Carlos Alcaraz fa la storia: ecco chi è il nuovo re del tennis
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Carlos Alcaraz fa la storia: ecco chi è il nuovo re del tennis

di Andrea Giordano

Carlos Alcaraz, 20 anni, nuovo re del tennis, vincitore dell’ultimo Wimbledon contro Novak Djokovic, è pronto a conquistare il mondo e altre vittorie

Carlos Alcaraz e la storia del tennis: un binomio perfetto, pronto a dominare nelle stagioni che verranno. Classe 2003, 20 anni, compiuti lo scorso 5 maggio, il giocatore spagnolo, nato a El Palmar, nella regione di Murcia, attuale numero del mondo (il più giovane a scalare la vetta), sembra non conoscere rivali, o difficoltà di adattamento alle superfici. L’ultimo esempio prestigioso è la vittoria epica su erba, in cinque set (quasi 5 ore), contro il favorito e 7 volte campione a Wimbledon, Novak Djokovic, in quella che in molti hanno interpretato come una finale di svolta, di cambio generazionale. Anche se Nole, a 36 anni, non ha nessuna voglia di abdicare, e infatti si è preso subito la rivincita nell’ennesima sfida memorabile, a Cincinnati, conquistandola in rimonta dopo quasi 4 ore. 

Intanto Alcaraz, dall’alto del suo sorriso sempre stampato in volto, a testimonianza di come viva lo sport, è il nome che sta facendo la differenza. Umile e concentrato in ogni punto. Il più continuo, completo e intelligente a livello tattico, dotato di un gran fisico, il tennista iberico è capace di tenere a freno la tensione, concretizzando nei momenti giusti del match grazie ad una difesa impenetrabile, a colpi in risposta (e passanti) fulminanti. Molto lo deve alla preparazione e al suo allenatore, l’ex numero 1 del ranking, Juan Carlos Ferrero, che su di lui, da quando aveva 16 anni ha costruito un progetto su misura e che finora ha dato risultati mai visti, in termini di precocità, meglio dei Nadal, Murray, Federer e Nole. L’unico punto debole: potrebbero essere gli infortuni, che in questo 2023 gli hanno fatto saltare appuntamenti importanti, come l’Australian Open di inizio gennaio.

Il clan, la famiglia, le prossime sfide

Ma qual è la storia di Alcaraz? Figlio d’arte, come dire. Il padre infatti, Carlos Alcaraz Senior, è stato anche lui tennista, ed è direttore sportivo della Real Sociedad Club de Campo. Ha poi tre fratelli, Sergio, Jaime e Alvaro, quest’ultimo facente parte del team tecnico, nel cui gruppo si è unita da poco anche una psicologa e figura chiave, Isabella Balaguer. Un clan che lo supporta A 360°, che diventa una sorta di famiglia allargata, intenta a tutelarlo, preparlo al meglio, seguirlo passo dopo passo. Lui ricambia con i tornei vinti, ben 12, tra cui l’US Open 2022 (primo Slam messo in bacheca nella finale contro Casper Ruud), e ben sei già nel 2023: da Buenos Aires ai due ATP 1000 di Indian Wells e Madrid, fino al trionfo nella cornice londinese (pre Wimbledon) del Queen’s. A questi numeri si aggiungono i quattro milioni (già) di follower su Instagram che ne segueno le imprese, i brand di moda, Louis Vuitton in primis, che lo vogliono come testimonial di eleganza e forza, i guadagni-premi, arrivati a quasi 20 milioni di dollari, sponsorizzazioni escluse.

Già sicuro di partecipare matematicamente alle ATP Finals di Torino insieme agli otto migliori, ora punta alla stagione sul cemento tentanto di confermare il titolo vinto a New York (dal 28 agosto al 10 settembre prossimo), e rilanciando la rivalità agli altri, Djokovic compreso, a caccia, il serbo, di mettere l’ultimo piede nella leggenda, portando a casa il famigerato Slam n. 24. Alcaraz intanto vede e pensa agli altri traguardi, diventare il più forte, magari come uno dei suoi idoli di sempre, Rafa Nadal. Testimone di un movimento NextGen in fermento, in cui altri, da SinnerMusetti, a Rune, fanno voce grossa e puntano in alto. Lui, però, Carlito’s way, ha già messo la freccia, e non ha nessuna intenzione di smettere di divertirsi.