Foto nascoste e ritrovate, che raccontano di un’Italia scomparsa e mitica, dalla Fallaci a Pasolini: le opere di Paolo Di Paolo diventano un libro, sostenuto da Gucci, e una mostra a Roma

Monica Vitti e Michelangelo Antonioni che camminano per le strade di Roma; Gina Lollobrigida e Giorgio de Chirico; Pier Paolo Pasolini; persino Anna Magnani, solitamente restia alle fotografie, e una giovane Oriana Fallaci, tra gli altri.

Un mondo, quello raccontato da Paolo Di Paolo, che è un’istantanea dell’Italia ormai scomparsa e che rischiava di non venire mai alla luce. Ed infatti, dopo la chiusura de Il Mondo, settimanale diretto da Mario Pannunzio del quale era storico collaboratore, il molisano Di Paolo decise di appendere la macchina fotografica al chiodo e non pensarci mai più. 

A cambiare il corso di un destino altrimenti segnato è stata sua figlia, che, come nell’incipit dei migliori romanzi, scendendo in cantina per prendere gli sci, si ritrova di fronte una scatola ricolma di fotografie, un vero e proprio archivio.

Mio padre è sempre stato un frequentatore dei bric-à-brac, dei mercatini. Ho pensato che le avesse raccolte lì. Non avrei mai pensato potessero essere sue, non aveva mai fatto parola, in vent’anni, di quell’altra sua vita.

Così, Silvia Di Paolo, nonostante le ritrosie del padre, oggi lucido 93enne dai modi affabili e dalla voce sicura, ci ha messo altri vent’anni per convincerlo a portare alla luce quelle istantanee, che avevano come protagonisti gente comune insieme a Tennessee Williams in spiaggia con il suo cane,Sofia Loren che scherza con Marcello Mastroianni negli studi di Cinecittà, Brigitte Bardot, Moravia e Fellini. Ad aiutarla Bartolomeo Pietromarchi, direttore del MAAXI Arte, che ospiterà a Marzo una mostra proprio a quelle foto dedicata, e Giovanna Calvenzi, curatrice della mostra e del volume appena presentato, Paolo di Paolo. Mondo Perduto. Fotografie 1954-1968, ed edito da Marsilio. Un universo elegante eppure prepotentemente umano,  del quale si è innamorato Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che ha voluto sostenere il progetto.

Ed in effetti l’eleganza nei modi e nel pensiero sembra essere stata caratteristica distintiva di tutto il lavoro di Di Paolo, che ha sempre voluto evitare l’odiosa definizione di ‘paparazzo’:

Anche negli anni dell’Hollywood sul Tevere, non facevo mai foto se non mi ero prima presentato, e non indossavo mai la macchina fotografica agli inizi, a costo di far pensare a chi avevo di fronte di essere solo un fan che si stava inventando delle scuse. Montanelli diceva che quando fai un’intervista, la cosa più sbagliata che tu potessi fare era mettere un registratore sul tavolo. Creavi subito un’atmosfera di disagio, chi era di fronte a te diventava subito guardingo. Invece io preferivo guadagnarmi la loro fiducia. E non tradirla mai, a costo di non pubblicare le foto. Una volta ero al Lido di Venezia, era mattina presto, nessun attore era ancora arrivato. A prendere il sole, però, c’era Oriana Fallaci, che mi disse ‘non ci sono dive oggi, ti dovrai accontentare di me, se vuoi’. Iniziai a scattarla, lei in acqua in pose da divina, lei sorridente che gioca sul bagnasciuga, un lato di lei mai visto prima. Eppure sapevo che non avrebbe voluto vedere quelle foto pubblicate. E non l’ho mai fatto.

Un approccio grazie al quale si è guadagnato la stima di colleghi e del direttore Mario Pannunzio, ‘un uomo di grandissima intelligenza, di natali aristocratici, di cui Montanelli, senza sbagliare poi molto, diceva che era talmente snob che avrebbe amato più di ogni cosa dare del Lei a se stesso’. Tra chi scelse poi, di affidarsi personalmente a lui, c’è stata poi la più restia delle dive italiane, Anna Magnani, al quale Di Paolo fu presentato da un’amica comune, a cena.

Anna aveva un figlio che soffriva di poliomielite, ed era molto protettiva nei suoi riguardi, ma la situazione era diventata insostenibile, i fotografi gli stavano addosso. C’erano riusciti una volta, ad ottenere dei suoi scatti, lei era fuori Roma per lavoro, lo avevano ripreso mentre era al mare. Il giorno dopo si era presentata alla porta della redazione e aveva preso lo sfortunato fotografo per il collo, minacciandolo fino a farsi dare i negativi. Così questa nostra conoscenza in comune, che era una delle sue più care amiche, aveva pensato a me e si era confrontata con Anna, senza dirmi niente. Quella sera a cena servì a conoscerci, a farle valutare se potevo essere la persona giusta, ed io neanche lo sapevo. Mi invitò a casa sua al mare al Circeo, qualche tempo dopo, suo figlio era in acqua, con altri amici. Mi chiese di tirar fuori la macchina fotografica. Voleva liberarsi da quell’ossessione dei media nei confronti del ragazzo, ma farlo alle sue condizioni.

Istantanee dell’Italia che eravamo, e che oggi, grazie alla caparbietà di sua figlia, tornano a noi. L’appuntamento è a Marzo, al MAAXI di Roma.