Un salto nel volto. Le foto di Philippe Halsman in mostra a Roma

Un salto nel volto. Le foto di Philippe Halsman in mostra a Roma

di Digital Team

A Roma l’antologica del fotografo Philippe Halsman è l’occasione per conoscere un maestro della fotografia e del ritratto del 900 realizzati con molta ironia e una spruzzata di surreale

Se non fosse stato un premio Nobel in avanzata età, c’è da supporre che avrebbe fatto saltare anche lui, Albert Einstein in persona (cui peraltro  era legato da grande amicizia e riconoscenza). Poco male, perché tra teste coronate, scienziati, capi di stato e divi dello schermo, ne ha comunque colti ‘per aria’ una bella schiera. Parliamo del fotografo Philippe Halsman che con Lampo di genio, l’antologica a lui dedicata dal Museo di Roma in Trastevere fino al 7 gennaio ’24, viene finalmente presentato al pubblico italiano con l’ampiezza che gli si deve. Fotografo eccezionale per tanti versi, dal numero mai superato di copertine realizzate per Life – 101 –  al parterre sterminato di celebrità ritratte, all’inventiva e al dialogo che stabiliva con i soggetti ritratti e insieme gli spettatori, Halsman è riuscito con una tecnica e un’inventiva sopraffine a scrivere una fetta assolutamente originale della storia della fotografia.


Marilyn Monroe, 1959, © Philippe Halsman Archive 2023

Mischiando una creatività di puro stampo surrealista – non a caso la sua trentennale collaborazione con Salvador Dalí è sfociata in immagini che appaiono come vere performance artistiche – e una profonda leggerezza (l’ossimoro è scontato, ma d’obbligo) Halsman rientra nel novero dei grandi fotografi del 900 che comincia con la moda, in quella Parigi degli anni Trenta, dove per riviste come Vogue e Vu, Voila lavoravano Horst P. Horst, Man Ray, Cecil Beaton, George Hoyningen-Huene – curiosamente tutti immigrati, dalla Germania, dalla Russia, dalla Gran Bretagna, Halsman dalla Lettonia … È nel Quaranta, in piena guerra (e grazie all’amicizia di Albert Einstein), ottiene il visto per gli Stati Uniti e, una volta a New York, la sua fama di ritrattista si consolida.


Albert Einstein ritratto nella sua casa a Princeton, New Jersey, 1947, © Philippe Halsman Archive 2023

Il resto è, come si dice, storia: la prima cover per Life nel ’42, poi dal ’44 cominciano i viaggi a Hollywood per ritrarre tutte le star – comincia bene: Bogart, Bacall, Sinatra, Ingrid Bergman, Bette Davis, Judy Garland. Il suo Jump Book esce nel 1959 con oltre 200 personaggi ‘volanti’, un lavoro cominciato 9 anni prima. E che è rimasto, tanto che Lacoste ne riprese l’idea per una campagna di  qualche anno fa.  «Dopo tutto» disse Halsman,« la vita ci ha insegnato a controllare e mascherare le nostre espressioni facciali, ma non ci ha insegnato a controllare i nostri salti. Volevo che le persone famose rivelassero in un salto la loro ambizione o le loro mancanze, la loro presunzione o la loro insicurezza, e molti altri tratti». Un metodo di analisi psicologica inusuale, ma visti i risultati, molto efficace. 

1951. “Salute to Fashion” Self-Portrait of Phillippe HALSMAN.
“Omaggio alla moda”, autoritratto, 1951, © Philippe Halsman Archive 2023