In mostra il dialogo tra arte e pubblico, secondo l’artista francese

A Napoli va in scena una mostra che racconta cosa succede in una mostra. O meglio, su quale sia il rapporto tra l’artista, il suo lavoro, lo spazio museale e il pubblico.

Nello specifico, l’indagine è condotta da Daniel Buren, artista francese Leone d’Oro a Venezia nel 1986, che ragiona sul concetto di in situ. I suoi lavori sono infatti interventi sul luogo dell’esposizione, che siano interni o spazi urbani, e questa volta ha allestito un enorme gioco per bambini, proprio come quelli creati con i diversi elementi delle costruzioni in legno colorato, nella sala grande del Madre.

Nata dalla collaborazione con l’architetto Patrick Bouchain, ha un obiettivo: instaurare un dialogo tra architettura e performance. Infatti il pubblico può passeggiare all’interno di una città fatta di archi colorati, torre cilinndriche, timpani triangolari e cerchi ipnotici, che riprendono il primo esperimento di Buren, su una tela rigata. E il museo stesso cambia volto: quella di Buren è un’ipotetica alternativa all’architettura dell’edificio stesso. Una potenzialità, un motore per l’immaginazione. Proprio come in un gioco da bambini, come infatti si intitola l’opera.

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Daniel Buren, Come un gioco da bambini

Madre, Napoli, 25 aprile – 31 agosto