Il buco – Capitolo 2, su Netflix il sequel del film cult. Da divorare, è ovvio
Nel 2019 “Il buco”, piccolo film spagnolo distopico, a sorpresa è diventato cult. Inquietante allegoria ambientata in una sorta di carcere verticale, ora vede il suo seguito. C’è ancora la fossa, ovvio, come direbbe Trimagasi. E ci sono ancora sequenze raccapriccianti e brutali, tra cannibalismo e disperazione. E il seme, forse, della rivoluzione
«Ci sono tre classi di persone: quelli di sopra, quelli di sotto e quelli che cadono», spiegava con fare sornione e sorriso affilato il vecchio Trimagasi, interpretato da Zorion Eguileor. Il centro verticale di autogestione, o meglio, la fossa sta per tornare. Il buco, piccolo film spagnolo crudo e distopico che ha conquistato Netflix diventando una sorta di cult, ha il suo sequel: Il buco – Capitolo 2. E siamo in pieno countdown per il suo rilascio.
Quando esce Il buco – Capitolo 2
Il buco (titolo originale spagnolo El hoyo, titolo internazionale The Platform) è il debutto al lungometraggio del regista basco classe 1974 Galder Gaztelu-Urrutia. Nel 2019 è stato presentato al Toronto Film Festival. Da lì è partita la sua cavalcata trionfale, che l’ha portato sotto i radar dei talent scout di Netflix. Il colosso di streaming ne ha acquisito i diritti e l’ha lanciato a livello mondiale con numeri da film hollywoodiano.
Anche se destino dei sequel spesso è rovinare i buoni ricordi, a un grande successo oggigiorno quasi mai si nega un seguito. Ed ecco allora che impelle Il buco – Capitolo 2, che debutta venerdì 4 ottobre su Netflix in streaming. E promette di essere altrettanto brutale e agghiacciante. Da divorare. Una nuova e violenta allegoria sociale sugli aspetti più oscuri e disperati dell’umanità.

Il successo incredibile de Il buco su Netflix
Prima de Il buco, Galder Gaztelu-Urrutia aveva all’attivo solo due cortometraggi, sempre nel filone del distopico, in un futuro alquanto inquietante dove l’umanità mostra il peggio di sé.
Dopo il Toronto Film Festival, dove ha vinto il People’s Choice Award for Midnight Madness, dedicato a opere underground e cult, ha partecipato al Sitges Film Festival, in Catalogna, vincendo come migliore film.
Nelle sale spagnole è stato distribuito a novembre 2019. Notato da Netflix, a marzo 2020 l’ha rilasciato in tutto il mondo. Il premio conquistato a Toronto era stato profetico: Il buco fu la sorpresa dell’anno e un titolo presto cult. Ad oggi è il film spagnolo più popolare della storia di Netflix, con 108.090.000 ore viste nei primi 28 giorni. Ed è al quinto al quinto posto tra i film in lingua non inglese con oltre 82.800.000 visualizzazioni.
Ai Goya Awards 2020 Il buco vinse il premio per i migliori effetti speciali.
Dove eravamo rimasti con Il buco
Un violino che suona, un capo chef che verifica le preparazioni con accurata severità, una cucina da ristorante stellato in fermento. E una musichetta cadenzata e allarmante di sottofondo, ad opera della compositrice Aránzazu Calleja, che presto ci fa piombare là, nella fossa. Si apre così Il buco.
Presto finiamo accanto al suo protagonista Goreng, interpretato da Iván Massagué, che ha avuto una parte anche ne Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro. E accanto a Goreng c’è come compagno di livello il veterano della fossa, il vecchio Trimagasi. Ogni residente può portare con sé un oggetto: Goreng ha una copia del Don Chisciotte, l’unico ad aver scelto un libro e non un’arma. È entrato volontariamente per smettere di fumare.
La fossa, il cui nome ufficiale è Cav (Centro verticale di autogestione), è una sorta di prigione verticale in cemento, plumbea, che prevede una spietata lotta di sopravvivenza per non morir di fame. È composta da centinaia di piani, in scenografie asciutte e grigie, connessi centralmente da un grande buco. Da qui scende, in maniera cadenzata, una piattaforma ricolma delle luculliani e raffinate pietanze preparate dai cuochi del piano di sopra. E qui va in scena la triste deriva del genere umano: i due carcerati del primo livello possono disporre di tutto il cibo che vogliono; man mano che la piattaforma scende, invece, i carcerati di sotto hanno gli avanzi di quelli di sopra, che corrispondono, quando va bene, a cibo calpestato, su cui gli “inquilini” di sopra hanno probabilmente sputato e urinato, e quando va male a nulla di più di piatti rotti e vassoi svuotati.
Ogni mese, i carcerati vengono riassegnati a un nuovo livello. Vediamo Goreng prima al piano 48, quindi al 171, dove la piattaforma arriva senza cibo e l’unico modo per sopravvivere è il cannibalismo. Poi al 33, al 202, fino al 6. E anche al 6, la scena è la stessa: arriva una piattaforma di cibi devastati da quelli di sopra. Non c’è speranza per il genere umano, è ovvio.
Il presunto vero intento del Centro verticale di autogestione? Far sbocciare una solidarietà spontanea: se i residenti dei piani superiori non si abbuffassero e si limitassero a porzioni minime per la sussistenza, quelli dei piani sottostanti non morirebbero di inedia.
Ma, come dice il don Chisciotte Goreng, «i cambiamenti non si producono mai volontariamente». E inizia la sua battaglia per rompere il sistema.
Nella scena finale Goreng è sceso fino all’ultimo piano della fossa, il 333, passando attraverso piani inferiori abitati solo da cadaveri. Con lui il suo compagno di livello 6, Baharat (Emilio Buale), che poco dopo muore. Al livello 333 trova una bambina. È lei, e non la panna cotta che avevano portato con sé, intonsa, il messaggio da depositare sulla piattaforma, che risale. Un messaggio che sa di rivoluzione.

