Tre opere del celebre videoartista dialogano con gli spazi della Cripta di San Sepolcro

Anima e corpo. Da sempre, Bill Viola esplora la natura umana nella sua interezza, analizzandone la percezione sensoriale e l’elevazione spirituale. Le sue video-installazioni raccontano l’universalità dei sentimenti umani, trascendendo luoghi e confini temporali. ‘Tutta l’arte è contemporanea, tutta l’arte è senza tempo‘, ama spesso ripetere. La spiritualità si fonde con la dimensione fisica, con il confronto con gli elementi, con l’acqua, il fuoco, la terra.

Non stupisce dunque che ad accogliere la sua nuova mostra – a soli tre mesi dall’acclamata Rinascimento Elettronico di Palazzo Strozzi di Firenze – sia proprio un luogo sacro: la Cripta di San Sepolcro di Milano, riaperta un anno e mezzo fa dopo ben 50 anni. “L’ombelico di Milano”, come l’aveva definita l’arcivescovo Carlo Borromeo a fine ‘500.

Qui, tra i colonnati ipogei risalenti al 1030, oggetto di studio di Leonardo da Vinci, sono allestite tre opere dell’artista. La prima è The Quintet of the Silent (2000), in cui vengono indagate le emozioni umane attraverso la mimica di cinque uomini, ognuno sopraffatto da sentimenti diversi. Bill Viola sviscera le reazioni dei personaggi attraverso la tecnica dello slow-motion, le viviseziona secondo dopo secondo, in un sali e scendi di sensazioni emotive. L’uso caravaggesco dei colori e l’intensa rappresentazione delle emozioni – drammatiche, teatralizzate – ricordano la sua fascinazione per l’arte rinascimentale.

Si prosegue poi con The Return (2007), che segue una donna nella sua esperienza trasformativa, nel suo passaggio attraverso una soglia invisibile ma violenta, che segna il confine tra la vita e la morte.

Chiude il percorso Earth Martyr (2014), una delle quattro opere che costituiscono l’installazione permanente Martyrs, in cui Viola mette a contatto l’uomo con l’elemento della terra, sotterrandolo per poi lentamente liberarlo.

Una piccola mostra-evento per immergersi nell’arte di Bill Viola, pioniere della video-arte ma soprattutto abile narratore dell’animo umano.

Milano, Cripta di San Sepolcro, fino al 28 gennaio