Il Costume Institute di New York dedica una mostra al perfetto abbigliamento da lutto, dall’800 ad oggi, Kate Moss inclusa

La morte ti fa bella. Letteralmente.

La pensa così persino l’autorevolissimo MET, che, dal 21 Ottobre ha inaugurato presso il suo Costume Institute la mostra Death becomes her: A Century of Mourning AttireL’esposizione, che si compone di circa trenta abiti della collezione privata dell’Istituto, alcuni mostrati al pubblico per la prima volta, illustra l’evoluzione degli standard modaioli dedicati al perfetto look da cerimonia funebre, dal 1815 in poi.

Una sola costante, quella del nero come cromia predominante, a colorare abiti sontuosi, che modificano sensibilmente la silhouette man mano che le decadi si susseguono. Si passa così dagli ampi vestiti con le scenografiche sottogonne rigide e i corsetti strizzati in vita del 1860 a volumi più morbidi, gonne scivolate (seppur sotto innumerevoli strati di taffetà e lavorazioni elaborate), corredate da ricami preziosi e scintillanti, che soddisfano con discrezione la vanità, anche durante il cordoglio. Un fenomeno di stile trasversale, che, nelle parole di Jessica Reagan, l’assistente del curatore Harold Koda ‘illustra come gli standard modaioli si siano sviluppati partendo dalle personalità di maggiore influenza, come ad esempio le regine (in mostra vi sono infatti anche gli abiti da lutto della Regina Vittoria e della Regina Alessandra, ndr) arrivando alle classi minori, attraverso le riviste di moda dell’epoca. Gli abiti erano poi già disponibili nei magazzini dedicati, che proliferavano nelle città americane ed europee del 1850‘. A completare la mostra, e a restituirci così l’intera storia del distinto fascino del lutto, accessori, foto d’epoca, e dagherrotipi.

Un fascino che, con modalità e silhouette diverse, è poi proseguito attraverso gli anni, riuscendo a proteggere la donna da sguardi curiosi o indiscreti, senza però renderla invisibile. Se l’espressione addolorata di Pola Negri al funerale del collega e compagno Rodolfo Valentino era coperto da un velo leggero, come imponeva la moda degli anni venti, più spesso era quello, passato alla storia, di Jackie al funerale del Presidente degli Stati Uniti John Kennedy. Oggi,nell’era del minimalismo, lontano anni luce dagli scenografici ensemble di inizio secolo scorso, la moda e la morale comune poco concedono alla vanità. Un teorema che può essere eluso con sottile discrezione, magari con un solo dettaglio. Al Memorial di McQueen, genio della moda e indiscusso re di un maliconinco e teatrale stile gotico, le sue amiche e modelle Naomi e Kate gli hanno infatti reso omaggio nel modo che conoscono meglio: con i vestiti. Se Kate ha preferito un total black in pelle ravvivato solo dalla suola rosso lacca delle sue Louboutin, Naomi ha optato, in pieno stile McQueen, per un cappotto piumato. Perché, come sostiene anche il MET, l’eleganza non può abdicare, neanche di fronte alla morte.