I quattro elementi
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Per la realizzazione de I libri d’acqua (ilibridacqua.it), l’autore Antonio Nocera ha attinto dalla tradizione artigiana veneziana l’uso sapiente di materiali pregiati come la carta e il vetro. Dominano tutto il progetto le acque limpide o scure, calme o impetuose del mare sul quale galleggiano nidi carichi, che rimandano alle imbarcazioni che in tutte le epoche hanno solcato i mari in cerca di una nuova casa. Curata da Louis Godart e Laura Fusco, la mostra è visitabile dall’1 giugno al 24 novembre. Nella foto, Il Naufragio (2011) / Photo by Luca Nocera.
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Il respiro è il protagonista di un’inedita rappresentazione dell’opera Breath, video a 4 canali dell’artista iraniana Shizareh Houshiary (shizarehhoushiary.com), messa a disposizione dal Salomon R. Guggenheim Museum di New York e curata da Lisson Gallery (lissongallery.com). Nell’area rettangolare, coperta da “un velo” di feltro nero, quattro schermi emettono il suono del canto evocativo di diverse tradizioni religiose, coreografato con immagini che rappresentano il respiro dei cantori. I suoni fluttuano intensi e sfumano, riempiono la stanza e si espandono oltre il muro, dando un senso di unità all’interno e di molteplicità fuori dal perimetro dell’opera.
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Accoglie il visitatore con la luce vibrante dell’installazione di U-ram Choe la raccolta di lavori degli artisti coreani più rappresentativi in Who is Alice?, a cura di Chu-young Lee. Allestita come un viaggio fantastico in uno scenario da sogno che si snoda attraverso dieci stanze dello spazio Lightbox (light-box.it, dall’1 giugno al 24 novembre). Nella foto, Pendulum of Secret – Occultus Libramentum (2009) / Courtesy of the Artist and the National Museum of Contemporary Art, Korea.
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Alluminio, vetro, lampade, disegni, quadri e foto invadono le pareti e i pavimenti del piano nobile di Palazzo Falier (San Marco 2906, Calle Falier 30124, dal 30 maggio al 24 novembre), reso dall’artista portoghese di fama mondiale Pedro Cabrata Reis un intrico di traiettorie casuali che si impossessa letteralmente dello spazio e invita il visitatore a entrare nell’opera della mostra A Remote Whisper (pedrocabritareis-palazzofalier.org), curata da Sabrina van der Ley. Nella foto, A Remote Whisper. Photo by Joao Joã̃o Ferrand / PCR Studio.
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Un nuovo capitolo dello storico rapporto tra Venezia e la Cina lo scrive la personale dell’artista Ai Weiwei, realizzata con la Lisson Gallery (lissongallery.com). Saranno due le sedi ospitanti di Ai Weiwei – Disposition: il Zuecca Project Space (zueccagallery.com) e la Chiesa di Sant’Antonin (sestriere Castello). La prima espone una versione ingrandita della celebre installazione Straight, centinaia di barre di acciaio recuperate dalle macerie delle scuole colpite dal terremoto della regione di Sichuan del 2008 (nella foto). Photo by Ai Weiwei.
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Sospesa nell’aria, l’installazione site specific dell’artista americano Arthur Duff si vede solo all’imbrunire. Promosso da Studio Oredaria (oredaria.it) e Studio la Città (studiolacitta.it), Precious Objects – Extraordinary Individuals (arthurduffvenice.com) appare sopra il giardino tra i frontoni di due palazzi affacciati sul Canal Grande. I raggi laser verdi proiettano in loop i risultati di mesi di indagine fatta via mail, chiedendo a decine di persone di raccontare un oggetto o un individuo straordinario. Le espressioni più significative penetrano nel paesaggio urbano e mettono in stretta relazione l’opera con l’osservatore.
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Come un fascio raggi di luce sprigionati da un prisma, i fili colorati usati dall’artista Faig Ahmed fendono l’aria tra le pareti dello spazio espositivo e, all’estremità formano un “arazzo” dai disegni geometrici d’ispirazione tradizionale. È uno dei lavori esposti all’evento collaterale Love Me, Love Me Not (loveme-lovemenot.com) che mette in mostra lavori diversi di artisti provenienti da Azerbaijan, Iran, Turchia, Russia e Georgia, a cura di Dina Nasser-Khadivi, negli spazi della Tesa 100 dell’Arsenale Nord. Nella foto, Untitled (2012) di Faig Ahmed.
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In Nell’acqua capisco (fino al 29 settembre) l’elemento liquido è il protagonista delle opere di 17 tra artisti giovani e affermati a livello internazionale. Tra gli obiettivi del progetto di Lea Mattarella e Claudio Libero Pisano, quello di misurare la capacità evocativa di generazioni diverse. Nella mostra, divisa tra l’Ateneo Veneto (Campo San Fantin) e le Procuratie Vecchie (Piazza San Marco), l’acqua è la zona sospesa, veicolo di relazioni e comunicazioni, sentimenti o aspirazioni, e luogo dove perdersi per cercare risposte. Nella foto, Swell, 2013 di Laurel Holloman / Photo by Emanuelle Bazille.
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Ritorna per la terza edizione, Glasstress. White Light/ White Heat (glasstress.org, dall’1 giugno al 24 novembre 2013), appuntamento curato da Adriano Berengo e James Putnam. La sfida per artisti internazionali come Ron Arad, Joana Vasconcelos, Tracey Emin e Karim Rashid è confrontarsi con la materia che nasce dal fuoco e interpretarne la varietà illimitata di forme e superfici, di colori e riflessi. Nella foto, l’opera di Tracey Emin, Docket (2013).