Le Grandi mostre da vedere nel 2024
Pierre Huyghe, Untilled, 2011–12, Courtesy the artist; Marian Goodman Gallery, New York; Esther Schipper, Berlin. © Pierre Huyghe 2023

Le Grandi mostre da vedere nel 2024

di Elena Bordignon

Abbiamo selezionato alcuni tra i più importanti musei al mondo per segnalarvi grandi mostre da vedere nel 2024. Dai ‘mostri sacri’ come Ansel Kiefer, Brancusi e Yoko Ono, a sperimentatori come Pierre Huyghe e Theaster Gates

Jeff Wall – Fondation Beyeler – Basilea

Ha avuto un ruolo di primo piano nel consacrare la fotografia come forma d’arte autonoma. Stiamo parlando dell’artista canadese Jeff Wall (*1946), protagonista di una grande mostra alla Fondation Beyeler a Basilea dal 28 gennaio al 21 aprile 2024. In mostra oltre 50 tra le più significative opere di Wall, prodotte nell’arco di cinque decenni. L’esposizione copre l’intero spettro del suo lavoro pionieristico, dalle iconiche trasparenze montate in lightbox alle fotografie di grande formato in bianco e nero e alle stampe a colori inkjet.


JEFF WALL, MILK, 1984 Transparency in lightbox, 187 x 229 cm FRAC Champagne-Ardenne, Reims © Jeff Wall

Anselm Kiefer – Palazzo Strozzi, Firenze 

Anselm Kiefer, nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, è il protagonista di una grande mostra a Palazzo Strozzi a Firenze dal 22 marzo al 21 luglio 2024. Celebre per le sue opere di forte impatto che attraverso pittura, scultura e installazione investigano i temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza, Kiefer presenta qui una selezione di opere storiche e nuove produzioni, in un dialogo originale con l’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi. 


Anselm Kiefer, Engelssturz, 2022. Photo Georges Poncet. © 2023 Anselm Kiefer

Nari Ward – Pirelli HangarBicocca Milano

A Milano, nel settembre 2022, ci ha conquistati ricoprendo con dei fogli dorati un’enorme piscina di 4.000 metri quadrati. Nari Ward, artista che affronta temi legati alle trasformazioni sociali e alla memoria collettiva, ritorna a Milano con una retrospettiva ospitata al Pirelli HangarBicocca dal 28 marzo al 28 luglio 2024, che raccoglie i suoi lavori legati alla performance e ai suoi progetti collaborativi, con un focus specifico su video, suono e installazioni, ripercorrendo la sua carriera trentennale, tra opere storiche e nuove produzioni. 


Nari Ward Ritratto Courtesy l’artista e Lehmann Maupin, New York, Hong Kong, Seoul e Londra Foto Axel Dupeux

Juergen Teller, i need to live – Triennale di Milano

Emerso alla metà degli anni Novanta, il fotografo tedesco Juergen Teller, ha rivoluzionato, per molti versi, la fotografia di moda con il suo stile provocatorio e scanzonato. Dal 27 gennaio al 1 aprile 2024, la Triennale di Milano ospita una sua mostra dal titolo i need to live. Nella sua pratica, Teller ha abbracciato una vasta gamma di generi che spaziano dai paesaggi alle nature morte, dai ritratti e autoritratti, alla moda, includendo anche l’integrazione di testi all’interno delle sue narrazioni fotografiche. L’esposizione presenta circa 400 fotografie, corredate da una selezione di immagini, video e installazioni provenienti dall’archivio del fotografo.


Juergen Teller – Self-Portrait with pink shorts and balloons, Paris 2017

Pierre Huyghe – Punta della Dogana, Venezia 

Fin dal suo esordio ha concepito le mostre come dei veri e propri ‘meccanismi viventi’, che evolvono nel loro presentarsi negli spazi espositivi. Dal 17 al 24 novembre 2024, Pierre Huyghe (1962) è protagonista della sua prima e più esaustiva mostra ospitata a Punta della Dogana a Venezia e presenta un vasto nucleo di sue opere, alcune delle quali provenienti dalla Pinault Collection. Popolata da entità inumane, umane e non umane, attraversata da fenomeni naturali o artificiali, la mostra esplora, in tempo reale, le condizioni che permettono a entità diverse di coesistere, a volte persino di ibridarsi, senza distinzione gerarchica o determinazione specifica. In contemporanea alla mostra di Huyghe, Palazzo Grassi ospita un grande progetto espositivo dedicato al lavoro dell’artista americana Julie Mehretu (1970, Addis Abeba).