Il cast de Il buco – Capitolo 2
Com’era immaginabile, nel sequel de Il buco non ritroveremo Iván Massagué e il suo Goreng dal nobile cuore.
I nuovi attori protagonisti sono gli spagnoli Milena Smit e Hovik Keuchkerian, rispettivamente nei panni di Perempuán e Zamiatin.
Smit, 27 anni, è stata la bella co-protagonista di Madres paralelas di Pedro Almodóvar accanto a Penélope Cruz. Gli affezionati di Netflix la ricorderanno anche nei panni della giovane giornalista della serie tv spagnola La ragazza di neve.
Keuchkerian è un corpulento ex pugile di origini armene e libanesi. I fan della serie tv cult La casa di carta lo conoscono come Bogotà, protagonista delle stagioni 3 e 4, con la rapina alla Banca di Spagna nel mirino. Una curiosità? Era anche ne L’uomo che uccise Don Chisciotte (2018) di Terry Gilliam.
Nel cast anche Natalia Tena, la Ninfadora Tonks della saga cinematografica di Harry Potter, e Óscar Jaenada, che nel 2011 ha partecipato a Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare. Saranno rispettivamente Sahabat e Dagin Babi.

Un film da divorare: trama e trailer
Il buco – Capitolo 2 ha avuto la sua premiere pochi giorni fa al Festival de San Sebastián. Netflix Spagna su Instagram promette: «La ragazza. La panna cotta. 333 livelli. L’unica cosa ovvia è che il 4 ottobre divorerai #ElHoyo2». Ovvio: il termine preferito di Trimagasi.
Questa la trama annunciata da Netflix: quando un misterioso leader prende il comando della piattaforma, un nuovo residente resta coinvolto nella battaglia contro il controverso metodo per distruggere il brutale sistema di rifornimento viveri. Ma quando basta mangiare dal piatto sbagliato per andare incontro alla morte, fino a dove ci si può spingere per salvarsi la vita?
Ecco il trailer de Il buco – Capitolo 2 che, tra teste mozzate, corpi che cadono e lampi di scene raccapriccianti, lascia intuire un’imminente rivoluzione. Ovvio.