Provocante per vocazione. Arriva a Roma la  retrospettiva di Helmut Newton

Provocante per vocazione. Arriva a Roma la retrospettiva di Helmut Newton

di Paolo Lavezzari

Moda, glam, erotismo, noir e surrealismo: tutto si fonde negli scatti fuoriserie di Helmut Newton

«Sessant’anni di immagini provocatorie, che mescolano i generi fotografici, fanno fallire ogni tentativo di inserire Newton in una categoria. Intrecciava considerazioni commerciali ed eleganza, stile e voyeurismo, creando una commistione tanto inimitabile quanto difficile da dipanare». Le parole di Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, nonché curatore con Denis Curti di Helmut Newton: Legacy, la grande retrospettiva che apre il 18 ottobre al Museo dell’Ara Pacis a Roma (fino al 10 marzo ’24), ben inquadrano il mistero che in certo modo avvolge ogni scatto del celebre fotografo. Perché in una carriera lunghissima di immagini Newton ne realizzate un’infinità, sviluppando nei primi anni 60 uno stile assolutamente personale col quale ha riscritto di fatto (come stavano facendo peraltro anche Avedon, appena passato da Milano, e Penn) il vocabolario della fotografia moderna. 

Sleepless Nights
Sleepless Nights, ndy Warhol, Vogue Uomo, Paris 1974

Fotografo di moda, certo, come gli incarichi e le pubblicazioni su tutte le riviste top del settore (le varie edizioni di Vogue, Harper’s Bazaar…) ampiamente testimoniano, ma con lo sguardo spostato dall’abito al corpo di chi l’indossa; e non solo perché alle foto in studio affianca subito quelle in strada, o in luoghi come grand hotel, piscine, case extralusso. Gli scatti di Newton non si fermano alla descrizione, anzi, al fotografo proprio non pare interessare; lui, o meglio le sue modelle (o modelli) stanno facendo sempre qualcosa, raccontano insomma una storia o, quantomeno, anche se immobili suggeriscono, fanno pensare che l’attimo fermato dallo scatto sia un frame di una vicenda che spesso ha contorni surreali, onirici o, altrettanto, come fosse un film noir. 

World Without Men
World Without Men, Amica, Milan 1982

Newton provocava; spesso e volentieri le sue immagini, il suo voyeurismo erano accusati di offendere il ‘comune senso del pudore’; il movimento femminista le bollava come mercificanti il corpo della donna. Acqua passata, ma c’è voluto del tempo per capire che la provocazione non era fine a se stessa, ma era un gioco raffinato di rimescolamento e sparigliamento dei codici e dei generi. La ridefinizione continua dei limiti della società e della sua morale: questo è forse il maggiore lascito, la legacydel titolo. In mostra, articolate per ordine cronologico sono 250 fotografie, riviste, documenti e video; accanto alle immagini iconiche, un corpus di scatti inediti, presentati per la prima volta in Italia, svela aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet aiutano poi a comprendere il processo creativo che si cela dietro alcuni dei motivi più significativi del lavoro di Newton; pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono infine di ricostruire il contesto nel quale è nata l’ispirazione di questo straordinario artista.

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