L’imprenditore sovversivo e illuminato. Dino Gavina tra arte e design

L’imprenditore sovversivo e illuminato. Dino Gavina tra arte e design

La figura, l’opera e le amicizie di Dino Gavina, geniale pioniere del design in mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma

Personaggio di assoluto rilievo lo è stato di sicuro, nella forma e ancor più nella sostanza. “Imprenditore illuminato e sovversivo”, come gli piaceva definirsi, Dino Gavina è stato per il nascente mondo dell’arredo contemporaneo italiano il vero ponte dal e per il mondo. E ricordarlo a quasi cent’anni dalla nascita (1922) è cosa buona e giusta. Dicevamo: tanto per fare un esempio, è Gavina con l’amico Cesare Cassina (quello della storica azienda di mobili, della Superleggera di Ponti etc) a fondare la Flos, esatto, il grande brand di illuminazione; i suoi legami umani e professionali con i grandi maestri dell’arte e del design (alcuni già lo erano, altri lo stavano diventando) sono stati seminali per internazionalizzare il panorama italiano.

Ha coinvolto come autori delle sue collezioni Marcel Breuer, Man Ray, Scarpa padre e figlio, Enzo Mari, Sebastian Matta, Lucio Fontana, Giacomo Balla e i fratelli Castiglioni e poi ancora, in una meditata e felice confusione di ambiti solo in apparenza distanti, ma tutti uniti nel segno di una creativa e progettuale intelligenza. Aperta con poco clamore a fine giugno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma e però visitabile fino al 10 ottobre, la mostra “Reflections. Dino Gavina, l’arte e il design” ripercorre appunto questi legami. Ma non è solo una mostra in cui i mobili sono qui e le opere d’arte stanno là. Omaggiando in certo modo la passione mai sopita di Gavina per gli allestimenti teatrali, il percorso espositivo è stato studiato accostando oggetti di design vintage e contemporanei a opere realizzate da artisti e designer vicini e amici  all’imprenditore. E c’è di più: la mostra presenta anche una selezione di opere cinetiche delle collezioni della Galleria Nazionale, riprendendo alcuni autori che Gavina espose nel 1967 in una mostra itinerante nei suoi negozi. Insomma, è tutto un coinvolgente dialogare di idee che prendono forma in un gioco anche fisico di specchi che scoprirete che mette, come dev’essere, il pubblico al centro.