“Nel mio nome”, il documentario che racconta la transizione di genere
Courtesy of I Wonder Pictures

“Nel mio nome”, il documentario che racconta la transizione di genere

di Andrea Giordano

In sala dal 13 al 15 giugno, il documentario diretto da Nicolò Bassetti svela quattro storie tutte da scoprire

Traccia di tracce. Tracce audio, di un podcast che in realtà si scrive da solo, si fa collante, voce, realtà, portandoci gradualmente a conoscere quattro storie transgender, quelle di Andrea, Nicolò, Raffaele e Leonardo. Maturi, ormai, decisi a raccontarsi liberamente nel loro desiderio di trovare la propria e vera identità. Un viaggio solitario, e ora collettivo, di trasformazione e di formazione, una sorta di nuovo Stand By Me, proiettato a far conoscere un tema attualissimo e cruciale oggi: la transizione di genere e l’orientamento sessuale. Succede nello splendido documentario diretto da Nicolò Bassetti, che dopo il passaggio all’ultima Berlinale inserito nella sezione Panorama, esce eccezionalmente al cinema dal 13 al 15 giugno, distribuito da I Wonder Pictures. Un’esperienza imperdibile. A partire dal titolo, Nel mio nome, che tutto cela, incuriosisce e poi svela con rara sensibilità. Narra infatti del percorso di cambiamento e coming out di quattro ragazzi, provenienti da diverse zone, riunitisi a Bologna. Si confidano tra sprazzi d’infanzia  d’adolescenza, tra passato e presente, guardandosi finalmente allo specchio, soddisfatti di quanto fatto. Al di là ‘delle colonne d’Ercole di maschio e femmina’, di maschile e femminile, hanno vissuto, e vivono, in un mondo strettamente binario che li ha costretti a sacrifici, a drammi personali, a programmi di vita, a combinazioni di suoni, svolte. Tante, e così a desideri di normalità e felicità. Una normalità che fin da bambine non sentivano loro, e che adesso, con forza, vedono nell’essere riconosciuti per come sono e vogliono essere.

Lo narrano, partendo nel dare una definizione. ‘Una transizione di genere è uno degli atti più incruenti che esistano. Per questo dobbiamo riempire il mondo di narrazioni nostre, singolari, anche pazzamente divergenti l’una dall’altra. E pazienza se si perde il rigore classificatorio, necessario alle diagnosi e alle deliberazioni’. Il limite invalicabile  sparisce. Ci sono sogni, blocchi, paure, voglia di ‘galleggiare fuori e senza peso’, voglia di euforia, di sentirsi in armonia. Accade. Ma il prezzo per una fisicità diversa e consapevole è faticoso, lungo, in progress. Passa da terapie ormonali, iniezioni di testosterone, vuoti normativi, interventi, energie da investire, step medici, chirurgici, legali e sociali. Non solo fasi, sono semmai dimensioni umane, fisiche, emotive, affrontate grazie ad una forma di saggezza disarmante, piena di ironia, condivisione, complicità, coltivando la disobbedienza a tutte le regole del genere, per vivere (e non sopravvivere) dignitosamente e orgogliosamente. In cerca di qualcosa che in fondo, a pensarci bene, non ha invece prezzo, la loro libertà di diventare ciò che vogliono.

I protagonisti

Storie da ricordare, d’esempio. Storie personali, che sanno però travalicare il privato e arrivano all’universale di altri. A testimoniare il percorso sono Nicolò Sproccati, 33 anni, Leonardo Arpino, 30, Raffaele Baldo, 23, e Andrea Ragno, 25. C’è chi ama scrivere con la Olivetti rossa inventando personaggi  fin dai 9 anni, chi danza col proprio compagno aggiustando una bicicletta, chi cerca certezze, chi condivide il quotidiano con la propria fidanzata. Qualcuno dice, ‘nel momento in cui perdi le speranze capisci il tuo destino, i tentativi di fuga diventano urgenti, precisi’. Inseguono allora frammenti di benessere, un senso di fratellanza affascinante, scevro da pregiudizi. Ed è questa la bellezza del lavoro di Nicolò Bassetti (prodotto tra l’altro da Elliot Page, ex Ellen, nominata all’Oscar per Juno), il cui spunto nasce soprattutto da suo figlio Matteo, il quale ha intrapreso il medesimo viaggio d’evoluzione identitaria. Nel mio nome avvolge, medita, riflette sull’universo trans, creando oltremodo una connessione intensa, concreta, ribaltando stereotipi, e condicendo lo spettatore attraverso un sentiero. Il futuro di ogni protagonista lo vedremo alla fine. Ma è un altro inizio, un altro domani, un altro guardarsi. Chiamateli con il loro nome, e scopriteli.