

Il Gladiatore 2, il sequel stravagante di cui non avevamo bisogno
Riecco il Colosseo di sangue e show mortali. Sulle orme epiche di Russell Crowe, Paul Mescal scende nell’arena. Ridley Scott ha ordito per lui un film di eccessi, fatto per sorprendere, tra scimmie pazze, rinoceronti e squali. Perché ci si diverta o ci si annoi tanto
Tra squali, rinoceronti e bighe, Ridley Scott una volta di più gioca con la Storia a suo piacimento, in nome dello spettacolo. Con Il Gladiatore fece centro. E ora con il suo sequel? 24 anni dopo torna tra arene di sabbia e sangue e show mortali: non ne sentivamo affatto il bisogno però chi cerca un’orgia cinematografica ambiziosa e kitsch con Il Gladiatore 2 sarà accontentato. E intanto la critica oscilla tra il divertito e l’annoiato.
Dal 14 novembre al cinema, ecco cosa aspettarsi da Il Gladiatore II.

Infaticabile Ridley Scott
87 anni da compiere il 30 novembre, Ridley Scott è infaticabile. Ha però smarrito il suo tocco che sapeva forgiare solo cult: Alien (1979), Blade Runner (1982), Thelma & Louise (1991), Soldato Jane (1997) e Il gladiatore (2000), appunto. Incassando quasi mezzo miliardo di dollari al botteghino, la parabola epica di Massimo Decimo Meridio conquistò ben cinque Oscar, tra cui i premi al miglior film e al miglior attore protagonista Russell Crowe.
Ora il monumentale regista britannico trova soprattutto nella grande Storia il terreno fertile della sua fame creativa. Ma con risultati alterni. Il kolossal Napoleon del 2023? È stato un colossale tedio, con Joaquin Phoenix che ha ridotto “il più grande dei grandi” a un ometto scialbo e senza ascendente. Il film storico The last duel, ambientato nel Medioevo violento e sessista? Solido ma destinato a non lasciare traccia indelebile. E in mezzo c’è stato anche il caotico House of Gucci, pasticciaccio sconnesso in salsa americana.
Ma Scott ama il rischio. E Il Gladiatore 2 è qui a dimostrarlo.

Il Gladiatore 2: la trama del film
Ricorderete Massimo Decimo Meridio morente, tra le braccia di Lucilla, dopo aver a sua volta ucciso il perfido Commodo, nelle scene finali de Il gladiatore. Già nel film originale c’era il personaggio che oggi è il protagonista de Il Gladiatore 2: è Lucio Vero, il bimbetto allora interpretato da Spencer Treat Clark. È il figlio di Lucilla e… Massimo!, nonché nipote dell’imperatore Marco Aurelio. Oggi però lo interpreta Paul Mescal che sul suo corpo roccioso porta quasi tutto il peso del film. Connie Nielsen invece riprende il ruolo di Lucilla.
Dopo aver assistito all’eroica morte di Massimo nel Colosseo, Lucio era stato allontanato da Roma dalla madre, al fine di proteggerlo. Nella remota Numidia si gode una vita idilliaca con sua moglie Arishat (Yuval Gonen). Fino a quando, tragicamente, un esercito guidato dal generale Acacio (Pedro Pascal), marito di Lucilla e conquistatore di Roma, invade la sua pace e lo prende prigioniero.
Lucio si ritrova trascinato di nuovo nel luogo che un tempo chiamava casa, una città ora marcia fino al midollo. Costretto da Macrino (Denzel Washington) a combattere nel Colosseo, il suo destino è letteralmente sotto il pollice dei crudeli imperatori gemelli di Roma, Geta e Caracalla (rispettivamente Joseph Quinn e Fred Hechinger). Dai babbuini ai rinoceronti agli squali, le sfide da affrontare si faranno sempre più impossibili. Come linfa vitale ad armarlo: la vendetta.

Il viaggio da eroe di Paul Mescal
«È stata un’esperienza incredibile perché è un film così emozionante e anche così fisico. È un vero viaggio da eroe»: queste le parole di Paul Mescal, novello gladiatore. Mica facile percorrere le orme di ardimento e imperiosa presenza scenica di Russell Crowe, ma il ventottenne attore irlandese si è buttato senza remore nella mischia. «Passare da film indipendenti a un film campione d’incassi è stato intimidatorio finché non ho capito che recitare è recitare, indipendentemente dal contesto», ha detto.
A volerlo come protagonista è stato lo stesso Ridley Scott, che già l’aveva notato quando recitava nell’acclamata serie televisiva anglo-irlandese Normal people. «Mi ha ricordato Richard Harris incrociato con un giovanissimo Albert Finney», le parole di Scott. «Sembrava un attore molto vigoroso, solido e simpatico».
Per Mescal è stato forte l’impegno fisico. Per prepararsi alla parte si è sottoposto a un notevole allenamento della forza con il coach Tim Blakeley di Media Physiques. Ha anche dovuto imparare a maneggiare una spada come un gladiatore romano. «Andavo in palestra, mi allenavo con i pesi, correvo, mangiavo in un certo modo…», ha raccontato Mescal. «Ma l’unico interesse di Ridley è il talento per cui ci ha ingaggiato. Dovevo solo mettermi in gioco».

Il Gladiatore moltiplicato per 2
Prendi Il Gladiatore e moltiplicalo per due. A livello narrativo Il Gladiatore 2 sembra un po’ la copia carbone del cult del 2000, almeno inizialmente. Ma il lato sanguinario lievita in questo sequel. Scott sceglie un approccio massimalista e ridondante sfidando anche l’assurdo al fine dell’intrattenimento. Un’epica di spade e stravaganza.
Scimmie pazze, rinoceronti e squali. Navi da guerra, violenza epica e intricate scene di lotta. Una follia degli eccessi che può far arricciare il labbro di disgusto o divertire irrimediabilmente. Ne sentivamo il bisogno? La risposta è sempre no. Ma il botteghino darà il suo pollice su o verso.
Ridley Scott, dal canto suo, dubbi non ne ha. Sta già pensando a Il Gladiatore 3.