Torna l’appuntamento mensile di ICON con i fotografi emergenti: il valore dell’immagine nella comunicazione attraverso l’interpretazione di un giovane autore. Questa volta vi presentiamo Pietro Biscaro.

‘Le mie fotografie sono come delle finestre affacciate su una dimensione senza tempo. Il perpetuo scorrere del tempo è come la musica: suoni, andamenti, pause, silenzi. Sembrano quasi delle bolle in cui per un istante o un’eternità tutto sembra fermarsi’.

Pietro Biscaro, prima di scattare, immagina e pensa. Il suo pensiero poi cerca di trasferirlo fino al nostro sguardo attraverso i suoi scatti. Invita l’osservatore a entrare nella bolla, un invito ad assistere al silenzioso spettacolo in cui si esprime la leggera e impalpabile danza delle ombre.

‘Un tacito divenire che porta tutto a una fine, nel lontano regno del passato’.

Queste fotografie non sono animate da azioni e persone, ma rappresentano esclusivamente atmosfere, paesaggi “immersi in un silenzio siderale, smarriti e disorientati” continua l’autore.

Il progetto di Pietro è chiaramente un progetto concettuale e simbolico. Al primo sguardo è complicato entrare in empatia, ma certamente è uno di quei progetti che più stimolano la fantasia, evocano tutto ciò che noi non vediamo nell’immagine. Il nostro sguardo si perde nello spazio di questo bianco nero e noi, come per i paesaggi, perdiamo l’orientamento. Qui inizia il racconto, un racconto soggettivo, fatto dei nostri ricordi, una vera e propria emanazione, che potremmo anche chiamare espansione dell’immagine. Le fotografie di Pietro si dilatano sotto i nostri occhi, in un gioco di luce e ombra che rimanda ad altro. Personalmente amo le fotografie silenziose, sono le uniche che mi aiutano a ricordare. Per dirla con grandi autori della storia dell’arte, qui “l’immagine è come una impalcatura vuota” che l’osservatore arreda e arricchisce come meglio crede.

Pietro Biscaro (su Instagram: @_pietro_biscaro_) nasce a Milano l’11 giugno del 2000. Si trasferisce e cresce a Rovigo dove si diploma presso il Liceo Classico Celio nel 2019. A settembre dello stesso anno torna a Milano e frequenta per un periodo l’Accademia di Fotografia John Kaverdash. Successivamente decide di interrompere gli studi e decide di dedicarsi alla Fotografia come autodidatta.