Grandi mostre di fotografia da vedere nel 2024
Jeff Wall, After invisible Man by Ralph Ellison, The Prologue, 1999–2000 - © Jeff Wall

Grandi mostre di fotografia da vedere nel 2024

di Elena Bordignon

I grandi musei del mondo, dal MoMa di New York alla Nation Gallery di Londra, da Palazzo Reale a Milano alla Fondazione Beyeler di Basilea, omaggiano grandi nomi della fotografia. Tanti i maestri da ammirare: Jeff Wall, Ugo Mulas, Cindy Sherman, Robert Capa…

Jeff Wall
Beyeler Fondation, Basilea – Fino al 21.04.2024

La Fondation Beyeler dedica un’ampia mostra personale all’artista canadese Jeff Wall. Dalla fine degli anni ’70, Wall ha contribuito in modo significativo ad affermare la fotografia come mezzo autonomo ed è considerato uno dei principali professionisti della “staged photography”. Wall produce principalmente fotografie di grande formato composte, in modo complesso e sottile, da numerose singole riprese, spesso ispirate alla storia dell’arte e alla vita quotidiana urbana. Le oltre cinquanta opere riunite dalla Fondation Beyeler comprendono grandi diapositive esposte in lightbox, fotografie in bianco e nero e stampe C a colori.


Jeff Wall, Boxing, 2011 – Lightjet print, 215 x 295 cm Courtesy of the artist © Jeff Wall

Ugo Mulas – L’operazione Fotografica
Palazzo Reale, Milano – Dal 03.10.2024 al 26.01.2025

Con un corpus di oltre 300 immagini, la mostra ospitata a Palazzo Reale Ugo Mulas – L’ operazione Fotografica, si prefigge di suggerire una nuova e più ambiziosa lettura delle opere del grande fotografo. Il percorso espositivo è strutturato per sottolineare l’interesse dell’artista per la “totalità” del linguaggio fotografico. In mostra, le serie fotografiche che raccontano le varie tappe delle sua carriera: gli esordi nella Milano del Bar Jamaica e di Brera, la Biennale d’arte di Venezia, le esperienze con il design, la moda e con la stilista Mila Schön. Importante il rapporto di Mulas con il teatro e con Giorgio Strehler, l’amicizia con Duchamp e Fontana, il reportage dedicato a New York e ai suoi artisti, il legame di Mulas con la cultura e la letteratura, in particolare la vicinanza a Eugenio Montale.


Ugo Mulas. Il laboratorio. Una mano sviluppa, l’altra fissa. A Sir John Frederick William Herschel, 1970 – 1972 © Eredi Ugo Mulas.Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma, Milano : Napoli

Francesca Woodman and Julia Margaret Cameron – Portraits to Dream In
National Portrait Gallery, Londra – Dal 21.03 al 16,06.2024

Tra le donne che maggiormente hanno inciso l’immaginario della storia della fotografia, sicuramente hanno un posto di primo piano Francesca Woodman e Julia Margaret Cameron.  Vissero ad un secolo di distanza: Cameron lavorò nel Regno Unito e nello Sri Lanka dal 1860 e Woodman in America e in Italia dagli anni ’70. Entrambe hanno esplorato la ritrattistica andando oltre la sua capacità di registrare l’apparenza, utilizzando la propria creatività e immaginazione per suggerire nozioni di bellezza, simbolismo, trasformazione e narrazione. Presentando più di 160 rare stampe vintage, la mostra racconta la carriera delle due artiste e suggerisce nuovi modi di guardare al loro lavoro e al modo in cui la ritrattistica fotografica è stata creata nel XIX e XX secolo.


Sadness (Ellen Terry), 1864 by Julia Margaret Cameron, The J. Paul Getty Museum, Los Angeles;
(r) Polka Dots #5, Providence, Rhode Island, 1976 by Francesca Woodman, courtesy Woodman Family Foundation © Woodman Family Foundation / DACS, London

Cindy Sherman
Photo Elysèe, Lausanne – Dal 29.03 al 04.08.2024

Con le sue immagini ha raccontato tutte le possibili sfumature dell’identità femminile, con ironia, profondità e indiscutibile capacità tecnica. La mostra ospitata al Photo Elysèe di Lausanne include il lavoro recente di Cindy Sherman e presenta una serie di ritratti stranamente irreali che illustrano la trasformazione del sé. In questa serie di immagini, Sherman dà a questa idea ancora più espressione mettendo insieme foto di diverse parti del suo viso come collage per creare nuove immagini. Il risultato è una serie di ritratti completamente asimmetrici e quindi apparentemente distorti, che raffigurano personaggi completamente nuovi che prendono vita nel corso del processo. I ritratti deformati e talvolta sproporzionati esposti provengono da una serie di ventisei “creature alla deriva”, come le descrive l’artista, e rappresentano il lavoro più grottesco di Sherman fino ad oggi. 


