
Cocktail: 5 novità da provare a Londra per l’estate
Bar in terrazza, istituzioni della City come l’American Bar dell’Hotel Savoy e nuovi ingressi: dove andare e cosa scegliere dalla drink list
Un’estate lunga e atipica, quella che ha colpito Londra, città abituata ad una stagione calda che dura al massimo un paio di settimane. Temperature record e cieli tersi che hanno fatto da scenario perfetto al Fever-Tree Championship torneo di tennis che fa parte dell’ATP World Tour 50 series, e funziona da apripista per Wimbledon.
Un’occasione per cercare un ristoro (possibilmente alcolico) al bar. Ecco quali sono i posti nuovi da scoprire, le istituzioni da non farsi mancare, e soprattutto, cosa ordinare.
GRANARY SQUARE BRASSERIE
Nella scenografica piazza di Granary Square, zona King’s Cross, gli interni sono sontuosi, con ampio bancone, poltroncine in velluto e candelabri. Per l’estate, però, lo spazio da preferire è all’esterno, in un’area circondata da piante rampicanti e chiamata Physic Garden in onore degli antichi giardini dove i farmacisti usavano coltivare erbe per creare lozioni, farmaci, bitter che si usavano per scopi medicinali prima dell’avvento della penicillina, e, ovviamente, alcolici. Così la drink list è una celebrazione delle botaniche, in equilibrio con ingredienti rinfrescanti. Un esempio? La variazione del classico Gin & Tonic arricchito dai fiori secchi di camomilla, di cui sono note le proprietà antiossidanti. Un ingrediente contenuto nelle numerose botaniche del Silent Pool Gin ( tra le altre cardamomo, buccia d’arancia, pere, petali di rosa, radice di angelica e lavanda), che dà al cocktail un sapore gineproso, rinfrescato dalla tonica, la Light Indian Tonic Water di Fever-Tree. La guarnizione è con petali di rosa, fiori dried di camomilla e foglie di Lime Kaffir.
Chi predilige note più aspre, può invece optare per Rhubarb & Ginger: a fare da base lo Slingsby Rhubarb Gin, (24 botaniche che vedono il rabarbaro protagonista principale, con 17 di esse che arrivano dalla zona di provenienza del prodotto, lo Yorkshire), e la Ginger Ale di Fever-Tree, dove sono presenti tre tipi di zenzero diversi (quello terroso e indiano di Cochin, quello verde fresco della Costa d’Avorio, e quello della Nigeria). A parte sono servite le tinture di Assenzio e Vaniglia, mentre a guarnire ci sono cristalli di zenzero.
Inoltre, per gli amanti del Gin, è qui possibile addirittura prepararsi la propria bottiglia ad hoc: basta prenotare con un gruppo di amici la Master Class alla Gin School. Un percorso dove si apprende a distinguere le principali botaniche e le loro proprietà, così come gli abbinamenti più adatti con le diverse toniche, fino a creare una bottiglia da 500 ml da portarsi a casa.
BLUEBIRD CAFE
Dopo il successo della prima apertura a Chelsea, il Bluebird ha raddoppiato a West London, zona White City. Noto per i suoi brunch, con la bella stagione lo spazio esterno si trasforma anche in un luogo dove provare la drink list, che indica quali sono le migliori scelte a seconda degli orari della giornata. Ad essere perfetto da mane a sera è il Pink Spritz, realizzato con il vermouth australiano Regal Rogue (nella sua variante Lively White con aromatiche come timo e lime del deserto), acqua tonica e guarnizione con rosmarino e spicchio di pompelmo.
