

I bagni pubblici più belli del mondo (sì, esistono)
In certi posti, anche la toilette è una destinazione. Design, arte e panorama: ecco dove la sosta vale il viaggio
Mettiamo da parte tutto ciò che pensiamo di sapere sui bagni pubblici. La toilet paper grigiastra, i neon tremolanti, l’odore di ammoniaca che ti aggredisce appena varchi la soglia. Non siamo nel bagno dell’autogrill di Ferragosto; né in quello di Trainspotting. Oggi parliamo di tutt’altro: di toilette che sembrano uscite da una biennale, di architetture che ti fanno venire voglia di trattenerti, in cui anche l’urgenza si fa bellezza. Dove la pausa non è solo necessaria, ma desiderabile.
In giro per il mondo, c’è chi ha preso il concetto di bagno pubblico e l’ha ribaltato. Ne esistono alcuni così spettacolari da essere diventati mete turistiche, simboli architettonici o piccoli capolavori d’arte urbana. Non ci credi? Allora preparati a rivalutare ogni sosta.
5 bagni pubblici da vedere una volta nella vita
Deji Plaza, Nanchino (Cina)

Al sesto piano del Deji Plaza, in Cina, c’è un bagno che ha più specchi di una boutique Balenciaga e più piante di una casa in copertina su un magazine di design. Progettato dallo studio X+Living, è un tripudio di dorature, motivi floreali, velluti, arredi lounge e dettagli déco degni di un hotel a sette stelle. Specchi dorati, corridoi decorati come serre tropicali, chaise longue, stazioni di ricarica per telefoni e persino un’area lounge per rilassarsi. E non si tratta di un angolo vip per fashionisti. È accessibile a tutti. Anzi, spesso lo si raggiunge apposta, come si farebbe con un’installazione d’arte. C’è chi ci ha scattato il selfie più bello del viaggio. E chi ha dimenticato perché era entrato.
Tokyo Toilet Project, Shibuya (Giappone)

Nel quartiere di Shibuya, i bagni pubblici sono firmati da archistar. Letteralmente. La Nippon Foundation ha chiamato all’appello Shigeru Ban, Tadao Ando, Fumihiko Maki e altri nomi da manuale di architettura contemporanea per firmare 17 toilette trasformate in micro-monumenti urbani. È il Tokyo Toilet Project. Il bagno più celebre? Quello di Ban: pareti in vetro colorato che, da fuori, lasciano vedere tutto, ma diventano opache quando chiudi la porta. Un gesto di fiducia nel design, nella tecnologia e, perché no, nella natura umana. Alcuni bagni parlano, altri si illuminano a LED. In ogni caso: ne vale il viaggio. E oggi esistono persino tour guidati per vederli tutti, come fossero templi. Della privacy, ovviamente.
Scenic Routes, (Norvegia)

In Norvegia, anche andare in bagno diventa un’esperienza contemplativa. Lungo le Scenic Routes – 18 strade panoramiche progettate per fondere architettura, arte e natura – si incontrano toilette che non sfigurerebbero in un museo d’arte contemporanea. Cemento, acciaio, vetro, linee pulite e paesaggi da togliere il fiato in dialogo con la natura circostante. Il caso più celebre è Ureddplassen, nel nord del paese: una terrazza sospesa sul fiordo di Holandsfjorden, affacciata sul ghiacciaio Svartisen. Il bagno, una struttura curva in vetro satinato e cemento levigato, sembra un’onda congelata, in pieno dialogo con l’Artico. Di giorno, è un rifugio per viaggiatori stanchi; di notte, uno dei posti migliori per osservare l’aurora boreale… comodamente seduti sul trono più silenzioso del mondo.
Hundertwasser Toilets, Kawakawa (Nuova Zelanda)

Immagina di trovarti in una minuscola cittadina neozelandese, circondato da verde, mucche e silenzio. Poi, improvvisamente, una toilette. Ma non una qualsiasi: una struttura psichedelica, colorata, disegnata da Friedensreich Hundertwasser; artista visionario e antiminimalista per eccellenza. Piastrelle storte, colonne irregolari, vetri multicolor e perfino un albero che cresce al centro. Il tutto in uno spazio pensato per le funzioni più… terrene. È il bagno pubblico più fotografato della Nuova Zelanda. E anche uno dei più visitati. A dimostrazione che l’arte può davvero essere ovunque. Anche dove meno te lo aspetti.
Lavatory Madeleine, Parigi (Francia)

Nel cuore della capitale francese, proprio accanto alla chiesa della Madeleine, si cela uno dei segreti meglio custoditi della Ville Lumière: il Lavatory Madeleine, uno dei primi bagni pubblici sotterranei di Parigi, inaugurato nel 1905 e riportato al suo splendore nel 2023. Mosaici floreali, boiserie in legno, lampade d’epoca e specchi dorati: sembra l’anticamera di un bistrot Belle Époque, ma si entra per ben altri motivi. Sì, l’accesso è a pagamento. Ma in cambio, ricevi molto più di un sollievo: un tuffo nel tempo, un’esperienza estetica inattesa e, chissà, una nuova risposta alla domanda “qual è il posto più bello in cui sei stato a Parigi?”