A Merano, una selezione di progetti tra passato e presente. Tre motivi per andarci

Si può addomesticare una montagna? Di sicuro, si può ingaggiare una sfida molto interessante con lei (e il suo clima). Gli architetti in effetti ci provano da sempre, tra chi tenta un dialogo con l’ambiente e chi vuole imporre la propria supremazi. A mostrare idee e progetti la mostra Alpi, Luoghi da Sogno, nell’ambito della manifestazione  Alpi, Architettura, Turismo che inaugura a Merano il 30 maggio. Tre motivi per andarci.

L’immaginario. Il primo motivo, anzi la forza motrice. Perché a secondo della propria visione del mondo, costruire sulle Alpi assume significati molto diversi. Video, foto e filmati raccontano come l’immaginario sia cambiato nel corso della storia per contestualizzare progetti e idee visionarie di ogni epoca.

Edifici invisibili. La mostra espone progetti e disegni di costruzioni realizzate accanto a quelle che non hanno mai visto la luce. E molti di questi per la prima volta sono stati costruiti in miniatura, in modellini tridimensionali. Accanto a cose note, come la Colonia Fiat nella Torre Balilla di Sauze d’Oulx, progettata da Vittorio Bonadè Bottino nel 1937,  ci sono strutture decisamente oniriche, come la Funivia delle Dolomiti, disegnata da Gio Ponti, per collegare Bolzano a Cortina, passando per Ortisei.

Sport e ambiente. Due elementi irrinunciabili, per chi va in montagna. Chi la ama, difficilmente rinuncerebbe ad uno dei due. Gli architetti Adolf Loos, Marcel Breuer, Bruno Taut, Franz Baumann, Henry Jacques Le Même, Jean Prouvé, Charlotte Perriand, fino al recente progetto per un bivacco d’alta quota di Ross Lovegrove sono sintonizzati proprio su sport e ambiente. Ma le declinazioni possibili sono davvero infinite.

p.s.

La mostra, ad alto tasso di visionarietà, è perfetta per chi ha amato il film Grand Budapest Hotel di Wes Anderson.

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Alpi, luoghi da sogno, Merano, 30 maggio – 7 settembre