Le sue installazioni uniscono sound art e architettura degli spazi. E ora inaugurano il festival “Node” con una personale

Se la scultura incontra la musica, si chiama Zimoun. Perché l’artista svizzero gioca con lo spazio, con l’architettura e con i suoni per creare installazioni a effetto immersivo. Luoghi in cui il pubblico si perde, sculture da cui lo spettatore viene assorbito nel tentativo di guardare i suoni. Nelle sue parole:

Nelle mie opere si ascolta ciò che si vede. Così la realizzazione tra i materiali, il movimento e il suono è chiara ed essenziale

Così arriva a Modena una sua personale per inaugurare il festival Node, dedicato alle arti elettroniche e digitali in tutte le loro declinazioni, dal titolo 605 prepared dc-motors, cardboard boxes. Cinque sale per cinque opere, ovvero, cinque organismi viventi che si muovono da soli, ‘parlano’ e abitano lo spazio. L’armonia di questo gioco è affidata naturalmente al suono che stabilisce un rapporto sottile e inconsueto con le volumetrie.

Che sono quelle minimaliste, realizzate con oggetti poveri di uso quotidiano, assemblati con la sapienza di un ingegnere-artigiano-architetto-arrangiatore-direttore d’orchestra, capace di trasformare artisticamente la percezione di ciò che ci circonda. Complici anche i titoli delle opere, mere elencazioni di materiali e componenti meccaniche utilizzate, che obbligano lo spettatore a usare l’immaginazione per interagire con l’opera stessa.

Per accentuare ancora di più questo senso di spaesamento immersivo, Zimoun si esibirà in una performance multicanale in uno spazio completamente buio (22 ottobre, ma i biglietti sono già esauriti).

Il festival Node poi riprende nei giorni 10-12 novembre a Modena con un ricco calendario di concerti e performance.

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Zimoun. 605 prepared dc-motors, cardboard boxes

a cura di Filippo Aldovini

Palazzina dei Girdini, Modena

22 ottobre – 5 marzo