La nuova edizione della rassegna ha aperto a Reggio Emilia. Gli appuntamenti da non perdere

di Francesco Gozzi

Con l’inizio di maggio a Reggio Emilia torna l’appuntamento con il festival di Fotografia Europea. E così, dal 5 maggio al 9 luglio, andranno in scena oltre 400 mostre. Ecco le 5 da vedere assolutamente.

Up To Now. Fabrica Photography – Chiostri di San Pietro, via Emilia San Pietro 44/c. In quanti modi ci si può approcciare alla fotografia documentaria? Come si possono raccontare storie con le immagini creando un ‘unicum’ tra icona e narrazione? È a queste domande che risponde la mostra ‘Up To Now’. Curata da Enrico Bossan, patron del centro di ricerca sulla comunicazione Fabrica (Benetton Group), l’esposizione raccoglie una serie di immagini che documentano fatti di attualità con differenti linguaggi narrativi. In particolare: “Albino Portraits” di Pieter Hugo, un lavoro di documentazione sui bambini africani albini e la superstizione che ruota attorno alla loro pelle ‘magicamente’ bianca; “Libyan Battle Trucks” di James Mollison, una serie fotografica d’effetto sulle macchine da guerra utilizzate dai ribelli in Libia; “Oil will never end” di Lorenzo Vitturi sui problemi energetici  e “The Middle Distance” di Olivia Arthur sulla vita delle donne ai confini tra Europa e Asia.

Summer of Love: immagini di una rivoluzione – Spazio Gerra, piazza XXV aprile 2. Nel cinquantesimo anniversario della Summer of Love la raccontano le foto di Robert Altman, Elaine Mayes e Baron Wolman, tre fotografi statunitensi che, negli anni Sessanta, hanno immortalato la generazione del “love, peace and rock music”. In mostra tante immagini raccolte nella tre giorni di Woodstock, un evento che ha cambiato il modo di vedere e vivere un’epoca accostate a ritratti di quelle che sarebbero, in futuro, diventate rockstar e icone. Una mostra da vedere e da ballare perché nelle tre sale del ‘palazzo di vetro’ la musica (rigorosamente del tempo) accompagna le immagini.

Paul Strand e Cesare Zavattini. Un Paese – Palazzo Magnani, corso Garibaldi 29. “Un paese” (Einaudi, 1955) è uno dei primi fotolibri pubblicati nella storia della fotografia dove gli scatti dell’americano Paul Strand si accompagnano alle didascalie dello sceneggiatore italiano Cesare Zavattini per raccontare la realtà cittadina di Luzzara, un paesone in piena pianura padana, scelto come specchio dello spirito di un popolo e del ritmo universale della vita legata alla terra. Ed è da questo libro che trae origine la mostra, in uno scorrere di fotografie d’epoca, per poi proseguire, al piano terra, negli anni Settanta, quando altri grandi nomi della fotografia – come Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri – ricalcano le orme del libro per vedere com’era cambiata Luzzara dopo vent’anni. Il risultato? Un confronto di certo interessante, dove il bianco e nero lascia respiro anche al colore.

Polaroids. Nobuyoshi Araki – Galleria 13 via Roma 34/b. Ci sono oltre 100 polaroid di Nobuyoshi Araki in mostra alla Galleria di via Roma. Una raccolta di pezzi unici degli scatti preparatori coi quali l’artista si cimenta per i suoi progetti studiando la luce, la posa, la situazione e il contesto, alternando formati, bianchi e neri e colori. E così dalla Kimbaku, la tradizionale legatura giapponese che negli anni ha assunto usi e connotazioni erotiche, si passa ai nudi di giovani donne fino ai cieli, scattati quasi sempre da Araki dal terrazzo di casa, o ai fiori, come dalie, camelie, orchidee. La chicca: una piccola sezione è dedicata alle fotografie più famose di Araki in cui è ritratta la sua musa, la danzatrice modella Kaori.

Violet Isle. Alex Webb e Rebecca Norris Webb – Spazio Fotografia San Zenone, in via San Zenone 2/b. Dedicata a Cuba, l’isola che ha rubato il cuore alla coppia di fotografi Alex Webb e Rebecca Norris Webb, questa mostra parla de l’Havana, in un commovente diario visivo, una duetto, un dialogo sulla bellezza e sulle contraddizioni di questo luogo.