink, 25 anni, che si consola dopo un periodo difficile con una gigantesca torta alle carote al tavolo dell’Hotel New York. Legge poesie del belga Martjin Teerlinck. A Maud piace il cibo sperimentale. E l’architettura che riesce a stargli dietro (Mattia Balsamini)
16 / 24
Il primo indirizzo di Maud è il ristorante Food Labs, dello chef stellato François Geurds (Mattia Balsamini)
17 / 24
Rotterdam
Le cucine aperte di Food Labs (Mattia Balsamini)
18 / 24
Rotterdam
Il secondo suggerimento di Maud è il Markthal, il mercato coperto inaugurato a ottobre davanti alle cube houses di Piet Blom. È un arco di 40 metri, decorato all’interno con un murales su alluminio forato. Un food market ma allo stesso tempo un condominio con terrazze digradanti, secondo un concetto unico in Europa (Mattia Balsamini)
19 / 24
Rotterdam
Il terzo indirizzo di Maud: il Nhow bar, nell’hotel omonimo, con vista sull’Erasmus Bridge (Mattia Balsamini)
20 / 24
Rotterdam
Gli indirizzi di Pascal Bannink, 42 anni. E’ il parrucchiere al New York Barbershop, appassionato d’auto d’epoca (la sua Volvo del 1964 è sempre parcheggiata fuori dal negozio) e vintage deejay (Mattia Balsamini)
21 / 24
Il primo indirizzo di Pascal è il V11, nave-faro dove ballare lo swing e provare una favolosa cucina british (Mattia Balsamini)
22 / 24
Rotterdam
Il secondo indirizzo irrinunciabile per Pascal è, ovviamente, il New York Barbershop dove lavora, situato al piano interrato dell’hotel (Mattia Balsamini)
23 / 24
Rotterdam
Pascal al lavoro nel New York Barbershop, da 130 anni in mano alla famiglia Lagerman (Mattia Balsamini)
24 / 24
Un tempo si veniva qui solo per andarsene. Oggi, si transita dalla lobby dell’Hotel New York di Rotterdam da passeggeri privilegiati. Ci si imbarca e si sbarca a piacimento, su questo avamposto affacciato sul promontorio di Kop Van Zuid, lasciato senza tregua dal sole e dagli spruzzi d’acqua sollevati dalle chiatte. Si arriva da e si va verso. E poi si torna sempre, perché un plateau royale con cinque tipi di ostriche diverse per dimensioni e mineralità, da ordinare affacciati sul fiume Maas e sul secondo porto più grande del mondo, lascia sempre un sapore setoso in bocca. È un ponte levatoio di destini liberi, questo albergo. Pieno di vivi e di fantasmi. Visto che per oltre un secolo gli esseri umani che frusciavano nella sua porta girevole lo facevano per emigrare verso il nuovo mondo sui battelli a vapore della Holland-Amerika Lijne, una compagnia di navigazione che in questo edificio ha avuto sede per un secolo. Tra le sue mura di mattoni rossi, seduti al tavolo più in vista, Icon ci ha passato 5 giorni, senza uscire mai.
Siamo stati il concierge occulto e il confessore appoggiato al bancone del bar, raccogliendo storie, racconti sulla città, luoghi dove cenare o ballare, consigli per vedere arte e architettura. Ma anche portati altrove, come è accaduto grazie allo sfizio intercontinentale di Nadir, per esempio, ingegnere all’Erasums Medical Center, che sfrutta la connessione wi-fi della hall per fare check-in sul suo volo di domattina: «vado a fare snowboard a Furano, in Giappone. Le alpi europee mi hanno annoiato», dice. O Helene, avvocato di 47 anni che ha appena aderito a una setta cristiana de l’Aja che si chiama City Life Church, e cerca di fare proseliti. Oppure Martin, che è arrivato da Brema perché al New York Barbershop, il parrucchiere old school all’interno dell’albergo, utilizzano una brillantina ormai introvabile in Germania: la Murray’s. Ordinando tè alla menta fresca e gamberi della Groenlandia, ostriche piatte dello Zeeland e lumache di mare pescate sulle spiagge olandesi di Harleem abbiamo vissuto protetti in una bolla, lontani da ogni pericolo, come se nulla di male ci potesse mai capitare. Un viaggio nuovo. Senza spostarsi di un solo passo. Surfando sulle vite degli altri.