Circulation(s), il festival della giovane fotografia europea a Parigi
© Felipe Romero

Circulation(s), il festival della giovane fotografia europea a Parigi

di Elena Bordignon

Tra le tante promesse del festival, alcuni giovani fotografi si distinguono per la particolare sensibilità con cui hanno trattato temi anche molto impegnativi come il fenomeno dell’immigrazione, questioni importanti come la decolonizzazione e le tante forme di razzismo e, non ultime, le questioni ambientali.

Ci sono tanti appuntamenti dedicati alla fotografia – basti pensare alla fantastica edizione di Fotografia Europea in corso a Reggio Emilia fino al 12/06) – ma una in particolare rivela la vitalità e creatività della fotografia emergente. Ci riferiamo a Circulation(s), il festival della giovane fotografia europea in corso fino al 29 maggio a Centquatre (Parigi). Giunto alla sua 12a edizione, ospita le ricerche di 30 giovani fotografi provenienti da tutta Europa.
Dal 2019, Circulation(s) ha allargato le sue sezioni con dei focus su una particolare scena fotografica emergente. Dopo Romania, Bielorussia e Portogallo, quest’anno l’invito è rivolto all’Armenia, con la presentazione di quattro giovani artisti.
Scopo di questa iniziativa è quello di far incontrare il grande pubblico, soprattutto di non esperti, con professionisti, per condividere un programma molto eterogeneo e innovativo che mette in discussione i confini tra arte contemporanea e fotografia.
Gli appuntamenti più attesi sono dedicati alle letture di portfolio e incontri con i giovani fotografi e gli incontri con professionisti più navigati che espongono le loro esperienze.

Tra le tante promesse del festival, alcuni giovani talenti si sono distinti per la particolare sensibilità con cui hanno trattato temi anche molto impegnativi come il fenomeno dell’immigrazione, le condizioni disagiate dei profughi in Europa, le questioni importanti legate alla decolonizzazione e alle tante forme di razzismo e non ultime le questioni ambientali. Non mancano ricerche più intimiste e legate alla propria quotidianità.
Tra le decine di talenti, segnaliamo alcuni progetti, come quello di Rafael Heygster, I died 22 times che racconta, per immagini, un diverso modo di rappresentare il concetto di guerra. La serie fotografica pone una domanda: Dove inizia la guerra? La risposta è data dalle diverse forme di rappresentazione: dalle fiere di armi (la guerra come mero business) alle scene surreali di Airsoft (un’attività ricreativa iperrealistica della guerra come gioco). In queste immagini la guerra è ridotta, vissuta e presentata come un’attività divertente, disincarnata e innocua.
La polacca Michalina Kacperak con Soft spot, parte dalla sua difficile infanzia per raccontare come un ambiente domestico possa essere sia un rifugio che una prigione. La soluzione, come ha fatto la giovane fotografa, è rifugiarsi nella propria immaginazione.

 

La serie fotografica di Felipe Romero Beltrán Dialect racconta gli aspetti più disumani dell’attraversamento dei confini tra diversi stati. Le sue immagini raccontano il problema dell’immigrazione, in particolare le esperienze di un gruppo di giovani immigrati che ha attraversato lo Stretto di Gibilterra, il confine marittimo tra Marocco e Spagna.
L’italiana Silvia Rosi presenta Encounter: un album di famiglia immaginario, che esplora storie di migrazione e diaspora attraverso autoritratti, performance e simbolismo. Ispirandosi a un’immagine nell’album di famiglia della giovane madre come commerciante di mercato a Lomé, Silvia ha ripercorso il viaggio migratorio dei suoi genitori dal Togo all’Italia.
La polacca Agnieszka Sejud, rappresenta il suo paese con la serie HOAX. La visione che ne emerge è di uno stato dominato dal potere della destra conservatrice, dalle ipocrisie della Chiesta cattolica – la più grande proprietaria immobiliare della Polonia – e dalle manipolazioni dell’informazione.
Transcendent Country of the Mind di Sari Soininen esplora gli ‘incontri’ personali dell’artista con dimensioni alternative della realtà. Poco più che ventenne, Sari Soininen sperimentò regolarmente l’LSD. Questa esperienza ha avuto gravi conseguenze sulla sua vita, ma ha anche cambiato profondamente il modo in cui percepisce il mondo. Queste fotografie ci danno un’idea di ciò che ha scoperto.