La storia per immagini di modelle e attrici con forme giuste. Ora nel calendario più famoso al mondo

Dell’edizione 2015 del Calendario Pirelli, meglio conosciuto come The Cal, si conoscono le anticipazioni (in attesa del gala di presentazione a Los Angeles, il 18 novembre) e, per commentarlo, la frase più usata è quella che ricalca il titolo di un celebre classico del cinema, protagonista una morbidissima Marilyn Monroe.
Perché la superstar tra le sue modelle, l’anno prossimo, non sarà Kate Moss ma una ragazza dalla personalità più che prorompente, dirompente rispetto ai canoni delle top model.
Si chiama Candice Huffine, 29 anni, pesa 90 chili, distribuiti su un metro e 80 di altezza, e misura 96-80-108.
E dopo aver dichiarato:

Sono consapevole della mia diversità. Ma nessuno mi ha mai fatto sentire a disagio per la mia taglia. Ora che le donne curvy sono in primo piano, dobbiamo cancellare i nostri pregiudizi

La stranezza è che lei, in 50 anni di calendari, sia la prima modella oversize del Calendario più famoso al mondo.

Quello che conta è che, pur con la statuaria sontuosità d’una modella (1 e 80 non è statura insolita in passerella), Candice contribuisce non a rivelare, ma a confermare che cos’è la vera bellezza di una donna. Quello che lei stessa chiama “pregiudizi” sono i dettami della moda: rispettabilissimi, ma volatili. L’immagine di Candice, fotografata da Steven Maisel, avrà forza di rivoluzione se dal primo gennaio sparirà per sempre dal vocabolario la parola curvy. Basterà sostituirla con donna – e il numero di caratteri non cambia nemmeno. Anche perché lo specchio più severo che c’è (gli occhi degli uomini) sempre quello dicono, da millenni: il desiderio non è un piatto di magro.

La donna sognata è sempre quella immaginata dal poeta Charles Baudelaire, che fantasticava d’essere gatto ai suoi piedi (e lei era una gigantessa), oppure supplicava un’ingioiellata odalisca “di lasciarsi amare” (e le odalische non sono mai state meno carnose di Marilyn o di Liz Taylor o di Kate Upton). Non occorre riandare al Cantico dei Cantici per apprezzare un ventre che accoglie come “coppa di carne” un ombelico che non è solo un ghirigoro a fil di pelle.
Bisognerà però dire anche: grazie Sophie. Perché è stata lei, Sophie Dahl, all’alba del 2000, a non aver tenuto conto di certe ossessioni: bianchissima e nuda si allungava morbida e supina per il profumo Opium di Yves Saint Laurent, e alo stesso modo sfilava per Jean Paul Gaultier. Il fashion system l’ha lasciata forse un po’ troppo a lungo sola.

Oggi, Candice può essere la portabandiera di una legione. Quella delle donne vere, declinate in qualsiasi taglia, anche con evidenti rotondità, che oltretutto giovano al gioco del piacere. 

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