Gli appuntamenti imperdibili della Milano Artweek 2022

Gli appuntamenti imperdibili della Milano Artweek 2022

di Elena Bordignon

Milano in questi giorni diventa un museo diffuso. In occasione di miart – la fiera d’arte moderna e contemporanea che apre i battenti il 1-3 aprile – la città meneghina ospita mostre prestigiose con protagonisti importanti della scena artistica internazionale

Fondazioni, musei, progetti pubblici, gallerie private: la sinergia tra pubblico e privato, arte moderna e contemporanea, nazionale o internazionale è non solo generosa per l’alto livello di qualità delle proposte artistiche ma è anche la cartina di tornasole su quanto sia importante ‘fare sistema’ per la buona immagine di Milano.

Le proposte della Milano Art Week sono veramente di altissima qualità a cominciare dalla fiera in città. Segnaliamo il progetto OutPut: un originale ciclo dedicato alla performance nello spazio pubblico, con protagonisti l’artista visivo Riccardo Benassi e il coreografo Michele Rizzo, realizzato grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Marcelo Burlon. L’appuntamento è all’Arco della Pace per venerdì 1 aprile h.18.

Iniziamo il nostro giro espositivo alla Pirelli HangarBicocca, che ospita la personale Sunshine State del multi-premiato artista e regista Steve McQueen: in mostra alcuni dei lavori più importanti della sua carriera e la nuova installazione video, Sunshine State. In contemporanea, sempre all’Hangar, la mostra Metaspore di Anicka Yi, artista che si è distinta nel panorama internazionale per aver combinato nelle sue complesse installazioni filosofia e biologia, politica e fantascienza. Anicka Yi presenta venti installazioni, descritte come creazioni multiformi che scardinano i confini tra scienza e arte, tra organico e sintetico, tra umano e non umano.

Si distingue per la complessità e l’ampiezza del progetto la mostra Useless Bodies? ospitata alla Fondazione Prada del duo Elmgreen & Dragset. Presentata come una delle più estese mai realizzate dalla Fondazione, la mostra è concepita lungo i quattro spazi espositivi e il cortile della sede milanese, per un totale di 3000 m2. Il tema  affronta la condizione del corpo nell’era post-industriale, in cui la nostra presenza fisica sembra diventare superflua, avendo perso la sua centralità. Hanno dichiarato i due artisti: “I nostri corpi non sono più i soggetti attivi delle nostre esistenze. Diversamente da quanto accadeva nell’era industriale, oggi non generano più valore all’interno degli avanzati meccanismi produttivi tipici della società contemporanea. Si potrebbe addirittura affermare che le nostre identità fisiche siano diventate più un ostacolo che un vantaggio. In un’epoca in cui la mercificazione dei dati personali da parte delle aziende tecnologiche è di dominio pubblico – seppur inutilmente – e l’influenza di queste organizzazioni su ogni aspetto della nostra vita è sempre più dilagante, ci fa un po’ paura pensare al ruolo futuro dei nostri corpi.”

Molto attesa la personale di Artur Zmijewski al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea. L’artista, conosciuto per le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia, Documenta e Manifesta, a Milano presenta “Quando La Paura Mangia L’anima”: una mostra che accoglie una selezione di lavori storici e recenti e include tre nuove opere pensate appositamente per il progetto al PAC. Il titolo è mutuato dal famoso film di Rainer Werner Fassbinder che, proprio nell’omonima pellicola del 1974, raccontava che “la paura mangia l’anima” è un’espressione usata da arabi e nordafricani per descrivere la loro condizione di immigrati. Nel progetto espositivo di Zmijewski  al PAC, la paura è anche quella della malattia, dei disturbi mentali e della disabilità, la paura di non essere accettati e del diverso da noi, la paura di ciò che non sappiamo e che ci spaventa.

Il potere evocativo della pittura è al centro della mostra Gezeichnet ospitata alla Fondazione ICA di Milano, della pittrice svizzera Miriam Cahn. Le opere presentate sono l’esito delle lunghe ricerche di un’artista che ha fatto delle pittura un vero e proprio strumento di pensiero. Le sue tele si caratterizzano per la presenza di figure che appaiono sulla superficie pittorica come ombre o spettri di corpi. Dalla violenza degli eventi storici alle passioni improvvise, dalla perdita dei legami sociali all’imprevedibilità della nascita e della morte, le immagini di Miriam Cahn individuano nell’esposizione alla vulnerabilità una delle condizioni esistenziali fondanti del nostro essere umani.

Non mancano anche delle novità all’aria aperta. Il Parco pubblico di arte contemporanea ArtLine, per il turnover di mostre milanesi, presenta le opere di Mario Airò, Alfredo Jaar e Kiki Smith. Le sculture di questi tre artisti si aggiungono alla lunga lista di opere che hanno arricchito il Parco in questi anni, tra le quali citiamo quelle di Adrian Paci, Rossella Biscotti, Shilpa Gupta e Wilfredo Prieto.
Il nostro giro continua nello spazio indipendente Ordet, in zona Porta Romana, per la mostra di Yuli Yamagata, Afasta Nefasta: un mondo onirico abitato da un polpo, una lumaca, un paguro e un serpente. Tra realtà e sogno, l’artista brasiliano porta negli spazi di Ordet un mondo inquieto fatto di dettagli grotteschi e surreali.