Ne erano detentori gli ufficiali napoleonici per celebrare le vittorie, e l’alta società francese per dare inizio alle cene di gala. È l’arte, tra teatralità e gesto epico, di aprire una cuvée con un colpo di sciabola

Un sommelier, una cuvée in una mano e una sciabola nell’altra. Un colpo secco e in un attimo il cercine (l’anello del collo della bottiglia) salta, sprigionando una cascata di bollicine. È il rito del sabrage: affascinante, teatrale, coivolgente. Ed è subito festa.

Ma come si esegue un perfetto sabrage? Lo insegna G.H. Mumm e a buon titolo, visto che fu proprio Alexandre de Bary, patron della maison, a introdurre il rituale in società nel 1875 per dare inizio alle sfarzose cene di gala dell’epoca, mutuandolo da una tradizione napoleonica usata per celebrare le vittorie sul campo. Il segreto è riuscire a assestare un colpo secco con il dorso della sciabola al cercine, là dove la bottiglia si salda al collo, il punto più fragile. Non servono bicipiti d’acciaio o sciabole affilatissime. Anzi: pare che, in mancanza di armi, siano adatti anche un cucchiaio o un bicchiere a calice.

Qualche suggerimento preparatorio: refrigerare la cuvée, togliere la carta che avvolge il tappo, allentare la gabbietta metallica che lo trattiene, riavvolgendola sopra il cercine, inclinare la bottiglia di 45-60°. Per una tecnica che neanche Monsieur de Bary oserebbe criticare, vale la pena, ovviamente, dare un’occhiata ai numerosi protocolli che G.H.Mumm propone circa la bevanda degli dei.

Per celebrare questo gesto, vera e propria arte, G.H. Mumm ha chiesto al designer inglese Ross Lovegrove, i cui lavori sono esposti in vari musei internazionali, di creare una sua personale sabre, sciabola. Nasce così la nuova ‘The G.H. Mumm Sabre’ realizzata in acciaio inox, in cui Lovegrove sublima in linee pure ed essenziali la potenza di un’arma e il fascino di un gesto magico. Alla sabre, Lovegrove ha affiancato uno scrigno in poliuretano dalle linee scultoree che racchiude una magnum di G.H. Mumm Cordon Rouge.