Novak Djokovic trionfa per la sesta volta alle Nitto Atp Finals

Novak Djokovic trionfa per la sesta volta alle Nitto Atp Finals

di Andrea Giordano

Novak Djokovic vince per la sesta volta le Nitto Atp Finals eguagliando Roger Federer e diventando il tennista più anziano a riuscire nell’impresa

Se ad inizio gennaio qualcuno avesse ipotizzato un finale del genere, in pochi c’avrebbero creduto. Ed invece Novak Djokovic ha fatto (ancora) suo il torneo più importante della stagione, il torneo dei maestri, le Nitto Atp Finals (per il secondo anno a Torino) vincendo cinque partite su cinque, e battendo in finale il norvegese Casper Ruud, diventando a 35 anni e 182 giorni il giocatore più anziano a compiere l’impresa, l’ultimo era stato Roger Federer, a poco più di 30 anni. Un epilogo di stagione impensato, se avvolgiamo il nastro e torniamo indietro a ciò che era accaduto all’Australian Open. Là dove detiene il record di vittorie, poco prima del primo Slam dell’anno, venne bloccato dalle autorità per irregolarità sul visto, in quanto non vaccinato contro il Covid (note sono le sue posizioni al riguardo) e poi escluso definitivamente dal torneo. Una situazione paradossale per l’allora n. 1 del mondo, e che si è poi ripetuta mesi dopo anche in America, in un arco temporale di alcune settimane, nelle quali ha saltato appuntamenti importanti come Miami e Cincinnati, e soprattutto l’Us Open, il quarto torneo major più importante. 

Poche occasioni dunque, ma cruciali, quelle che Nole doveva sfruttare. In palio la qualificazione tra i migliori otto giocatori dell’anno, appuntamento, una volta arrivato, in cui fin dalla partita inaugurale, ha dato prova di essere il migliore di tutti a ributtare al di là delle rete palle e maledizioni. Nel 2022, nonostante tutto e tutti, è riuscito a conquistare gli Internazionali d’Italia a Roma, ancora una volta Wimbledon, il 21esimo Slam della carriera, in una finale lottata contro Nick Kyrgios, vincendo poi i tornei di Tel Aviv e Astana. Numeri, i suoi, che aggiornano altrettanti record, 90 tornei vinti ad oggi, oltre 1030 vittorie, in un palmarès a cui, se vogliamo trovare difetti, mancherebbe solo la medaglia d’oro olimpica, per cui ci proverà forse a Parigi 2024.

Dalla guerra al successo

Cresciuto sotto le bombe di Belgrado, durante la guerra in Jugoslavia, era il 1991 (aveva 5 anni), Djokovic ha sempre guardato il futuro anche da bambino, allenandosi sui campi di tennis di fronte alla pizzeria dei genitori. Il tennis come il destino per diventare quello che è ora, Maestro fra i maestri. Nole, la macchina perfetta serba, chiude (da n. 5 del ranking) un 2022 tra i più indimenticabili per lui, ma dimostrando, se non fosse già ulteriormente chiaro, che non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Anzi, rilancia la sfida tra poco più di mese, quando sarà (intoppi permettendo) al via nella terra australiana, pronto a nuove rivincite, ad issarsi a quella vetta, che per adesso vede Carlos Alcaraz guardare tutti dall’alto. Lui ci sarà, il mirino è già carico. D’altronde, a fine match, dice ‘Ho ancora fame, non sono per nulla sazio‘.