Rodney Smith a Palazzo Roverella: tra realtà e sogno

Rodney Smith a Palazzo Roverella: tra realtà e sogno

di Digital Team

La prima grande retrospettiva italiana celebra il fotografo newyorkese che ha trasformato il bianco e nero in eleganza surreale

Dal 4 ottobre 2025 al 1 febbraio 2026, Palazzo Roverella di Rovigo apre le sue porte a un maestro della fotografia contemporanea. Per la prima volta in Italia, una vasta retrospettiva dedicata a Rodney Smith (1947-2016) permette di immergersi nell’universo creativo di un autore che ha saputo combinare rigore formale, ironia sottile e una poetica visione del mondo.

In esposizione oltre cento opere emblematiche, frutto della cura artigianale e della precisione che hanno reso Smith unico nel panorama internazionale. Curata da Anne Morin, il percorso espositivo conduce il pubblico attraverso sei sezioni tematiche – La divina proporzione, Gravità, Spazi eterei, Attraverso lo specchio, Il tempo, la luce e la permanenza, Passaggi – offrendo uno sguardo completo sulla carriera di un fotografo che ha fatto della ricerca estetica e del dettaglio la sua cifra distintiva.


Don Jumping over Hay Roll No. 1, Monkton, Maryland, 1999 © Rodney Smith

Allievo di Walker Evans e influenzato da Ansel Adams, Rodney Smith ha sempre saputo trasformare il quotidiano in immaginario: le sue fotografie combinano ritratto e paesaggio, bianco e nero e colore, realtà e surreale. Realizzate con luce naturale e pellicola, le sue immagini non sono mai ritoccate digitalmente: un approccio che conferisce autenticità e respiro alle composizioni, richiamando la poetica dei grandi pittori e registi del passato. Da René Magritte a Hitchcock, da Wes Anderson a Buster Keaton, ogni scatto porta con sé rimandi colti e raffinati, senza mai sacrificare il sorriso o la leggerezza.


Caroline at the Top of Circular Staircase, Charleston, South Carolina, 2000 © Rodney Smith

Rodney Smith, studioso di teologia e filosofia, considerava la fotografia come un mezzo per riconciliare il quotidiano con l’ideale”, trasformando la sua ansiosa solitudine in un dialogo visivo con il mondo. Le sue immagini catturano la luce con grazia e umorismo, guidando l’osservatore in spazi sospesi tra il reale e il sogno, dove l’ordine estetico convive con l’ironia. Come osserva Anne Morin: “Ogni immagine creata da Smith, con la cura e la precisione di un orafo, è un tentativo di ricreare un’armonia divina e di raggiungere uno stato superiore, anche solo per un istante. L’occhio è sedotto dalla grazia, dalla raffinatezza, dalla ricchezza narrativa che eccelle per sobrietà, parsimonia e silenzio.”


Woman with Hat between Hedges, Parc de Sceaux, France, 2004 © Rodney Smith

Il percorso espositivo mostra anche l’evoluzione dell’autore verso il colore, introdotto solo a partire dal 2002, rivelando una nuova dimensione della sua poetica visiva, pur senza abbandonare l’intensità del bianco e nero.