Il mirto è tra le note olfattive ideali per le ultime settimane estive

Il mirto, insieme al fico, è tra gli ingredienti di punta dei nasi quando creano una fragranza per l’estate. Complice la sua presenza nel Mediterraneo e nelle località di villeggiatura, riporta alla mente il mare e le vacanze e si accompagna perfettamente a note leggere e fresche. Per questo è adatto per la fine della stagione, una sorta di ricordo olfattivo.

Miti, leggende, usanze. Questo sempreverde, le cui bacche germogliano tra novembre e gennaio, ha alle spalle millenni di storia tra miti e usanze. Per esempio, nel Rinascimento il mirto simboleggiava la fedeltà e l’amore eterno: ancora oggi qualche rametto viene nascosto nei bouquet delle spose come portafortuna. Un vecchio detto inglese recita “Myrtle for remembrance”, “il mirto per ricordare” e persino la mitologia racconta che dopo che Paride scelse Venere, la dea legò indissolubilmente questa pianta all’amore. Non solo, ma nel Medioevo il distillato di mirto era chiamato “acqua degli angeli” perché il suo aroma era indefinito e ritenuto magico.

Tradotte in profumo. Limone, gelsomino, bergamotto, basilico, pompelmo sono un po’ le note classiche che esaltano il mirto e che richiamano la macchia mediterranea. Ma non sono di certo le uniche. Le more ricordano una passeggiata nella campagna inglese durante l’infanzia, l’angelica e le bacche di ginepro evocano una giornata di pioggia estiva. E poi ancora lo yuzo giapponese, un agrume tra il limone e il mandarino, dona un che di esotico alla fragranza, il caffè e il gianduia per un risultato più fumoso quasi: versatile, il mirto aleggia leggero su note contrastanti e a volte inattese.