Alla manifestazione milanese, di fronte allo storico disco club Plastic, sei maestri della cucina servono “piatti su strada”.
1 / 6
Dopo una prestigiosa carriera trascorsa nelle cucine dei più noti ristoranti (ha lavorato anche con Renè Redzepi), lo chef Bernard Chesneau gira per le strade della Danimarca con il suo food truck per fare assaggiare – come sta facendo adesso a Milano raggiunta in 4 giorni di viaggio – il suo celebre flaeskesteg, piatto a base di maiale arrosto e cavolo rosso stufato. «Seguo la tradizione, questo è il mio segreto ai fornelli. Nel flaeskesteg l’arrosto è cotto con la pelle e accompagnato da insalata di cavolo rosso, arance, cramberries e noci».
2 / 6
Per i londinesi il Cous cous Momo è un cult. Da dieci anni al ristorante Momo, nel quartiere di Soho, lo chef franco-algerino Mohamed Ourad colleziona successi con il suo piatto a base di agnello. «Il trucco sta nell’attenersi alla tradizione: preparare separatamente i grani di cous cous, la carne, la salsa a base di verdure. Solo alla fine assemblo tutto in un piatto unico. Strepitoso». Per chi si trovasse a Parigi, Beirut, Dubai e prossimamente, Abu Dhabi da provare anche il cous cous negli altri suoi ristoranti.
3 / 6
Esiste un piatto più cult dell’hamburger? Se siete a Parigi e vi capita di vedere una lunghissima fila di fronte a un food truck è probabile che sia “Le Camion qui Fume” della chef americana Kristin Frederick. I suoi clienti sono disposti a fare anche due ore di coda per gustare uno dei suoi speciali hamburger. Trovarla è facile: basta seguire i sui spostamenti su www.lecamionquifume.com. «Assaggiate il mio summer burger con manzo (macinato da noi), melanzane fritte, provolone affumicato, scalogno e salsa di pomodoro. Non ve ne pentirete. Il segreto sta nel pane che viene da Parigi».
4 / 6
Tutta Europa lo conosce. E conosce i suoi piatti. Jean-François Ferrié, noto soprattutto a Barcellona e a Parigi, si è ritirato a Laiguiole, la sua città natale. A Milano porta con sé un piatto della nonna: “Aligot à l’ancienne”, un’icona della cucina dell’Aveyron, nel Midi-Pirenei. «Mi diverte andare alle feste e preparare l’aligot nel pentolone usando grandi mestoli, come si faceva una volta. Gli ingredienti? Purè di patate, formaggio fuso e aglio. Come da tradizione».
5 / 6
Ha soltanto 27 anni e si è già distinto nella pasticceria lavorando anche con Massimo Bottura all’Osteria francescana. Franco Aliberti a breve aprirà È Wiva, il suo primo locale a Riccione. «A Milano porto il mio Mettimigiù, un tiramisù estivo composto di camomilla, mela renetta e acetosella. Leggero, naturale e calmante da accompagnarsi al caffè che lo contrasta». Se questo non è un cult?
6 / 6
Un vero foodie non può definirsi tale se non ha provato almeno una volta la “carbonara rivisitata” del cuoco-allevatore Paolo Parisi, noto per le sue “super uova” che nutre con latte di capra. “Per la carbonara estiva propongo una fusione a freddo preparata a crudo. Il guanciale, ricavato dal mio allevamento di maiali di cinta senese, non è soffritto. La pasta, una volta cotta, viene messa nella ciotola con le uova e gli altri ingredienti, mescolata velocemente e servita subito, in modo che l’uovo non si cuocia”. Dal guanciale al salame, alle uova i prodotti di Parisi si possono trovare serviti da Roscioli a Roma, da Aimo&Nadia a Milano, il Combal Zero di Scabin a Torino e dal Pescatore di Nadia e Antonio Santini a Mantova. (info: www.paoloparisi.it)
Famosi, innovativi, dissacranti. Sei chef stellati provenienti da tutto il mondo hanno parcheggiato la loro cucina a quattro ruote davanti al noto locale milanese Plastic per le tre serate di CULTorama de Le Grand Fooding, uno degli appuntamenti più seguiti del panorama gastronomico. Fino al 4 luglio dai loro food truck faranno assaggiare piatti rivisitati e quelli che seguono la più rigida tradizione dove gli ingredienti principali sono cibo e vino di qualità.
Un classico intramontabile del guardaroba maschile e perfetto alleato per il cambio stagione di primavera. Ecco i nuovi mocassini da indossare ora, non solo in ufficio