In conversazione con Sergi Roberto
Courtesy of Shiseido

In conversazione con Sergi Roberto

di Andrea Giordano

Il campione del Barcellona si svela ad Icon, tra vita, carriera, idoli e curiosità

Uno dei capitani storici del Barcellona, la squadra dove finora ha vissuto 12 stagioni, 316 partite, realizzando 12 centri, vincendo, tra le varie cose, sei Campionati spagnoli (la famosa “Liga”), altrettante Coppe del Re, due Champions League e una Coppa del Mondo per Club. Numeri da record, al pari di altri grandi nomi del club catalano, come Iniesta e Xavi. Sergi Roberto andava a letto col pallone sognando proprio il Barcellona, e alla fine quel desiderio si è avverato, un sogno reale che lo ha portato a essere anche tra le colonne della nazionale spagnola. Un campione (dentro e fuori il campo), elegante e moderno, al punto da conquistare altresì un colosso come Shiseido Men, che per l’immagine-partnerhip, riguardo le linee Skincare e Make-up Uomo, ha scelto ulteriormente lui e il Barcellona.

Partiamo dal ruolo di Ambassador per Shiseido: è una conferma per te.

Sono molto felice. È il secondo anno consecutivo, non avrei mai immaginato di collaborare con un’azienda di skincare del genere e tra i brand più importanti del mondo. Prima di conoscerli non usavo molti prodotti, ma è proprio grazie a loro se adesso tendo maggiormente a prendermi cura della mia pelle. Di fatto sento di essere entrato nella loro famiglia, non solo come testimonial, ma da vero fan. Mi auguro si possa andare avanti insieme ancora per molto.

Impossibile riassumere la tua carriera, così lunga e vincente. Ci ripensi mai agli inizi?

La storia è cominciata quando avevo 14 anni, ne sono passati 16, ma da bambino ricordo di essere sempre stato un tifoso del Barcellona. Quindi puoi immaginare il sogno, poi realizzato, di giocare in prima squadra, stando al fianco dei migliori giocatori del mondo, a partire da Leo Messi, a quelli più “pazzi” ed estrosi, Xavi, Iniesta, Puyol, Piqué, Busquets. È la migliore squadra del mondo. Ho avuto la fortuna di vivere gli anni maggiormente vincenti del Barca, gli ultimi tre in particolare, nei quali abbiamo conquistato tutto il possibile, arrivando fino a sei trofei in una sola stagione. È una famiglia, mi sento fiero di essere in questo gruppo e aver ottenuto il massimo da un club.

Qual è stato il momento che ricordi maggiormente?

Sicuramente il primo match ufficiale, è stata una delle giornate più belle della mia vita. E poi, ovvio, quando abbiamo vinto la Champions League (contro la Juventus) è stata un’altra giornata pazzesca, era il 2015, o anche nella partita vinta (nel 2017), battendo il Paris Saint German per 6 a 1, dove all’ultimo minuto sono riuscito pure a segnare: fu incredibile. Non potrei sceglierne solo uno, di notti magiche ne ho potute godere molte.

Sconfiniamo per un secondo dal campo, ed entriamo nella Rete (dei social). Sei molto attivo, ti vediamo pure cucinare, sei bravo allora?

In realtà preferisco mangiare, ma amo condividere, in particolare riguardo ai viaggi che facciamo io, mia moglie e i miei figli, ne abbiamo fatti di incredibili. Uno su tutti: in Giappone.

Come mai?

Siamo stati a Tokyo e a Kyoto, faceva parte della nostra luna di miele dopo che ci siamo sposati, ci siamo stati per nove giorni, purtroppo troppo breve. Vorrei tornarci, amo il cibo, le persone, le città, tutto.

Cosa non può mancare nella tua valigia?

In generale tendo a essere abbastanza “monotono”, le solite cose, mi piace però organizzarmi prima di partire, vedere i migliori ristoranti, le attrazioni, arrivare preparato insomma.

Parlavamo prima di Leo Messi: che importanza ha avuto su di te come simbolo?

Le persone ci vedono davanti alla TV giocando a calcio, gareggiando contro giocatori di altre squadre. Ma dall’altra parte è molto importante la dimensione umana, trasmettere dei buoni valori, essere umili, sapere da dove vieni. Leo è uno di questi. In fondo abbiamo la fortuna di fare ciò che ci piace, il calcio. Ma, lo ripeto, è molto importante essere come siamo, non atteggiarci, rispettare tutti, ed è ciò che cerco di insegnare anche ai miei figli ogni giorno. Arriviamo da due anni durissimi, e ancora non ne siamo usciti. Ora c’è anche la guerra in Ucraina: l’unica cosa che posso auspicarmi è la pace, lo voglio per me, per le generazioni future, e appunto per i miei figli.

Cosa hai imparato di più?

La cosa più bella di quando sei in tour con la squadra, la famiglia, gli amici, è il fatto che coincide con una grande condivisione. Sembrava scontato, ma poi è arrivato il Covid a cambiare le carte in tavola. Vedi, vincere trofei e tutto il resto è qualcosa di indimenticabile per uno sportivo, ma alla fine quando mi ritirerò, beh.. saranno quelli i momenti da ricordare.

Mondiali 2022 e Coppa del Mondo: la Spagna avrà un girone di ferro in Qatar, dove tra l’altro affronterete la Germania. Ci sarai?

Vengo da un infortunio, spero in ogni caso di recuperare nel miglior modo possibile ed essere in forma al 100% per i Mondiali di fine stagione, sarà un po’ strano visto che sono tra novembre e dicembre. Ogni Coppa del Mondo è difficile, sarei chiaramente felice se potessi andarci, con la possibilità magari di vincerla.

Passioni e interessi: riesci a coltivarne qualcuno?

Le serie tv: la mia preferita è Il trono di spade. Anche se è terminata, ho ricominciato a vederla dalla prima stagione qualche mese fa. Quando ho del tempo libero lo passo ovviamente con la mia famiglia, seppur mi concedo appunto qualche episodio. Amo la musica tradizionale catalana, e parallelamente i grandi gruppi pop, dai Coldplay in avanti.

Shiseido Men ti ha scelto ancora una volta perché incarni la contemporaneità e la versatilità. Dal punto di vista dello stile come ti definiresti invece?

Casual, ma elegante. Sono un grande appassionato e collezionista di sneakers, di scarpe da ginnastica della Nike, poi di solito mi piace indossare felpe con cappuccio, jeans, outfit semplici, e allo stesso tempo cerco quei tipi di look non troppo ingessati, giacca e completi, capaci di riflettere chi sono, senza stravolgere la mia identità.

Il tuo presente-futuro: sarà ancora al Barcellona?

Da poco ho compiuto 30 anni, è vero, è il mio ultimo anno di contratto con il Barcellona, ma siamo in trattative per un rinnovo, e spero di poter rimanere degli anni. Ho sempre detto però che mi piacerebbe provare in futuro anche altre esperienze, campionati, altre squadre, ce ne sono tante a livello europeo. Ora sono concentrato qui, abbiamo un mese per concludere la stagione e poche gare che vogliamo vincere. Sono ancora giovane, quindi staremo a vedere.