Il Festival des Cabanes nel verde di Villa Medici a Roma

Il Festival des Cabanes nel verde di Villa Medici a Roma

di Digital Team

Il Festival des Cabanes seconda edizione: architetture temporanee come spunti di riflessione sull’abitare sostenibile e il nostro rapporto con la natura

Detto come va detto: di buone ragioni per andare a fare un giro a Villa Medici ce n’è a bizzeffe e tutte in relazione strettissima con ‘la grande bellezza’ della Capitale: il  Pincio,Trinità dei Monti, sette ettari di parco (proprio in centro all’Urbe), l’Accademia di Francia che qui a sede dal 1803 e via discorrendo, come i romani e quanti vi sono stati anche solo una volta sanno bene. La più recente ‘scusa’ per tornarci è la seconda edizione del Festival des Cabanes che dopo quella del 2022 torna per tutta l’estate invitando architetti, artisti e ricercatori a inventare dialoghi con lo straordinario patrimonio arboreo dei giardini storici risalenti ancora alla fine del XVI secolo.


Cabanes, cioè “capanne” è un termine qui inteso in senso amplissimo: i 7 progetti ideati da altrettanti studi di architettura e design sono infatti più vicini all’arte che all’edilizia in senso stretto. Installazioni temporanee, micro-architetture, proto-abitazioni, insomma strutture spesso realizzate con materiali riciclati o con una visione eco-responsabile oggi molto à la page, per 4 mesi (fino al 1 ottobre) sono una riflessione dei progettisti sulla tematica dell’abitazione modulare e sostenibile e sul nostro rapporto con la natura.


Esposte all’aperto per quattro mesi, queste idee che hanno preso forma temporanea offrono al pubblico anche un’esperienza diversa dei giardini di Villa Medici. Quante ‘capanne’ ci sono nella nostra memoria: da quelle dei giochi d’infanzia a quelle letterarie (zio Tom, Robinson, il barone rampante…); ecco, qui c’è l’occasione per scoprire quanto l’utopia possa relazionarsi con la realtà, in equilibrio tra fantasia e le questioni architettoniche e ambientali d’oggi. Qualche esempio. La “capanna” Batouto è una specie di shangai che invita a immaginare il groviglio di un bosco in cui ci nascondiamo, un invito a essere il paesaggio. Mentre la Parasol Tree House è un prototipo di albero meccanico con una chioma artificiale che offre spazi ombreggiati e in caso di pioggia raccoglie l’acqua piovana per ridistribuirla gradualmente nell’ambiente nei periodi di siccità. E ancora La timidité des cimes (‘La timidezza delle chiome’) è una sorta di bosco sacro mitologico che si rifà alle forme dei pini, tanto presenti nel paesaggio romano.


Sul versante più concettuale, Tutto Sesto è ispirato alle forme delle modanature dell’architettura rinascimentale e si inserisce in un dialogo formale con l’ambiente senza mai precludere la vista dei giardini e di Villa Medici. All’opposto, Awa è una ‘capanna’ autonoma pensata per un insediamento in ambiente isolato. Ispirata alle costruzioni tradizionali giapponesi dalle linee essenziali è una mini-architettura progettata per contenere in 8 m² tutti i comfort di una struttura moderna: camera da letto, cucina, bagno, il tutto controllato da un’interfaccia di gestione autonoma. Per tutta l’estate, le ‘capanne’ accoglieranno diversi laboratori pedagogici, letture e corsi di yoga. Infine, da segnare sul calendario: martedì 27 giugno, la Nuit des Cabanes sarà il momento clou della stagione, con performance artistiche, musicali e letterarie che coinvolgono artisti e pensatori. Su invito dell’Accademia di Francia a Roma, l’artista ed ex borsista Renaud Auguste-Dormeuil inaugurerà per l’ occasione la mostra Les Arbres ne seront pas moins verts qu’au printemps passé.