Un racconto indiano negli scatti della grande fotografa di Dehli al MAST di Bologna

Il concetto di museo implica, qualsiasi sia la sua declinazione, di raccogliere delle cose per mostrarle al pubblico. Ma può essere sufficiente una teca o un pannello in legno per dare vita a un piccolo museo. Essenziale quanto poetico.

Esattamente come lo propone Dayanita Singh, fotografa indiana che approda per la prima volta in Italia con una personale al Mast di Bologna: i suoi musei sono serie fotografiche dall’omonimo titolo e concepite per essere esposte su arredi in legno creati su misura. L’ispirazione è la griglia modernista e su questa base la fotografa crea paraventi, pannelli, tavoli e carrelli su cui mostrare e rielaborare la realtà. Cioè la storia passata e presente, quella privata e quella collettiva, quella sognata e quella reale, quella delle assenze, quella raccontata e quella archiviata.

Il racconto nei piccoli musei portatili è esclusivamente affidato alle immagini, alle sue fotografie, alla sua India, al suo sentire che assume una fisionomia mutevole nei mutamenti subiti dal suo stesso lavoro attraverso le diverse esposizioni museali.

Ora i musei firmati Singh arrivano a Bologna con circa 300 fotografie per raccontare il lavoro e la produzione, la sua gestione quotidiana e la sua archiviazione in varie serie, tra cui Museum of Machines, anche Museum of Industrial Kitchen, Office Museum, Museum of Printing Machines, Museum of Men e File Museum. I grandi macchinari, le fabbriche, i luoghi di lavoro diventano il mezzo per mostrare gli scenari interiori, psichici, delle esperienze umane. Che vengono accentuati dall’allestimento, quasi labirintico, della mostra.

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Dayanita Singh. Museum Of Machines

Mast, Bologna, 12 ottobre – 8 gennaio