Pirelli HangarBicocca ospita la grande installazione dell’artista vincitrice del Turner Prize, un universo anarchico che confonde realtà e finzione.

Una soffice lingua rosa stesa a terra indica l’ingresso e, immediatamente dopo, lungo il corridoio in rete metallica incombono dall’alto due grossi seni raminghi. C’è subito qualcosa di estremamente fisico in questa installazione d’altro canto immateriale e destrutturata, che parla un linguaggio smaccatamente femminile e uterino.

Così l’universo in cui si precipita entrando nello Shed di Pirelli HangarBicocca a Milano è piuttosto quello mentale dell’artista Laure Prouvost, francese trapiantata da 18 anni a Londra, e già vincitrice del prestigioso Turner Prize, che ha organizzato un museo GDM-Gran Dad’s Visitor Center dedicato alla storia presunta del nonno artista concettuale scomparso nel tentativo di realizzare la sua opera più ambiziosa, un tunnel che collegasse il suo studio all’Africa. Mentre ne parla, candidamente al presente, sembra sia ancora accanto a lei. “Non ama quello che faccio, pensa sia troppo narrativo”.

Tra video, sculture, dipinti, un fitto paesaggio sonoro e una serie di cartelli che indica in ogni antro il luogo in cui ci troviamo, sparge frammenti autobiografici, istruzioni, commenti sconclusionati: “Fa un largo uso delle parole e gioca sulle sgrammaticature, i fraintendimenti, gli errori di traduzione” spiega la curatrice Roberta Tenconi. “Sovverte le forme tradizionali della narrazione con montaggi che potremmo definire anarchici, confonde realtà e finzione”.

Nel suo museo, organizzato con l’eccentrica e disinibita nonna depositaria di tutto il lavoro del marito artista, cita certi vezzi di grandeur tipici dell’universo maschile facendo il verso alle costruzioni delle archistar, a cui oggi si affidano le grandi architetture museali. Ma preferisce poi disseminare piccole amenità come la saletta da tè, il parrucchiere, persino una piattaforma per il karaoke. “L’arte è parte di me, non potrei vivere senza – chiosa Laure Prouvost – non saprei dire se è una forma di terapia, ma la realtà è più vera attraverso di essa: ogni cosa, i suoni, gli odori, i ricordi…”.

Laure Prouvost GDM-Gran Dad’s Visitor Center 

fino al 9 aprile 2017 

a cura di Roberta Tenconi 

Pirelli HangarBicocca, Milano