Essere Sean Penn

Essere Sean Penn

di Andrea Giordano

L’attore americano torna alla regia in “Flag Day” ed è protagonista nella serie “Gaslit”

Nel cuore ed in profondità dei personaggi interpretati, ma anche dei valori-ideali che ne dominano la personalità. Dici Sean Penn e pensi immediatamente al grande cinema contemporaneo, ai ruoli memorabili, che negli ultimi 30 anni circa di carriera lo hanno portato a parlare di America, narrando di redenzioni (anche spirituali), le stesse viste in Dead Man Walking, viaggi di formazione, atrocità e guerra (da La sottile linea rossa di Terrence Malick a Vittime di guerra di Brian De Palma), figure paterne dolorose, in cerca di riscatto e inclusione, musicisti (in Accordi e disaccordi di Woody Allen), o attivisti Lgtb, come quel Harvey Milk (nel film Milk di Gus Van Sant) che gli ha regalato il secondo Oscar come miglior attore. Su quel volto da ex-ribelle e impossibile, oggi leggiamo invece le rughe di un artista ormai consapevole, maturo, che ha saputo mettere la sua esperienza al servizio di altri anche dietro la macchina da presa. E in certi casi la magia è andata in scena anche senza vederlo recitare. Come in Into the Wild, un poderoso ritratto d’avventura, libertà, emozioni fuori dagli schermi e lontane dai conformismi, in cui, omaggiando la vera figura di Christopher McCandless (col bravissimo Emile Hirsch e una giovanissima Kristen Stewart), racconta un’epica personale, tragica, ispirata dal libro scritto da Jon Krakauer, diventato metafora per generazioni di spettatori e lettori.

Figure mai risolte, avvolte da un alone di mistero, talvolta in fuga, talvolta alla ricerca di qualcuno, della verità. Il suo essere genitore (sullo schermo), da Mystic River di Eastwood (il primo Oscar ottenuto) a Io mi chiamo Sam, lo ha portato adesso a coinvolgere nell’ultimo progetto la figlia Dylan (protagonista con lui) e il figlio Hopper. L’occasione è Flag Day – Una vita in fuga (dal 31 marzo in sala distribuito da Lucky Red), in concorso al Festival di Cannes 2021. Una vicenda familiare ispirata alla vera vicenda di John Vogel (interpretato dallo stesso Penn), il più noto falsario della storia americana, e tratto dal romanzo biografico della figlia, Jennifer, ‘Flim-Flam Man: The True Story of My Father’s Countrefeit Life‘. Un padre anticonformista, che fin dall’inizio le insegna una vita anticonformista, ma la cui identità è ben diversa, instabile, e che genera delle conseguenze. Lontani, e poi vicini, in un’avventura di scoperta, Flag Day è uno dei migliori lavori del Penn cineasta, il più accorato e intimo, nel dipingere ancora le difficoltà delle relazioni e i suoi dolori. E se da un lato ce lo possiamo godere nel ruolo di Jack Holden in Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, l’altra grande attesa si sposta sulla piattaforma di Starzplay dove dal 24 aprile debutterà nella prima stagione della serie Gaslit, co-protagonista insieme a Julia Roberts. Irriconoscibile (al pari di quando si trasformò nell’avvocato corrotto di Carlito’s Way), Penn sarà John Newton Mitchell, il fedele procuratore di Nixon, in una visione moderna del Watergate, sulle storie mai raccontate e sui personaggi dimenticati da quello scandalo.

E poi, soprattutto, c’è Sean Penn e il suo impegno civile e di sostanza, concreto su ogni fronte  (come nell’emergenza generata dall’uragano Katrina a New Orleans) e grazie a Core (Community Organised Relief Effort), l’organizzazione da lui fondata nel 2010, che lo ha visto operativo in prima persona sul campo, a partire dal terremoto ad Haiti, promuovendo recentemente la campagna di vaccinazione contro il Covid, aiutando ora i rifugiati in fuga dall’Ucraina, tramite aiuti alimentari e kit igienici, in supporto alle associazioni locali e umanitarie. Un paese in guerra, dal quale lui stesso è dovuto andar via poche settimane fa mentre stava completando di girare un documentario sulla gente e tra le truppe, proprio poco dopo aver intervistato il Presidente Zelens’kyj. 

Penn narra così le contraddizioni (nell’arte), risolvendole però nella realtà, continuando a raccontare una verità piena di sguardi, attenzione e assoluta dedizione.