Pierre Huyghe, Untitled (Human Mask), 2014, Pinault Collection, Courtesy of the artist; Hauser & Wirth, London; Anna Lena Films, Paris, © Pierre Huyghe, by SIAE 2023

Brancusi – L’art ne fait que commencer – Centre Pompidou, Parigi 

Il Centre Pompidou dedica – dal 27 marzo al 1° luglio 2024 – una grande e memorabile retrospettiva al grande maestro della scultura contemporanea Constantin Brancusi. Intitolata”Brancusi, l’art ne fait que que commencer”, la mostra riunisce quasi 200 sculture, fotografie, disegni, film e documenti d’archivio, molti dei quali esposti per la prima volta e del tutto inediti. I visitatori potranno ammirare l’intera carriera di questo artista influente e innovativo, dagli esordi ai grandi successi. Una parte è dedicata alla sua ricerca più ostica e controversa, che, vista dalla prospettiva di oggi, risulta decisamente pionieristica.


Constantin Brancusi – Sleeping Muse – 1910 Musée National d’Art Moderne , Centre Georges Pompidou – Paris

Arte Povera – Bourse de Commerce–Pinault Collection, Parigi 

L’esposizione, aperta dal 9 ottobre 2024 al 24 marzo 2025, ripercorre la storia del movimento dell’Arte Povera, dalla sua nascita in Italia alla sua diffusione nel mondo, attraverso un’ampia selezione di importanti opere dei tredici principali protagonisti. Il termine Arte povera è stato coniato nel 1967 dal critico d’arte Germano Celant, che lo adattò dal concetto di “teatro povero” proposto dal regista polacco di teatro sperimentale Jerzy Grotowski. Gli artisti più strettamente legati a questo movimento – tra questi Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario et Marisa Merz ecc. – furono interessati principalmente alle intersezioni tra arte e vita e tra natura e cultura.


Giuseppe Penone, Essere Vento – Pinault Collection © Giuseppe Penone

Yoko Ono, Tate Modern – Londra

Amata-odiata per aver deviato il corso della carriera dei Beatles, Yoko Ono è una figura di spicco nell’arte concettuale e performativa, nel cinema sperimentale e nella musica. L’artista a tutto tondo è rinomata per il suo attivismo, il suo lavoro per la pace nel mondo e le campagne ambientali. La Tate Modern – dal 15 febbraio al 1 settembre 2024 – le dedica una grande mostra che abbraccia più di settant’anni, concentrandosi sui momenti chiave della sua carriera. La mostra, che ha per titolo Music of the mind, esplora alcune delle opere d’arte e performance più discusse di Ono, da Cut Piece (1964), in cui le persone erano invitate a tagliarle i vestiti, al film vietato Film No.4 (Bottoms) (1966-67), che diede avvio a una ‘petizione per la pace’. 


Yoko Ono, Half A Room from Half – A Wind Show at Lisson Gallery, London – Photo by Clay Perry ©Yoko Ono

The Harlem Renaissance and Transatlantic Modernism – The Metropolitan Museum of Art, New York

Inaugura il 25 febbraio, all Metropolitan Museum of Art, “The Harlem Renaissance and Transatlantic Modernism: una rassegna di oltre 150 opere tra cui dipinti, sculture, fotografie, film e oggetti vari. La mostra approfondisce il forte impatto degli artisti neri che ritraevano la vita quotidiana nelle nuove città nere che sorsero nei decenni tra gli anni ’20 e ’40, in particolare ad Harlem ma anche a livello nazionale. La mostra esplora i primi anni della Grande Migrazione, quando gli afroamericani iniziarono a lasciare in massa il Sud segregato. È la prima grande indagine sull’argomento a New York City dal 1987.


Archibald J. Motley Jr. – Black Belt Manhattan, NYC – Photo Courtesy The Metropolitan Museum of Art

Theaster Gates – Mori Art Museum, Tokyo

E’ la sua prima grande mostra in Giappone e definisce un’ampia panoramica del suo lavoro, dagli esordi ad oggi. Il Mori Art Museum di Tokyo, dal 24 aprile al 1 settembre 2024 – dedica a Theaster Gates una grande mostra, che riunisce una vasta selezione di opere e progetti della sua ricerca. Accanto ad opere di nuova produzione, sono stati selezioni lavori che hanno un forte legame con il Giappone. In particolare sarà esposta quello che Gates chiama “Afro-Mingei”: un originale connubio filosofico che fonde il movimento artistico popolare giapponese Mingei con movimenti incentrati sulla bellezza ed estetica nera.


Theaster Gates “A Heavenly Chord” 2022 – Photo Jim Prinz Photography