Intorno e dopo Alberto Burri, ricerche d’autore sul tema

C’è una sequenza fotografica che ha svelato agli appassionati il metodo di lavoro di Alberto Burri. L’ha scattata Aurelio Amendola nel 1975 e ritrae Burri intento a creare una sua Plastica e il suo Cellotex. Non si tratta solo di una serie di documenti fotografici: la serie racconta lo spirito dell’artista e quel rapporto con la materia che ha caratterizzato tutto il suo lavoro. Al punto che le foto stesse risultano materiche.

E proprio a partire da quegli scatti è nata l’idea di ragionare sulla materia nell’arte, da Burri in poi, in una mostra dal titolo Fuoco nero, a cura di Arturo Carlo Quintavalle. Per realizzarla, è stato chiesto ad artisti significativi di diverse generazioni di donare allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma – un’opera collegata alla ricerca di Alberto Burri.

A questo invito hanno risposto generosamente, e con importanti opere, in molti, tra cui Bruno Ceccobelli e Nunzio, Mimmo Paladino e Luca Pignatelli, Marcello Jori e Alberto Ghinzani, Pino Pinelli e Giuseppe Maraniello, Giuseppe  Spagnulo e Emilio Isgrò, Attilio Forgioli e Mario Raciti, Medhat Shafik e Franco Guerzoni, Luiso Sturla e Renato Boero, Raimondo Sirotti e Davide Benati, Concetto Pozzati e Enzo Esposito, Gianluigi Colin e William Xerra.

Ma non poteva mancare la storia. Cenni degli anni 50 con il Gruppo Origine e il Gruppo 1 e i loro ragionamenti artistici sul concetto di struttura articolano un percorso interno alla mostra, cui si affianca quello sui due poli di ricerca materica, tra Roma con, ad esempio, Gastone  Novelli e Toti Scialoja  e Milano, con Lucio Fontana. Così sono esposte le opere di alcuni protagonisti, come Tavernari e Spinosa, Pierluca e Morlotti,  Arnaldo Pomodoro e Zauli, Olivieri e Vago, Guenzi e Carrino e, per l’informale, Perilli, Pardi, Garau e Toti  Scialoja.

Anche la fotografia ha un ruolo importante nell’esposizione, che ospita, oltre agli scatti di Amendola, i lavori di Nino Migliori, con un gruppo di pirogrammi degli anni ’50, quelli di Mimmo Jodice, con un importante “muro”; le foto di Giovanni Chiaramonte, che presenta una ricerca degli anni ’70 su una casa distrutta e di Mario Cresci con la sequenza sulle rocciose spiagge di Sicilia. A cui si aggiungono due ricerche, una concettuale a firma di Brigitte Niedermair, e una rivolta all’astrazione realizzata da Gianni Pezzani.

Insieme alle opere già presenti allo CSAC, l’esposizione conta 172 pezzi, tra dipinti, fotografie e opere grafiche, che dialogano con il lavoro di Burri, in prossimità del centenario dalla nascita dell’artista umbro.
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Fuoco Nero: Materia e Struttura Attorno e Dopo Burri

Salone delle Scuderie, Palazzo della Pilotta, Parma, dal 21 dicembre al 29 marzo