Touring Torino. Hokusai, impressionisti e grandi fotografi

Touring Torino. Hokusai, impressionisti e grandi fotografi

di Paolo Lavezzari

Le migliori mostre a Torino: abbiamo selezionato le esposizioni più interessanti da vedere adesso e nei prossimi mesi

Si fa quasi un metaforico giro del mondo visitando le mostre d’arte che Torino, città altrimenti ritenuta molto chiusa su se stessa, ospita in questo periodo. Si va infatti dal Giappone, a una ricca collezione proveniente da Johannesburg, alla Francia degli immancabili impressionisti, ai click (internazionali) dei fotografi americani Elliott Erwitt, Eve Arnold e Ruth Orkin. È incentrata su un lungo periodo storico nipponico la mostra che nelle sale della Società Promotrice delle Belle Arti va in scena fino al 25 giugno: oltre trecento opere, alcune delle quali mai presentate in Italia, Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e la civiltà del piacere è un viaggio alla scoperta di un’epoca – il periodo Edo – che, in Italia, va dal Barocco all’Unità d’Italia (1603-1868). Dunque un tempo davvero lungo che per il Giappone fu una peculiare stagione; la ‘civiltà del piacere’, un raffinato culto dei piaceri della vita fece da stimolo a una straordinaria fioritura artistica.


Di Utamaro e Hokusai tutti conoscono le opere pittoriche e le incisioni perché già viste negli anni scorsi, ma oggi c’è l’occasione di (ri)vederle contestualizzate in  un panorama più ampio e completo – un mondo e un’eleganza che affascinarono l’Europa dell’arte, da Van Gogh agli impressionisti.    Sono loro i protagonisti al Mastio della Cittadella – Museo Nazionale di Artiglieria e fino al 4 giugno, di Impressionisti tra sogno e colore. Anche qui il corpus espositivo è ponderoso, ma le circa 300 opere coprono un periodo che parte dalle sperimentazioni en plein air dei pre-impressionisti della scuola di Barbizon, ai lavori dei protagonisti del movimento vero e proprio, per chiudersi nella terza sezione dedicata all’eredità dell’impressionismo (Bonnard, Utrillo, Toulouse-Lautrec..), insomma una bella carrellata tra i soliti nomi e tanti altri che non tutti ricordano al primo colpo. Da Monet a Picasso, i capolavori della Johannesburg Art Gallery sono in mostra fino al 7 maggio a Palazzo Barolo. Oltre 60 le opere in mostra firmate da un elenco di  blockbuster dell’arte, come anticipa il titolo, anzi si va anche più avanti arrivando alla pop con pezzi di Warhol e Lichtenstein. Belle infine le proposte fotografiche. Per chi l’avesse persa lo scorso anno, c’è una nuova occasione di fare la conoscenza del lavoro della fotografa americana Ruth Orkin. 

Una nuova scoperta (fino al 16 luglio, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino) si intitola correttamente la mostra di questa fotoreporter con l’ambizione del cinema – un’autrice in fondo ancora da conoscere appieno e qui l’occasione c’è. Di Elliott Erwitt si è ormai scoperto pressoché tutto; ma il suo sguardo ironico e sempre un pochino pure malinconico non stanca mai. Così, anche questa mostra Elliott Erwitt. Family che riorganizza sul tema della famiglia tanti scatti noti vale in fondo una gita fino alla (bellissima) Palazzina di Caccia di Stupinigi che la ospita fino al 25 giugno. 

FRANCE. Provence. 1955.
Elliott Erwitt, FRANCE, Provence, 1955 © Elliott Erwitt

Come dire: repetita juvant. C’è poi per concludere l’antologica da una fotografa molto nota ma che in Italia non è passata molto. Per rimediare non c’è che andare fino al 4 giugno da CAMERA per gustare Eve Arnold. L’opera 1950-1980. Il corpus di 170 scatti ripercorre l’eclettica attività di questa donna, prima a entrare nella mitica Agenzia Magnum. B/N e colore, Harlem e Marilyn, migranti e Malcolm X: trent’anni a caccia della verità fuori dagli stereotipi.Da non perdere.

 


“Hommage” by Eve Arnold

Nella foto di apertura lo scatto American girl in Italy di Ruth Orkin