La città sul Danubio è la nuova mecca per gli appassionati del buon cibo. Dai salumi tipici allo street food, dalla pasticceria al gulasch, dalla cucina ebraica alla palinka da gustare nei romkert

Vivace, artistica, internazionale. Budapest è una delle capitali europee oggi più in fermento: amata e frequentata dai giovani vanta una grande tradizione legata all’arte e alla storia. Ma la città famosa per i bagni termali, i gioielli architettonici e il Danubio che separa Buda da Pest è diventata negli anni anche una piccola mecca gastronomica. Ecco cinque motivi gourmet per visitarla.

Il mercato. In ungherese si chiama Nagycsarnok ed è il più grande mercato coperto di Budapest. Ci si arriva percorrendo interamente la via dello shopping, Váci Utca, fino a quel ponte della Libertà che conduce verso Buda. La struttura risale al XIX secolo e al suo interno accoglie il meglio dello street food e dei prodotti locali: primo tra tutti la paprika (dolce e piccante), ma anche carni, spezie, dolci, verdure, vini e il mitico kolbasz, ossia la salsiccia ungherese.

Il piano superiore di questo edificio è dedicato a negozi di souvenir e a piccoli ristoranti che offrono il meglio della tradizione take away. Si spazia dal gulasch ai lángos: una frittella simile alla nostra pizza fritta che, nella versione più classica, è ricoperta di formaggio, panna fresca, aglio o marmellata.

Le pasticcerie. Caffè storici e pasticcerie fanno parte dell’essenza più aristocratica di questa città dove a tratti si respira ancora quel profumo di impero che, grazie ai suoi maestosi palazzi, la rende unica. Uno dei suoi simboli è quel Ruszwurm Confectionery che si trova nel quartiere del Castello a pochi passi da quel Bastione dei Pescatori che consente, dall’alto di Buda, di vedere tutta la città.

Qui tra marmi e legni pregiati assaggiate tutto quello che potete: i dolci a strati della tradizione ungherese sono davvero tanti, come anche i pogácsa, simili ai nostri salatini. Si passa dalla Ruszwurm krémes alla Dobostorta, senza dimenticare la Sacher o la Málnatorta. Altre due le tappe dolci, questa volta a Pest: Gerbeaud, fondato nel 1858, per una colazione reale e il Cafè Central del 1887 dove scegliere tra i biscotti al cioccolato Cko o la Esterhàzy, torta a strati a base di noci e crema alla vaniglia.

Gulasch e zuppe.  Il Gulasch è uno dei piatti più noti in città. Si tratta di uno stufato di carne di manzo o vitello che ricorda molto il nostro spezzatino, ma si differenzia perché viene servito in modo meno asciutto e più simile a una zuppa, con l’utilizzo di spezie come il cumino e la paprika. Nasce come piatto povero preparato dai mandriani durante i viaggi e può essere proposto come piatto unico o accompagnato da polenta o purea.

Oltre al Gulasch in città si mangiano anche una grande varietà di zuppe spesso caratterizzate dalla presenza di panna acida. Ci sono quella di fagioli alla Jókai, quella di Palóc con carne di montone, fagiolini e patate, quella di pesce o di beone, la zuppa di carne e dragoncello o ancora quella di funghi o di crema alla zucca.

I ristoranti. La vita notturna di Budapest non ha nulla da invidiare a quella di Berlino o di altre grandi metropoli europee. Anzi. Ci sono ristoranti e locali per tutte le tasche, ma in città sembra che ogni luogo faccia tendenza. In primis mettete in agenda una tappa nei romkert: i bar in rovina, cuore della movida cittadina. Si tratta di locali che hanno aperto (legalmente) all’interno di case e cortili abbandonati e si trovano per lo più nel quartiere ebraico.

Tra quelli da non perdere ci sono i Brody Studios  e il Cafè Ankert . Per quanto riguarda i ristoranti, restando in tema di cucina ebraica, c’è il delizioso Macesz Bistro, mentre il pasto trendy in stile Anni 50 è Menza. E se la haute cuisine tipica si può assaggiare alla tavola di KisBuda o a quella del famoso Gundel, oggi gestito dal guru della ristorazione George Lang insieme al figlio di Estee Lauder, capita spesso di trovare locali che abbinino alle cene spettacoli musicali come nel caso del delizioso Spinoza Cafè.

La Palinka. L’Ungheria è famosa per i suoi ottimi vini tra cui spicca, senza dubbio il Tokaji, ma la bevanda forse più diffusa è la Palinka con cui si finisce ogni pasto che si rispetti. Si tratta di un’acquavite aromatica proposta in differenti gusti (dall’albicocca alla prugna) che si accompagna anche perfettamente a tanti antipasti locali come le focacce al forno o le tartine con crema di ricotta e cipolline speziate. Qui, poi, è stato inventato l’Unicum, il liquore con 40 erbe la cui ricetta segreta è custodita nel piccolo museo Zwack.