Dal debutto a cinque stelle nel film The Dreamers di Bertolucci al Calendario Campari. Storia per immagini dell’ultima femme fatale

Si chiama Eva Green, si legge femme fatale.

Ha proprio tutto della seduttrice l’attrice trentaquatrenne, divenuta nuova protagonista del Calendario Campari. Una Marianna dal lato oscuro, Eva Green incarna alla perfezione, e senza sembrare sforzarsi molto, l’immagine stessa della seduzione. Sorriso accennato, alla maniera delle divine francesi, da Catherine Deneuve a Fanny Ardant, su un incarnato d’ebano, condito da uno sguardo di ghiacchio, retaggio genetico del papà svedese. Il suo sex appeal si esprime al massimo grado nelle foto di anticipazione del Calendario, dal titolo Mythology Mixology, percorso per immagini dei 150 anni di storia del marchio, scattato per la prima volta da una donna, Julia Fullerton-Batten.

Lo stesso appeal che le ha fatto guadagnare il suo primo ruolo di maliarda naive in The Dreamers, il film di Bertolucci nel quale è stata protagonista di un ménage à trois insieme a Michael Pitt e Louis Garrel, sullo sfondo i disordini del Sessantotto. Un trampolino di lancio a cinque stelle, che l’ha proiettata direttamente ad Hollywood, dove ha interpretato Vesper Lynd, la spia russa che si innamora di Bond, quinta attrice francese a divenire Bond girl dopo Corinne Clery, Claudine Auger, Carole Bouquet e Sophie Marceau. Le è seguita solo Lea Seydoux, da pochi giorni confermata come sesta Bond Girl francese accanto a Daniel Craig. 

Nonostante ciò, Eva sembra abbastanza insofferente all’etichetta da seduttrice pericolosa che giornali e rotocalchi vogliono affibbiarle: è proprio per non divenire uno stereotipo che rifiuta il ruolo di Madeleine in Black Dahlia, film di Brian De Palma del 2006, personaggio che poi prenderà corpo con Hilary Swank. Una maledizione alla quale però non sembra in grado di sottrarsi completamente: nel nuovo Sin City diretto da Robert Rodriguez e uscito un mese fa nelle sale, dà corpo ad Ava Lord, la più pericolosa tra tutte le donne dell’universo della graphic novel di Frank Miller, pur senza indossare neanche un’arma. Una carica erotica prorompente, che porta gli americani a censurare il poster pubblicitario del film che la vede protagonista, addosso una vestaglia nera trasparente. 

Misteriosa, poco o nulla si sa della sua vita privata, almeno dopo la fine della sua ultima relazione con il collega Marton Csokas, nel 2009. Caratteristica, quella del mistero, che traduce anche nelle sue scelte di stile: Eva non rinuncia mai ad abiti lunghi, corredati da beauty look ed acconciature ad alto tasso di drammaticità. Vera erede in carne ed ossa di Jessica Rabbit, punta su colori accesi, coraggiosi, determinati, il rosso borgogna e il nero su tutti. La malizia è negli scolli, raffinati come quelli sulla schiena, o sulle trasparenze che si intuiscono tra i preziosi ricami. Rinunciare al lungo si può, ma solo per outfit maschili, pantaloni neri a vita alta e blazer sartoriali, che ingentilisce con top in pizzo. Letale, anche senza un centimetro di pelle in vista.