Le 4 A di Arnold Schwarzenegger. Un muscle book le racconta

Le 4 A di Arnold Schwarzenegger. Un muscle book le racconta

di Digital Team

È appena uscita una lussuosa bio in edizione numerata con proprio tutto su Arnold Schwarzenegger e le sue molte carriere, tutte di successo mondiale

Ci sono voluti dieci anni di lavoro per mettere insieme tutti i materiali del volume (doppio) Arnold: la bibbia su Arnold Schwarzenegger che Taschen propone in edizione limitata di 1947 copie, tutte numerate e firmate dal celeberrimo (1947 come il suo anno di nascita). Nota per gli appassionati: oltre alla Collector’s Edition (con custodia e libro annesso dedicato all’Arnold bodybuilder), ci sono la Art Edition (copie 1-100) e la Capitello Edition (copie 101-500). Queste ultime sono corredate da un esclusivo supporto per il libro – una riproduzione in scala 1:2 della seduta Capitello, disegnata originariamente da Studio65 nel 1971 e prodotta da Gufram. La sua rilettura pop del classico capitello ionico omaggia quell’ideale di bellezza greca incarnato dal fisicone di Arnold. Chicca della Art Edition è la monumentale stampa ChromaLuxe di Arnold sugli sci (quasi a grandezza naturale!) incorniciata e pronta da appendere, firmata dalla fotografa Annie Leibovitz


Del resto, per un personaggio larger than life come Schwarzy, la quercia austriaca, non si poteva fare che un libro altrettanto fuori scala. Poderoso come i bicipiti del nostro che ai tempi più anabolici misuravano 50 centimetri e più di circonferenza, in competizione solo con quelli di Lou “Hulk” Ferrigno. Diciamolo, di Arnold ce n’è uno solo; e se una volta sulla scia dei culturisti diventati stelle del grande schermo come Steve Reeves o Reg Park seguiva poi una pletora di “imitatori”, Arnold non poteva averne. Il già citato Ferrigno è stato Hulk, Hercules e molto altro ancora, ma rispetto al curriculum di Schwarzy resta ben poca cosa. 


La art print firmata Annie Leibovitz.

Corpo e mente, un tutt’uno per Arnold che, in una carriera di quasi 60 anni, ha saputo via via trasformarsi da ragazzone emigrante ad atleta mondiale, poi movie star miliardaria, politico ai massimi livelli (gli mancherebbe la presidenza degli States, ma quella è riservata solo a qualcuno che in America ci è nato), ora attivista per l’ambiente e comunque per le buone cause si è sempre speso mettendoci il cuore. Il tutto è riassunto dalle 4 A sulla cover: Athlete, Actor, American, Activist. Perché se c’è infatti un denominatore comune in tutta la sua esistenza quello si può chiamare american dream. Perché è inseguendo il sogno americano (come milioni di altri) – scoperto guardando i documentari sugli States che giravano nella sconfitta e affamata Austria – che Arnold va oltreoceano. E lì scopre l’America, letteralmente, come l’America (e il suo business system) scopre lui in un rapporto di mutua collaborazione. 


Oggi a 76 anni, superate operazioni a cuore aperto, Arnold è ancora lì a dire la sua e continua a essere seguitissimo, tanto che se questa uscita di Taschen soddisfa una certa parte di appassionati con disponibilità di spesa (ma non è detto, chissà, che un’edizione più pop possa prima o poi essere realizzata) l’ex governatore della California non sta mica fermo e pubblica il 10 ottobre Be Useful, cioè, come dice il lancio pubblicitario del volume: “Le sette regole da seguire per realizzare il vostro vero scopo nella vita, estrapolate da Arnold Schwarzenegger dal suo viaggio di reinvenzione incessante e di risultati straordinari”. Parentesi: questo 7 che torna, dai savi, ai nani, ai samurai, ai pilastri della saggezza alle arti liberali e i peccati capitali…bisognerà pensarci. Chiusa parentesi.


Sul set di Conan il barbaro. Foto
Bob Penn, Universal Studios Licensing LLC, 1981

Torniamo a Arnold, libro da sfogliare per le immagini che sono una carrellata di volti  famosi, ma anche da leggere per le tante notizie, curiosità e interviste che lo arricchiscono. È un viaggio indietro nel tempo, dal decennio dei boomers ai Duemila inoltrati. Arnold invecchia, il tempo passa anche per lui, la barba imbianca, ma, fateci caso, quella luce che ha negli occhi è sempre la stessa. Lui dice di essere nato con il dono della “visione”. Visti i fatti deve essere proprio così.