Cindy Sherman, Untitled #648, 2023 © Cindy Sherman – Courtesy the artist and Hauser Wirth scaled

LaToya Ruby Frazier Monuments of Solidarity 
MoMA, New York – Dal 9.05 al 7.09. 2024

Nata nel 1982 nella città manifatturiera dell’acciaio di Braddock, in Pennsylvania, l’artista-attivista LaToya Ruby Frazier da sempre utilizza fotografia, testi, video e performance per far rivivere e preservare storie dimenticate sul lavoro, il genere e la razza nell’era postindustriale. La mostra ospitata da maggio al MoMA, LaToya Ruby Frazier: Monuments of Solidarity, esamina l’intera gamma della pratica dell’artista, evidenziando il suo ruolo di sostenitrice sociale delle classi culturali e lavoratrici nel 21° secolo. Per questa mostra, Frazier ha reinventato i suoi diversi corpi di lavoro come una sequenza di installazioni originali che lei chiama “monumenti per i pensieri dei lavoratori”, che affrontano gli effetti dannosi dell’industrializzazione e della deindustrializzazione. Come ‘monumenti di solidarietà’, le sue opere sono espressioni di una creatività che sostiene e vuole far luce sulle negazioni dei diritti fondamentali del lavoro.


LaToya Ruby Frazier. Grandma Ruby and Me. 2005. The Photography Council Fund

Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra
Camera, Torino – Dal 14.02 al 02.06.2024 

Dopo le grandi mostre dedicate a Dorothea Lange e André Kertész, CAMERA ospita Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra, un altro grande progetto che racconta con circa 120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secolo. Mediante rimandi, relazioni e dialoghi atemporali, il percorso espositivo narra il rapporto professionale ed affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937. Fuggita dalla Germania nazista lei, emigrato dall’Ungheria lui, Gerta Pohorylle e Endre – poi francesizzato Robert– Friedmann (questi i loro veri nomi) si incontrano a Parigi nel 1934, e l’anno successivo si innamorano, stringendo un sodalizio artistico e sentimentale che li porta a frequentare i cafè del Quartiere Latino ma anche ad impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica.


Robert Capa Death of a loyalist militiaman Spain, Córdoba front. Early September, 1936 Robert Capa © International Center of Photography : Magnum Photos

Life Dances on: Robert Frank 
Moma, New York – Dal 10.09.2024 al 11-01.205

Life Dances On: Robert Frank in Dialogue è una mostra che fornirà nuovi spunti sugli aspetti interdisciplinari e meno conosciuti della vasta carriera del fotografo e regista Robert Frank. La mostra approfondisce i sei decenni che seguirono lo storico libro fotografico di Frank, The Americans (1958) fino alla sua morte nel 2019, evidenziando la sua perpetua sperimentazione attraverso vari mezzi. In concomitanza con il centenario della sua nascita e prendendo il nome dal film dell’artista del 1980, Life Dances On esplora i dialoghi artistici e personali di Frank con altri artisti e con la sua comunità. La mostra presenterà più di 200 oggetti, tra cui fotografie, film, libri e materiali d’archivio, tratti dalla vasta collezione del MoMA insieme a prestiti significativi.


Robert Frank. Mabou Winter Footage. 1977. The Museum of Modern Art, New York. Purchase. © 2023 June Leaf and Robert Frank Foundation

Weegee – Autopsie du spetacle 
Fondation Henri Cartier-Bresson, Parigi – Fino al 19.05.2024

L’occhio fotografico dell’ americano Weegee è enigmatico, furtivo. Nella lettura del suo linguaggio, la critica ha diviso in due la sua carriera: da una parte le sue visioni scandalistiche dove immortala cadaveri di gangster, corpi schiacciati tra le lamiere delle automobili, piccoli boss dall’aspetto sinistro, palazzi fatiscenti della New York degli anni ’35 -’45; dall’ altra ci sono le immagini più leggere, che mostrano serate mondane, spettacoli acrobatici e folle festanti, a cui si aggiunge un grande corpus di ritratti di personaggi pubblici in pose ironiche e divertenti. Come coniugare queste due visioni della realtà opposte? La mostra ospitata alla Fondazione Henri Cartier-Bresson ha l’obbiettivo di conciliare queste due identità di Weegee, mostrando che al di là delle formalità, l’approccio del fotografo si basa su una reale coerenza critica. In mostra, accanto a foto famosissime, c’è un’ampia selezione di immagini poco note e mai esposte prima in pubblico. 


Charles Sodokoff and Arthur Webber 1942 [ © International Center of Photography. Louis Stettner Archives, Paris