DOGGETT’S COAT AND BADGE
Il nome è un omaggio a Thomas Doggett, organizzatore della più antica gara di canottaggio che andava dal London Bridge a Chelsea, passando per il Tamigi. Ai vincitori spettavano un cappotto e un distintivo (il coat and badge) con il cavallo della casata di Hannover e la parola Liberty, in onore dell’ascensione al trono di Giorgio I. A possederlo è il gruppo Nicholson’s Pubs, fondato nel 1873 da William Nicholson, intraprendente proprietario della sua distilleria di gin, che ha nel suo portfolio diversi locali in città e, in generale, nel Regno Unito. Con la sua posizione nel centro della città, a Blackfriars, con terrazza che offre vista panoramica sul Tamigi e la cattedrale di St.Paul, il Doggett è di certo quello perfetto per godersi l’estate inglese. Ideale per gli amanti del fish&chips e con una grande selezione di birre, nella migliore tradizione inglese, quando ci si avventura nel mondo degli spirit, a stupire è proprio la selezione di gin, che va dal Bathtub Old Tom ( quello usato già nel 17esimo secolo per preparare il classico Tom Collins, dolce e fruttato) al Warner Edwards, che ha alla base del rabarbaro proveniente da una piantagione di proprietà della Regina Vittoria. Data la varietà della selezione, la scelta migliore è chiedere al personale quali sono i gin disponibili della giornata, e farsi soprendere dal resto..
Un consiglio? Solo per quest’estate al Doggett’s si può provare il Tarquin’s Cornish Gin realizzato dal marchio in collaborazione con Nicholson’s Pub, dai sentori di fragola e limoncello.
ROYAL HORSEGUARDS – SECRET HERB GARDEN
Oggi è un hotel di (gran) lusso, ma il suo scopo, inizialmente, era molto diverso. Il Royal Horseguards fu infatti costruito nel 1884 pensando ad un castello francese, ed era sede del Club dove si ritrovavano per bere gli esponenti del partito Liberale, da Churchill a Lloyd George. In seguito, funzionò da casa e ufficio di Sir Mansfield Cummings, il primo Capo del servizio segreto di Intelligence britannica, in pratica il luogo di nascita dell’MI6. Così, oggi, la sua terrazza si chiama ironicamente Secret Herb Garden, e insieme a Fever-Tree, si organizzano master class a tema gin (la prossima è il 26 Luglio, costa 25 sterline a persona e prevede la degustazione di tre diversi Gin e Tonic, spiegati da esperti del settore, che si focalizzeranno sulle varianti classiche e più versatili della bevanda, dai Plymouth ai Beefeater al Monkey 47).
Da provare il Liberal Club Pimm’s Spritz: il Pimm, tonico britannico inventato nel 1823 da James Pimm mischiando gin, chinino e un mix di erbe ancora ad oggi segrete, si abbina così al prosecco, acqua tonica lemon Fever-Tree, aggiungendovi fragole e cetriolo.
AMERICAN BAR
Il bar al primo posto nella classifica dei World’s Best Bar meriterebbe un capitolo a parte. Una tappa obbligata ogni volta si è di passaggio per Londra, il posto, ospitato all’interno dell’Hotel Savoy, guarda all’antichissima tradizione degli speak easy, di cui fa parte (come può testimoniare la saletta museale con foto e documenti d’epoca, accanto all’ingresso del bar). E a adornare le pareti del bar sono da sempre le foto di Terry O’Neill, che hanno fatto da spunto per la nuova drink list ‘Every moment tells a story’. Ad ogni foto, quindi, corrisponde un cocktail diverso. L’immagine seducente di Raquel Welch in vestaglia seduta ai bordi del letto ispira così Behind Closed Doors, Vodka ridistillata con un mix di spezie piccanti e acqua di pomodoro chiarificata. La divina Marlene Dietrich che esce dal sipario è alla base di Curtain Call, gin con olio di sesamo, caffè amaro, liquore ai fichi e Champagne Dom Perignon. Infine Clint Eastwood che legge il giornale nella sua roulotte durante le riprese di Joe Kidd del 1972 ispira That’s a Wrap: Bourbon riserva Woodford, Cynar, bitter legnosi, mastika greca e ginger ale smoky Fever-Tree.