Design animalier. Luci, oggetti tra zoomorfismi, gioco, design

Design animalier. Luci, oggetti tra zoomorfismi, gioco, design

di Digital Team

I progetti per luci e arredi ispirati alle forme dei più diversi animali continuano a divertire. Il successo di pubblico è assicurato e le aziende ampliano con intelligenza le loro proposte

Una certa zoofilia più o meno dichiarata nel design la si rintraccia da sempre. Chi ha buona memoria ricorderà che una ventina d’anni fa Silvana Annichiarico, in Triennale a Milano, curò una piccola mostra di zoomorfismi firmati nei decenni dai bei nomi del progetto italiano. È un trend spesso giocoso che non sembra soffrire modi e correnti, ma prosegue imperterrito, come fosse – modo suo – un divertissement che fa sorridere e non fa ma a nessuno cui aziende e designer ricorrono periodicamente, con la certezza che al pubblico  piacerà. Uno che con il gioco e la leggerezza bene applicati ai grandi numeri dell’industria si è costruito una notevole fama è Stefano Giovannoni. È lui l’autore Mida di tante collezioni di  bestioline e personaggini per Alessi e ormai da alcuni anni, con l’avventura Qeeboo, sta mietendo nuovi successi. Giraffe, gorilla, coniglietti, tartarughe: ce n’è per tutti i gusti e simpatie.  Anche tra le novità 2023: come la Hungry Frog Lamp, goloso  ranocchio che si è pappato il bulbo della lampadina che ora splende nel pancino. 


Sulla stessa onda divertita/divertente viaggia la Seletti, anch’essa con un successo indiscutibile. La fiera parigina Maison&Objet di questi giorni è il palcoscenico ideale per presentare alcune novità. Tra queste, rispondente al nostro tema, è Piggy Bank; come si  intuisce è il classico porcellino salvadanaio che Marcantonio (designer blockbuster oggi) rilegge con l’arte giapponese del Kintsugi – tecnica che utilizza l’oro per riparare la porcellana trasformando così le imperfezioni in caratteristica unica e preziosa. 


Sempre sul sunny side of design è Matteo Ugolini che, con la sua azienda Karman, propone addirittura la collezione Zoo di illuminazione, nel nome dell’ironia. Un esempio? La nuovissima Maoo, applique o lampada da tavolo formata da un gatto che sembra balzare fuori dal muro o dal piano del tavolo, e dall’inevitabile topolino racchiuso nella sfera luminosa. Il corpo del micio, come tutti gli animali della Zoo, è di ceramica (bianca opaca o nero antracite), mentre la sfera è in vetro con sticker interno a forma di topino.


C’è poi tutto il versante più rigorosamente “design” con cui abbiamo iniziato. Il più recente esempio (un altro remake, tanto per non smentire l’odierno trend) è la lampada Aspide, firmata ormai 50 e più anni fa da Gianfranco Frattini, e oggi riproposta dalla danese Gubi. Sinuosa come appunto un serpente (del resto Frattini è il papà con Livio Castiglioni anche della Boalum di Artemide, sempre 1970) equilibrata e luccicante, permette di creare sia una luce diretta per lavorare o leggere, che indiretta. Il corpo della lampada è composto da tubi di ferro piegati e inseriti all’interno di una struttura in acciaio appositamente ingegnerizzata che permette a due parti distinte della lampada, la testa e il collo, di ruotare attorno al proprio asse di 350°. Semplice, geniale; serve altro?