Da Claudia Cardinale a Vittoria Puccini, passando per B.B: le icone femminili che hanno reso il Festival un appuntamento glamour

Greta Garbo, Marlene Dietrich e Katharine Hepburn: basterebbero i nomi di queste tre icone del glamour hollywoodiano a rendere qualunque appuntamento mondano degno dei maggiori rotocalchi. Presenze le loro, che sono state le prime ma non le uniche a brillare sulla esclusiva passerella del Festival del cinema di Venezia, che inaugurerà la sua 71esima edizione il 27 Agosto. 

La divina Garbo, infatti, ammaliò spettatori e colleghi con la sua presenza al Lido nella terza edizione della mostra, nel 1935, protagonista di Anna Karenina, pellicola vincitrice dell’allora massimo riconoscimento, la Coppa Mussolini per il miglior film straniero. Dello stesso anno è Capriccio spagnolo, nel quale Marlene Dietrich incarna la sensuale cortigiana Concha Perez. Ancora prima, nel 1934, è Katharine Hepburn a calcare con grazia il palcoscenico, sullo schermo e fuori, con una performance in Piccole Donne di George Cukor che le valse la miglior interpretazione femminile.

Nomi leggendari per bellezze altere e irraggiungibili, a cui presto se ne aggiungono altri, di uguale spessore. Per apprezzarle bisogna però aspettare la fine della seconda Guerra Mondiale, e il conseguente cambiamento dei vertici artistici, che negli anni del conflitto avevano premiato film propagandistici, italiani o tedeschi. Con il palazzo del Cinema requisito dagli alleati, la mostra trova la sua sede al Cinema San Marco, dove non si fanno attendere le star. A brillare sono le italiane, protagoniste delle prime pellicole del Neorealismo, Anna Magnani su tutte, che, in un drammatico abito nero con scollo a cuore, nel 1947 guadagna la Coppa Volpi per l’intepretazione nel film L’onorevole Angelina. Insieme a lei spiccano i nomi di Alida Valli e dell’icona hollywoodiana Rita Hayworth.

Il festival raggiunge il momento di massima fama e riconoscibilità nel decennio successivo, quando le dive nostrane si scontrano a colpi di fascino con le bellezze francesi: Sophia Loren vince il premio per la miglior interpretazione in Orchidea Nera, pellicola del 1958, ma nello stesso anno si fa notare anche Brigitte Bardot in La ragazza del peccato. Il binomio si ripropone la decade successiva, con Catherine Deneuve che salta agli onori delle cronache nel peccaminoso e acclamato film di Luis Buñuel, Bella di giorno, nel quale la francese più amata da voce e corpo a una signora borghese dai molti tabù che trovano risposta in una casa d’appuntamenti. Sul fronte italiano spicca la giovane stella di Monica Vitti, raffinata artista protagonista della pellicola Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni del 1964, con il quale avvierà un sodalizio artistico e affettivo.

Gli anni che seguono, complice la rivoluzione e i disordini sessantottini, vedono edizioni del festival un po’ sottotono, alcune delle quali rinunciano addirittura all’assegnazione dei premi. Per il ritorno sul Lido delle dive d’oltreoceano bisognerà aspettare gli anni novanta, quando a fare la loro apparizione non sono solo le più acclamate attrici (Nicole Kidman) ma anche registe dal talento innegabile (Jane Campion).

Storie e premi scritti nella storia della manifestazione più antica, superata in anzianità solo dagli Oscar, tra cui abbiamo scelto dieci nomi che con la loro presenza, sullo schermo o sul red carpet della manifestazione, hanno contribuito a rendere il festival del cinema di Venezia un’istituzione ad alto tasso di glamour. Da Silvana Mangano, che, dieci anni dopo la partecipazione a Miss Italia, calca il red carpet veneziano come protagonista di uno dei più noti film del maestro Monicelli, La grande guerra, alla giovanissima Claudia Cardinale, capofila della nuova generazione degli attori italiani degli anni cinquanta, passando per la prorompente Brigitte Bardot, catalizzatrice di sguardi e attenzioni, e Laetitia Casta, epitome del moderno fascino francese. Una lista per immagini che non dimentica le nuove promesse del cinema italiano, dal fascino etereo e botticelliano di Vittoria Puccini all’algida Alba Rorhwacher, vero asso pigliatutto del cinema italico, protagonista dell’unica pellicola tricolore in concorso quest’anno, Hungry Hearts di Saverio Costanzo.

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