Tre idee per il relax di corpo e mente

Tre idee per il relax di corpo e mente

di Stefania Medetti

Dal salone di bellezza for him di Los Angeles alla open house londinese dove il caffé si paga con il tempo di permanenza fino al social space alle porte di Boston

Cosa hanno in comune Los Angeles, Londra e Somerville, cittadina a un passo da Boston? Sono tre luoghi in cui hanno aperto i battenti locali innovativi in cui sentirsi a casa, anche lontano da casa. Partiamo da Los Angeles: a metà strada fra Beverly Hills e Hollywood, c’è Hammer & Nails (nella foto qui sopra), il primo salone esclusivamente “for him” , dove farsi fare manicure e pedicure tra poltrone di pelle king size, schermi e cuffie per l’intrattenimento personalizzato, luci soffuse e birra. Niente colori pastello, ma un menu che va dalla cura periodica alla rimessa in forma di mani e piedi, con prezzi da 25 a 110 dollari, bevande incluse.

A Londra, al 388 di Old Street, nel cuore di Shoreditch, ha aperto i battenti Ziferblat Café , una ‘open house’ dove il caffè si paga con il tempo di permanenza che costa pochi centesimi al minuto. Basta suonare il campanello e farsi due piani di scale. All’interno dell’appartamento è tutto gratuito: il caffè, il tè, la musica, la rete. L’idea è di Ivan Mitin, 29 anni, che si è fatto le ossa lanciando la stessa formula in Russia. L’accoglienza è totale. C’è un microonde a disposizione di chi vuole scaldarsi qualcosa da mangiare portata da casa e poi ancora: una macchina per fare il caffè, tavoli, sedie, divani, una cucina dove lavare le stoviglie. Se il tema forte è il tempo, dunque, l’invito è riprenderselo. Non a caso, anche la password wifi è “take your time”. E in un città che va di fretta Ziferblat, aperto dalle dieci del mattino a mezzanotte, non passa inosservato.

Sempre a proposito di social space, The Brooklyn Boulders Somerville è uno spazio che ridefinisce il concetto (e i confini) di creatività e produttività. Nei suoi 3.700 metri quadri, infatti, condensa un’area co-working, una zona relax, una palestra e pareti da arrampicata. “Arrampicarsi è uno sport molto cerebrale”, precisa Jesse Levin che lo gestisce. L’obiettivo, infatti, è attrarre un pool di talenti diversificati e tante start up. Da qui, per esempio, sono passati anche Uber  e Puma. In un tempo di social networking, anche lo spazio lavorativo vuole la sua parte, lontano dai soliti cubi