Tutti ne abbiamo avuto uno, compreso Jean Paul Gaultier. In un libro, ritratti di orsi rinvenuti in età adulta

Ci sono mamme che non buttano via niente e quelle che, al contrario, appena notano un momento di stanchezza dei loro bambini nei confronti di un gioco, fanno pulizia per non vedere le cose che si impolverano inutilmente. E gli orsacchiotti sono in balia di queste due tipologie umane.

Oppure, di una terza, a cui appartiene Sylvie Huet. La fotografa parigina ha ritrovato il suo orsacchiotto quando lei aveva 49 anni e passeggiava tra le bancarelle di un mercatino delle pulci. Così ha deciso di ritrarre gli orsacchiotti in età avanzata, quei bambolotti un po’ spelacchiati, tra i 44 e i 98 anni. E ha rintracciato adulti molto speciali che hanno raccontato la loro infanzia insieme a quel peloso e morbido compagno inseparabile. Allora si scopre che Jean Paul Gaultier non poteva e non può stare senza Nana, star dal 2011 del Fashion World. Per il proprietario:

Il mio primo orso? Ce l’ho ancora, si chiama Nana ed è stato la mia prima modella. All’inizio ha subito l’assalto della cosmetica, poi gli ho fatto un piccolo seno per fargli indossare un reggiseno in stile Madonna…

Grayson Perry parla del suo Alan Measles, l’orsacchiotto dittatore della sua infanzia come qualcosa di molto importante:

Importanissimo per me perché gli avevo donato tutte le mie qualità maschili di leadership e ribellione. Oggi, è il guru nella mia cosmologia

Storie di personaggi noti e di persone qualsiasi insieme alla storia personale dell’autrice raccontano la vita eterna del teddy bear, tra ritratti, foto d’epoca e manoscritti. Viaggio nella psiche umana attraverso l’oggetto più simbolico che l’uomo possa mostrare.

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Sylvie Huet, ‘A Story of Bears’, Dewi Lewi Publishing, 16.99 sterline