Inaugura a Roma una personale che racconta la vita del fotografo milanese. In 250 scatti

Mario Dondero ha un soprannome, fotogiornalista. Perché nel suo caso non si tratta solo di una professione: è il suo stile di vita. Mario-Dondero-Il-Fotogiornalista ha raccontato la storia del secolo scorso e i primi anni di questo nuovo millennio, attraverso le sue esperienze di vita, le foto. Un legame irrescindibile infatti unisce il suo sguardo, la sua partecipazione e i suoi sentimenti agli obbiettivi della macchina fotografica, compagna fedele delle sue avventure.

Il suo è un racconto secco, privo di decorazioni o artifici, pronto a documentare fatti politici, sociali e culturali, affiancando ritratti a foto d’insieme, documenti di denuncia a immagini di scena. Che ora vengono giustapposte in una mostra di circa 250 fotografie: dai reportage alle sue più note foto in nero, fino a un corposo gruppo di scatti a colore, finora inedito, il percorso espositivo, scandito secondo la cronologia e la geografia, compone il libro della vita di Dondero.

Gli esordi della carriera del fotografo milanese risalgono agli anni 50, quando venne assunto come cronista a Milano Sera. Nel 1954 si trasferisce a Parigi, dove vivrà fino al 1999 collaborando con le migliori testate europee e ora, da Fermo nelle Marche, continua a girare il mondo insieme, naturalmente, alla fotocamera.

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Mario Dondero

Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano Grandi Aule

19 dicembre – 22 marzo (catalogo Electa, con saggi critici tra gli altri di Uliano Lucas, Marco Belpoliti, Giorgio Agamben, Corrado Staiano e un’estratto di un’intervista Antonia Mulas a Mario Dondero)