La Vida Nueva di Paola & Chiara

La Vida Nueva di Paola & Chiara

di Daniele Cassandro

Alla vigilia del loro esordio a Sanremo nelle vesti di conduttrici di PrimaFestival, le due icone pop si raccontano, tra passato, presente e futuro

Nell’atelier milanese dello stylist e direttore creativo Nick Cerioni le sorelle Paola e Chiara Iezzi stanno aspettando di sottoporsi all’ennesimo fitting per il festival di Sanremo. “E pensare che a me neanche piace particolarmente fare shopping e provare roba davanti allo specchio”, sospira Paola. Anche in borghese Paola & Chiara hanno un loro stile inconfondibile, più esuberante Paola, capelli raccolti e ampia giacca di taglio maschile, e più misurata Chiara, fasciata in un piccolo abito di velluto rosso. Sono sedute su un divanetto verde e circondate da memorabilia di Madonna di proprietà del padrone di casa: sopra di noi un grande poster di American life e su un tavolo una copia ancora chiusa di Sex, il libro scandalo che Madonna realizzò nel 1992 con il fotografo Steven Meisel. Dopo il loro inatteso ritorno sulle scene l’anno scorso con Furore e alla vigilia di un Sanremo che le vedrà partecipare in una doppia veste, presentatrici del PrimaFestival e ospiti musicali sul palco Suzuki la sera dell’8 febbraio, Paola & Chiara hanno l’aria di essere pronte a riprendersi il loro posto nella storia del pop italiano. 


Com’è nata questa idea di andare a Sanremo come presentatrici? 

Paola: È nato tutto da Amadeus e quando ce l’ha proposto abbiamo detto subito di sì. 

Chiara: Avevamo già presentato degli show per Mtv alla fine degli anni Novanta ma erano cose diverse: non erano in diretta ed erano molto scritti, avevamo un concept ben preciso. Qui saremo più libere e in diretta subito dopo il tg. 

Paola: Una bella responsabilità… 

Chiara: Eh sì, ma ci prepareremo, studieremo ma soprattutto cercheremo anche di divertirci come abbiamo fatto l’anno scorso. 

E come l’anno scorso canterete ma non più all’Ariston come concorrenti ma sul palco Suzuki in piazza Colombo… 

Paola: Noi le piazze italiane negli anni ce le siamo girate tutte e abbiamo sempre funzionato in quel contesto. Il nostro repertorio è sempre stato perfetto per far ballare la gente all’aperto. 


Total look Dolce&Gabbana

Non avete temuto per un momento di fare un revival un po ’nostalgico? 

Paola: Non ci siamo mai davvero poste il problema in questi termini. L’anno scorso, quando abbiamo portato Furore al festival ci siamo accorte che avevamo un pubblico nuovo, un pubblico che non ci conosceva di prima mano ma che ci aveva sentite raccontate da zii, genitori, fratelli più grandi, che magari ci aveva viste solo su YouTube… per noi è stata la più grande sorpresa. 

Com’è stato ritrovarvi dopo tanti anni sul palco come Paola e Chiara? 

Chiara: In realtà è come se non avessimo mai smesso. Come famiglia abbiamo sempre continuato a vederci, c’è stata questa pausa… questa pausa un po ’lunga… in cui abbiamo fatto altro ma continuavamo a vederci e a tenerci aggiornate. Quindi tornare sul palco insieme è stato naturale, come ai tempi d’oro… che per altro oggi, per un giro di vite che c’è stato nei gusti del pubblico con un ritorno a certe sonorità, non sembrano neanche così lontani. E poi Sanremo l’anno scorso l’abbiamo vissuto con molta meno tensione rispetto agli altri anni… 

Paola:“ Sarà che nel frattempo ne abbiamo passate tante… e poi Sanremo è molto cambiato per noi artisti, è diventata davvero una festa per chi fa musica. E poi vedi Amadeus, vedi Gianni Morandi e ti senti tranquilla. Noi artisti viviamo alti e bassi pazzeschi là dietro. Tra l’altro avevamo anche una coreografia da seguire, per carità, nulla di diverso da quello che abbiamo sempre fatto con i ballerini, ma dopo dieci anni che non lo facevamo non sapevamo cosa aspettarci da noi o dal pubblico. Abbiamo avuto fiducia nella nostra canzone e siamo andate avanti. 


Look Dolce&Gabbana

Furore è stato un po ’un modo di dire: siamo state questa cosa e lo siamo ancora. Sto pensando al fatto che quando avete avuto i vostri grandi successi, negli anni 2000, la pop dance era malvista in Italia: molti giornalisti vi consideravano vacue, facevano fatica a prendervi sul serio. Già solo essere due giovani donne che facevano pop dance per qualcuno aveva un che di provocatorio… 

Paola: Siamo state il guilty pleasure di molti che ci disprezzavano pubblicamente e poi ci ballavano in privato (ride). Però ci tengo a dire che se c’è una comunità di persone che ci ha sempre sostenute, anche quando siamo state ferme, è stata la comunità lgbtq+. Per noi sono stati un’ispirazione e ci hanno aiutato a tenere le cose sempre in prospettiva: le lotte di una comunità che combatte per ottenere dei diritti ovvi ci ha sempre fatto capire come le nostre lotte, le nostre difficoltà come artiste, fossero nulle. E ci hanno spinto a non mollare. Torniamo anche per loro. 

Chiara: Noi abbiamo sempre cavalcato il ‘crying on the dancefloor’, il ballo e la musica per esorcizzare anche i nostri drammi personali. 


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Ed è proprio questo aspetto che vi ha sempre tenute così legate alle comunità lgbtq+: la discoteca, la pista, la serata come luogo di visibilità, di uguaglianza, di celebrazione delle diversità. 

Paola: Il corpo ha bisogno di muoversi per creare energie: ballare e cantare sono modi per esorcizzare il male. Le discoteche possono essere delle case in cui essere accolti quando nessuno ti accoglie più. Penso a serate storiche come il Blitz di Londra, nei primissimi anni Ottanta, dove Boy George lavorava al guardaroba, allo Studio 54 e al Paradise Garage a New York, ma anche al Plastic a Milano. 

Nel vostro ultimo singolo Solo mai si respira una certa aria synth pop anni ottanta… 

Paola: Questo revival del synth pop parla anche alle generazioni più giovani non solo per la musica della serie Stranger things ma anche grazie al successo di artisti come The Weeknd. Come noi quando eravamo piccole si andava a riscoprire le cose degli anni sessanta, così i ragazzi di oggi riscoprono gli anni ottanta. Nel 2007 abbiamo fatto anche un album in inglese, totalmente autoprodotto, che si chiamava Win the game in cui già esploravamo quelle sonorità. All’epoca forse era un po ’presto: è stato un azzardo artistico. 


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Chiara: Per me però Solo mai non ha nulla di nostalgico o di vintage. È una rivisitazione moderna di quelle atmosfere. Sono anche molto orgogliosa del video che ha girato per noi Paolo Santambrogio. 

Paola: un aspetto che mi affascina di quel suono, di quel tipo di elettronica è un’idea di malinconia del futuro. Come in Blade runner siamo un po ’tutti replicanti e sappiamo che abbiamo una scadenza. Solo l’amore ha la forza di renderci umani.

Foto: Simon171, Styling: Nick Cerioni, Fashion Editor: Edoardo Caniglia
Make up: Luciano Chiarello @Julian Watson Agency, Hair: Marco Minunno @Blend Management